Sanremo, Meta e Moro restano in gara: “Non siamo dei furbacchioni"
La Rai: «Il pezzo rispetta il regolamento». Ma la rete si divide e la polemica non si placa
Questione di parole, cavilli, etica. Un ritornello “riciclato”, un caso di “autoplagio”, un brano non del tutto inedito. Frasi, spiegazioni, dubbi, e tanti tanti giri di parole. Ma, alla fine, la Rai salva Ermal Meta e Fabrizio Moro: il duo dunque resta in gara. Stasera saranno i settimi ad esibirsi, ma le polemiche non si placano. Ermal e Fabrizio, dopo una giornata di tensione e qualche silenzio, sono tornati a sorridere. «Facciamo questo lavoro da molto tempo e sappiamo cosa significa scrivere canzoni. Non siamo dei furbacchioni, abbiamo rispettato le regole. Sia io che Fabrizio abbiamo pezzi pronti per altri tre dischi. Abbiamo contribuito alle carriere di altri nostri colleghi che hanno cantato brani scritti da entrambi», spiega Meta. «Quello che mi ha fatto più male è stata la parola plagio - aggiunge Moro - Silenzio è una canzone che ho scritto io con Febo, ci ho lavorato per un anno. E' tutta farina del mio sacco».
A far scoppiare il caso la somiglianza tra il ritornello di Non mi avete fatto nientee Silenzio, pezzo presentato a Sanremo Giovani nel 2016. Il problema? Stesse parole e stessa melodia. Ma anche stesso autore, Andrea Febo, che aveva dichiarato espressamente di aver rielaborato il pezzo (non si tratta, dunque, in alcun modo di plagio). «A seguito delle valutazioni tecniche riteniamo che non si debba escludere Non mi avete fatto niente in quanto conforme al regolamento», fa sapere la Rai. «Pur presentando analogie per la frase testuale e musicale - si legge nella nota - non sono la stessa canzone». Come previsto dal regolamento un autore può riutilizzare un brano già realizzato per un totale non superiore al 30 per cento e nel pezzo del duo questo criterio viene rispettato. Per questo Non mi avete fatto niente è a tutti gli effetti una canzone "nuova", quindi inedita. Insomma, tutto è bene quel che finisce bene.
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