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Umbria, l’arte en plein air

Tra Montegiove e Brufa è possibile riempire gli occhi di magia

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“L’Umbria sembra avere qualcosa di dolce e allo stesso tempo grandioso e romantico” – scrisse lo scrittore tedesco Karl Philip Moritz. Non è un mistero, gli stranieri amano l’Umbria. Ma non sono di certo gli unici. Il cuore verde d’Italia, infatti, è in grado di far brillare gli occhi a chiunque con i suoi paesaggi bucolici e i paesini arroccati ma anche sollecitare il palato con le delizie care all’enogastronomia locale. C’è chi prende di mira Perugia o Assisi ma se da una vacanza ci si aspetta qualcosa di unico e sbalorditivo, nessun problema, basta mettersi sulla retta vita. La regione infatti è ricca di misteri e angoli inediti: bisogna solo scovarli.  

Umbria mistica, sulle tracce di Tommaso Buzzi  

Che dire, ad esempio, di Montegiove? Siamo in provincia di Terni e, nel comune di Montegabbione, qualcosa di alquanto insolito si nasconde tra il verde dei boschi umbri. Proprio così, in una dimensione raccolta e misteriosa, il visionario artista/architetto Tommaso Buzzi ha visto del potenziale. Ha deciso che era la scenografia perfetta per porre le fondamenta della sua “città ideale”, La Scarzuola , definita comunemente una sorta di “autobiografia in pietra”. Fu così che, dopo aver acquistato questo convento francescano (nel 1957), lo restaurò e costruì accanto un complesso architettonico decisamente ermetico per esternare liberamente la sua arte. 

La Scarzuola, tra sacro e profano  

Come definirla? Questa costruzione surreale altro non è che una grande scenografia teatrale in cui, in un gioco di insolite prospettive tra passaggi labirintici, scale, colonnati, torri etc. il visitatore è invitato a intraprendere un vero e proprio percorso teatrale, un viaggio mistico-esoterico fuori dal tempo. Bisogna dunque essere degli spettatori attivi e tirare fuori la propria immaginazione e sensibilità per percepirne al meglio le vibrazioni. Come non soffermarsi sul grande occhio posizionato al centro del Teatrum Mundi? Al posto della pupilla c’è uno specchio attraverso il quale il visitatore può vedere la sua immagina priva di ogni condizionamento esterno. Ad aprire le porte al pubblico è stato l’attuale proprietario, Marco Solari che, avvalendosi dei progetti lasciati dall’architetto, ha sistemato la costruzione e si è calato nel ruolo di anfitrione conducendo alla volta di un tour decisamente sui generis. 

Scultori en plein air a Brufa  

Non è però l’unico gioiello all’aria aperta della regione. Anche Brufa ha tutte le carte in regola per essere definita una sorta di scrigno magico. Siamo in una frazione di Torgiano, a circa venti minuti di macchina da Perugia, e qui l’arte gioca un ruolo da protagonista ma in una versione decisamente insolita. Vedere per credere.

Una volta arrivati a destinazione, ci si misura con un vero e proprio museo a cielo aperto. A mettersi in mostra sono sculture contemporanee che impreziosiscono tanto le strade quanto le piazze e le colline di questa ridente località. Come si spiega il tutto? Al fine di conoscere il presente, è opportuno fare un salto nel passato.

Facciamo dunque un passo indietro nel tempo per tornare al 1987, all’epoca in cui l’artista Massimo Pierucci, dopo essersi trasferito in America, decise di rendere omaggio alla sua terra d’origine realizzando un’opera d’arte. Perché esporla in un museo quanto poteva essere alla portata di tutti proprio nel centro storico del borgo? Questo episodio ha portato alla nascita del progetto “Scultori a Brufa. La Strada del Vino e dell’Arte” ovvero a quella che è divenuta una vera e propria tradizione che, ogni anno, invita un’artista a esporre una sua creazione.

Nulla accade per caso. Il tutto, infatti, viene realizzato dopo aver studiato accuratamente il territorio al fine di trovare la giusta collocazione alla scultura facendo in modo che si inserisca in maniera armonica nel contesto che la ospita. Si crea così un ponte tra natura, paesaggio urbano/rurale e arte. Pura magia.

La Stampa
© Riproduzione riservata
09/07/2018 11:46:24


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