Il sottosegretario Armando Siri indagato per corruzione
Leghista, padre della Flat Tax, per gli investigatori avrebbe ricevuto una tangente da 30mila euro
Il sottosegretario ai Trasporti della Lega, Armando Siri, è indagato per corruzione per una tangente da 30.000 euro. L’indagine, partita da Palermo e approdata a Roma, racconta di una complessa rete di affari che porta da un lato a esponenti delle famiglie mafiose trapanesi legate a Matteo Messina Denaro e dall’altro alla politica siciliana e nazionale. Siri, secondo i pm, si sarebbe attivato per ottenere una serie di modifiche legislative e regolamentari al sistema degli incentivi per il cosiddetto mini-eolico, dietro l’impulso di uno degli imprenditori indagati, Paolo Arata. L’indagine della Dia di Roma e delle procure di Palermo e Roma, che oggi hanno ordinato una serie di perquisizioni a varie società e persone fisiche, ruota intorno a un ex parlamentare di Forza Italia, Paolo Arata, attuale responsabile del programma della Lega per l’ambiente. E a Vito Nicastri, già “Re dell’eolico” siciliano, ai domiciliari per un’operazione speculativa nelle energie rinnovabili che aveva fatto emergere i suoi legami con Messina Denaro. Il legame d’affari tra Arata e Nicastri si sarebbe sviluppato intorno a una serie di investimenti nell’ambito delle energie rinnovabili, in particolare eolico, biometano e fotovoltaico, facenti capo ad Arata ma partecipate da Nicastri. Che, seppure prima in carcere e poi ai domiciliari, avrebbe continuato a seguire i propri affari anche in violazione delle norme sulla carcerazione preventiva.
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