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Auto, la guerra al diesel frena ancora le vendite Europa -2,5% da gennaio

Da inizio anno l'Italia giù del 4,5% e Fca dell'8,8%. Aumentano le emissioni di CO2

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L'Italia fa sempre da freno alle vendite di auto in Europa. Nel primo quadrimestre le immatricolazioni hanno segnato un -2,5%.

È da otto mesi che la situazione è stagnante. Tra i mercati più importanti, l'Italia si distingue per il -4,5% da gennaio (come la Spagna). «Meglio» il Regno Unito (-2,7%), la Francia (-0,4%) e la Germania (-0,2%). Anche il secondo trimestre dell'anno, come dato globale, è partito in «rosso» (-0,5%) seppure in leggero recupero. In questo scenario, Fca ha riguadagnato terreno, anche se le immatricolazioni restano in territorio negativo (-3% in aprile e -8,8% dall'inizio del 2019).

A pesare sulla debolezza del settore pesano numerosi fattori che Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor, identifica nel quadro economico ma anche nella demonizzazione del diesel «che crea incertezza nei potenziali acquirenti». Il neo direttore generale di Unrae, Andrea Cardinali, si focalizza sul nodo Italia. Qui, nonostante il segno positivo di aprile (+1,5%), a incidere continua a essere la crisi del diesel. «Per giunta - precisa Cardinali - nei primi quattro mesi da noi le emissioni di CO2 sono aumentate del 6,5%, e questo è proprio l'effetto della campagna di demonizzazione del diesel. Tutti attacchi che non risparmiano nemmeno le modernissime motorizzazioni Euro6».

Quello del diesel, però, non è solo un problema italiano (-22%). Ecco i dati aggiornati relativi ai principali mercati. A presentarli è Paolo Scudieri, presidente di Anfia: -24% in Spagna, -17% in Francia e -9% in Germania. In quest'ultimo caso, la domanda di vetture a gasolio mostra, per la prima volta nell'anno, un calo mensile, anche se decisamente inferiore rispetto agli altri Paesi più importanti. Male il diesel e, per l'Italia, vantaggi ancora limitati per le motorizzazioni «trendy» nonostante la spinta degli ecobonus. «Almeno per ora - evidenzia Quagliano (CsP) - vengono deluse le attese delle autorità di governo nazionali e locali che hanno decretato l'ostracismo al diesel». L'esperto di automotive, guardando alle prospettive dell'economia e al persistente effetto negativo causato dalla guerra al gasolio, indica in 15,2 milioni di unità le vendite in Europa nel 2019, con una riduzione del 5% rispetto al massimo toccato nel 2017 (16 milioni).

Tra i costruttori, pesante in aprile il dato di Nissan (-17,1% e -25% a gennaio) che continua a patire il dopo Ghosn. Tra l'altro, la Casa giapponese ha appena deciso di cooptare Thierry Bolloré, ad dell'alleata Renault, in un cda allargato nella fase di rafforzamento della governance dopo l'arresto dell'ex presidente Carlos Ghosn.

In casa Fca, nei quattro mesi a proporre il segno positivo è solo il marchio Jeep (+7,1%) con Wrangler (+88,2%), Cherokee (+24,85%), Renegade (+6,95%) e Compass (+3,7%). Bene anche Lancia (+33,8% da gennaio), ma il fenomeno è contenuto solo all'unico mercato di riferimento, quello italiano. La quota di penetrazione del Lingotto perde comunque terreno, al 6,8% dal 6,3% nel quadrimestre.

Per il gruppo guidato da Mike Manley, la Borsa ha guardato ai fatti di Oltreoceano e alla decisione di Donald Trump di rinviare di 6 mesi l'imposizione di dazi verso l'Ue. Il titolo ha così guadagnato lo 0,94%. Fca Bank, tramite la sua filiale irlandese, ha intanto collocato un prestito obbligazionario da 800 milioni, avente come scadenza novembre 2022 e la cedola a tasso fisso pari allo 0,625%. E nello stesso giorno, Bankitalia ha inflitto a Fca Bank una sanzione di 2,5 milioni per una serie di irregolarità, tra cui «carenze nell'organizzazione e nei controlli in materia di trasparenza».

Notizia e foto tratte da Il Giornale
© Riproduzione riservata
18/05/2019 09:19:12


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