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Caos procure, 4 consiglieri lasciano il Csm

Ermini: “Riscatto oppure saremo perduti”

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Il Consiglio Superiore della Magistratura sta andando in pezzi. Oggi si sono autosospesi i consiglieri Corrado Cartoni e Antonio Lepre. Qualche ora più tardi è toccato al presidente della Commissione Direttivi Paolo Criscuoli e Gianluigi Morlini. Tutti dicono di averlo fatto nella consapevolezza di essere estranei a qualunque vicenda. Qualcuno come Criscuoli parla di «pericoloso clima da caccia alle streghe». Fatto sta che nel pomeriggio, quando il vicepresidente del Csm ha aperto i lavori del plenum, quattro sedie erano vuote. E non poteva essere altrimenti: il Csm sa che la bufera nella quale è finito rischia di spazzare via la credibilità e l’autorevolezza di cui da sempre godono i magistrati in Italia. Le autosospensioni, tuttavia, non avranno conseguenze sull’attività del consiglio: per la validità delle deliberazioni è necessaria la presenza di almeno 10 magistrati e 5 componenti eletti dal Parlamento. Allo stato siedono 13 magistrati (11 togati più il presidente e il pg della Cassazione), ma le uscite sono un segnale importante.

Perché queste autosospensioni? Tutto inizia con l’indagine aperta da Perugia nei confronti di Luca Palamara, membro del Csm ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Palamara è accusato di corruzione. Avrebbe preso soldi da due avvocati per favorire la nomina di un magistrato “amico” degli avvocati alla procura di Gela. Il Csm è l’organo di autogoverno delle toghe che decide le nomine nelle procure. Ci si limitasse al caso Palamara, però, la cosa finirebbe presto. Gli inquirenti perugini accertano, verificano e, nel caso, inquisiscono. Tuttavia finiscono presto coinvolti altri due magistrati. Sono indagati per rivelazione del segreto istruttorio per aver avvertito Palamara dell’indagine a suo carico aperta da Perugia. Poi però arrivano le carte e lo scandalo si allarga. Perché a un certo punto il consigliere Palamara ha un incontro a cui sono presenti altri membri del Csm (quelli autosospesi) e due politici del Partito Democratico: Luca Lotti e Cosimo Ferri. Tema dell’incontro è il successore del procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone. Che ci fanno due politici insieme a membri del Csm, che la Costituzione vuole lontana dalla politica proprio per la separazione dei poteri, a discutere della nomina di un incarico così importante come quello del procuratore della Capitale?

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
04/06/2019 21:58:41


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