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Produzione industriale in calo, crolla il settore auto: -17,1%

I dati dell’Istat: anche su base annua c’è una contrazione dell’1,5%

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Ad aprile 2019 l’Istat rileva per la produzione industriale la seconda flessione congiunturale, dopo gli aumenti di inizio anno, con un calo dello 0,7% da marzo. Anche su base annua c’è una contrazione dell’1,5% dell’indice corretto per gli effetti di calendario, che non stima il possibile impatto del «ponte» tra Pasqua e 25 aprile (+0,1% i dati grezzi). Da marzo l’indice è in aumento solo per il comparto energia (+3,6%), i beni strumentali segnano -2,5%, i beni intermedi -0,7% e i beni di consumo -0,5%.

Crolla la produzione: ad aprile -17,1%
La produzione italiana di autoveicoli diminuisce ad aprile 2019 del 17,1% rispetto all’anno precedente nei dati corretti per gli effetti di calendario. Nei primi quattro mesi dell’anno emerge una contrazione cumulata del 14,7%.

Variazioni per settori

I settori di attività economica che registrano variazioni annue positive sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+5,8%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+4,9%). Le flessioni più ampie si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,2%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-7,4%) e nella fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-6,2%).

«Dati che preoccupano»

«Una doccia fredda per il Governo e per il Paese. Dopo il calo di marzo, la produzione continua a scendere. Iniziamo il secondo trimestre nel peggiore dei modi. Un dato che avrà effetti sul Pil e sulle previsioni di crescita del Governo, alzando il rischio di una manovra correttiva», afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, commentando i dati. «Rispetto ai valori pre-crisi dell’aprile 2008, la produzione totale è ancora inferiore del 22,4%, ossia più di un quinto. In 11 anni, i beni di consumo durevoli sono precipitati addirittura del 31,9%, quasi un terzo. Una voragine da colmare che indica come gli italiani non si possano ancora permettere di acquistare i beni di consumo più costosi e che la priorità del Governo dovrebbe essere quella di rilanciare la capacità di spesa del ceto medio», conclude Dona.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
10/06/2019 14:21:21


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