Opinionisti Giacomo Moretti

Una emorragia da fermare

Il nuovo fenomeno migratorio che sta colpendo il nostro Paese

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Recentemente sono stati resi noti i dati del nuovo fenomeno migratorio che sta colpendo il nostro Paese.

Sono consapevole di andare contro corrente, infatti tutti i giorni non si fa altro che parlare di immigrazione e di immigrati.

Ovvero si riempiono pagine di giornali analizzando, e troppo spesso, strumentalizzando il fenomeno dell’immigrazione.

Siamo tartassati di immagini di navi che arrivano nelle nostre coste.

Immagini talvolta drammatiche, immagini che si prestano alle opposte tifoserie.

Allora se da una parte si pensa di risolvere il problema degli sbarchi tenendo in mare per giorni dei disperati, dall’altra parte si pensa che un’accoglienza incontrollata e sregolata sia inevitabile.

Insomma strumentalizzazioni da una parte e dall’altra, ma nulla di più.

Infatti nonostante i proclami di questo o di quello, nessuno è riuscito a fermare e regolare il flusso migratorio nei confronti del nostro Paese, c’è chi è riuscito a lucrare più o meno bene su questo grande problema.

Chi vi ha lucrato politicamente, ottenendo vere e proprie fortune dentro le urne, e chi in maniera squallida vi ha lucrato economicamente assumendo la forma di moderni sciacalli che si gettano sulle disgrazie altrui per trarne profitto.

Ma appunto, non è di immigrazione che voglio parlare, come dicevo è già argomento continuo e martellante, perché si presta bene a trarne profitto.

Io vorrei brevemente soffermarmi sul fenomeno opposto.

L’Italia è stata terra di enormi migrazioni.

Migrazioni interne, da sud verso nord, ed esterne verso altri paesi.

Le comunità italiane nel mondo sono numerosissime, sia in termini di paesi dove si registra la presenza italiana, sia in termini numerici delle comunità stesse che all’estero sono cresciute ed hanno trovato un proprio sviluppo.

Ebbene siamo tornati terra di migranti.

Però questa volta a farla da padrone è l’emigrazione verso l’estero.

Nel 2018 sono andati all’estero oltre 128.000 italiani, e negli ultimi 13 anni la percentuale dei nostri connazionali che hanno abbandonato l’Italia è aumentata del 70%, pari a più di 2.000.000 di unità.

Per la maggior parte giovani, segnando un fenomeno del tutto nuovo, ovvero quello che anche le famiglie se ne vanno via insieme ai propri giovani.

Per non parlare dei pensionati italiani che vanno all’estero per beneficiare di una più favorevole tassazione sulla pensione.

Insomma, un fenomeno dalle dimensioni preoccupanti che pare interessare poco la nostra politica.

Forse perché non vi sono alcune previsioni di lucro economico o politico a sollevare con forza il problema.

Ma come si fa a non intervenire?

In percentuali altissime, chi ci lascia, poi gode di una considerevole scolarizzazione, in maggioranza sono tutti laureati.

Istruzione pagata con i soldi degli italiani della quale beneficeranno altre nazioni.

Pensiamo per esempio al campo della ricerca: quanti brevetti saranno registrati da stati esteri ma frutto di cervelli italiani formati con i nostri soldi?

Capisco che va più di moda fotografare una nave in rada con dei disgraziati dentro che non recarsi in un aeroporto dove, genitori spesso in lacrime, salutano i propri figli.

Il brutto di tutto questo è che mentre i migranti italiani di decenni fa andavano in cerca di un mondo migliore, i nostri giovani connazionali partono certi di trovarlo.

Un mondo che offre lavoro, che offre prospettive.

Recente la storia di una ragazza che in Italia aveva trovato con fatica posto da collaboratore scolastico, nonostante la sua laurea, la specializzazione e vari master, mentre nel Regno Unito dopo un colloquio è stata assunta per dirigere un centro di ricerca.

Insomma ci stanno abbandonando cittadini deputati a svolgere lavori fondamentali, ci sta abbandonando la nuova classe dirigente della quale ci sarebbe tanto bisogno.

Sì, lo sappiamo e lo sentiamo dire da anni, l’Italia è un paziente malato.

Ciò è fuori discussione, ma come ogni paziente malato prima di tante chiacchiere e tanti slogan avrebbe bisogno di delle cure necessarie.

Come un malato che ha in corso un’emorragia, la prima cosa da fare è fermarla.

Davanti ad un’emorragia di talenti, qual è quella in corso, è necessario intervenire subito.

Magari non porta voti, magari non porta guadagni facili, ma da una classe dirigente degna di questo nome mi aspetto più azione e meno strumentalizzazione.

Redazione
© Riproduzione riservata
31/10/2019 10:43:43

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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