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Inaugurato a Juba l'ospedale per il quale si erano impegnati Carlo e Gabriella Spini

La figlia Elisabetta presente alla cerimonia assieme ai componenti di Africa Tremila

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“Una giornata significativa: l’inaugurazione dell’ospedale non fa altro che ufficializzare la realizzazione del grande sogno dei nostri genitori ed è uno fra i ricordi più forti che ci lasciano”. Andrea Spini, il figlio maggiore di Carlo e Gabriella, non era ieri a Juba, nel Sudan del Sud, dove alla presenza delle autorità locali si è proceduto con il taglio del nastro per il “Three Angels health center”, la struttura sanitaria che non avrebbe dovuto portare questa denominazione, scelta in giugno a seguito della tragedia aerea del 10 marzo scorso che ha cambiato il corso degli eventi. A rappresentare la famiglia biturgense colpita dal duplice lutto c’era Elisabetta, sorella di Andrea, Marco e Francesco, che ha seguito nel viaggio i quattro componenti di Africa Tremila, l’associazione con sede a Bergamo della quale Carlo Spini era presidente e la moglie Gabriella Viciani consigliere, mentre la terza vittima, Matteo Ravasio (originario della città orobica) svolgeva le mansioni di tesoriere. La più giovane dei quattro figli della coppia si è infatti unita a coloro che li hanno sostituiti alla guida della onlus: il presidente Roberto Spagnolo, la vice Gisella Inverardi, la segretaria Romina Russo e il nuovo tesoriere Mauro Centurelli. Una cerimonia che si è consumata il 9 novembre, ossia a otto mesi praticamente esatti da quando il Boeing 737 della Ethiopian Airlines, decollato alle 8.38 da Addis Abeba, è andato a schiantarsi dopo pochi minuti di volo vicino a Bishoftu, a una sessantina di chilometri di distanza dal luogo della partenza. Immancabili i momenti di commozione che hanno accompagnato la mattinata: sulla targa che contraddistingue all’ingresso il centro salute, oltre alla intitolazione in lingua inglese, sono incisi nell’ordine anche i nomi di Carlo, Matteo e Gabriella; una sorta di doveroso e immortale omaggio verso coloro che si sono battuti per migliorare la qualità della vita nella popolosa città sudanese. Ieri più che mai è riecheggiata la frase pronunciata a suo tempo dai fratelli Spini: “Parte del cuore dei nostri genitori è lì!”. All’inaugurazione dell’ospedale di Juba, i volontari di Africa Tremila non sono andati a mani vuote: si sono portati appresso medicinali, lenzuola, magliette e anche due computer; operativo già da qualche settimana e gestito da suore della congregazione delle Orsoline di Gandino, il “Three Angels Health center” occupa in totale una superficie di 450 metri quadrati ed è dotato di ambulatorio e maternità. I posti letto sono una ventina e tutti per la breve degenza: questa la grande eredità di Carlo Spini, Gabriella Viciani e Matteo Ravasio, con la speranza che l’attività prosegua nel migliore dei modi, concentrandosi sulle cure da prestare alle donne nella fase sia antecedente che successiva al parto. È quanto avrebbero voluto i tre artefici che non ci sono più.

Foto ricordo della inaugurazione dell'ospedale di Juba, con Elisabetta Spini che tiene in mano la targa sulla quale è scritta la denominazione del centro

Redazione
© Riproduzione riservata
09/11/2019 22:24:49


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