Renzi: “Ho avuto un prestito e l’ho restituito, con le querele mi ripago il mutuo”
La replica all’inchiesta sui legami tra Fondazione Open e la compravendita della sua villa
«Ho venduto una casa, ne ho comprata un’altra che costava di più e ho preso un mutuo per la differenza e per i lavori. Non avendo disponibilità di tutti i soldi ho chiesto un prestito che poi ho restituito: niente di illegittimo, c’è un atto formale, una scrittura privata, un bonifico. Tutto regolare e trasparente». Così Matteo Renzi, intervistato da Radio Capital, ha risposto all’indagine aperta dalla procura di Firenze sulla compravendita della villa vicino a Firenze e sui soldi provenienti da uno dei finanziatori della sua fondazione, Open. «Guarda caso – ha continuato l’ex premier e leader di Italia Viva – ho parlato di ferita della democrazia perché due magistrati decidono che Open non è una fondazione ma un partito e subito dopo vengono diffusi miei documenti privati, per una faccenda che non c’entra nulla». Il riferimento è alle carte pubblicate da alcuni giornali su cui Renzi ha già deciso di far partire delle querele. «Ho fiducia nella magistratura di Firenze – ha ancora detto – e per questo stamattina ho firmato tre denunce penali che saranno indirizzate al procuratore capo di Firenze, dottore Creazzo. La prima riguarda il signor Travaglio per aver detto che il governo Renzi “ha beneficato il gruppo Toto nel 2017”. Non so di cosa parli Travaglio, ma so che il governo Renzi termina la propria esperienza nel 2016. Le altre due sono per rivelazione del segreto bancario o istruttorio alla luce degli articoli della Verità e dell’Espresso. Conto di ripagare il 70% del mio meraviglioso mutuo da un milione di euro grazie alle azioni civili». Poi il premier ha lanciato un appello alle aziende dalla radio: «Non finanziate Italia Viva – ha detto provocatoriamente – rischiate una perquisizione della Guardia di Finanza». L’ex premier ha infatti chiesto che i singoli cittadini contribuiscano con versamenti al di sotto dei 100 euro. Se il finanziamento pubblico dei partiti è bandito e se quello privato dà il via a perquisizioni, è il ragionamento, meglio per le aziende stare alla larga. «Non ho mai parlato di complotto, ma di coincidenze sì».
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