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Bilancio di fine anno della Cisl Arezzo

La città e la provincia hanno bisogno di una scossa

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Fare il punto a fine anno sullo stato dell’economica in provincia di Arezzo, dichiara il segretario generale CISL AREZZO Marco Salvini, diventa un vero e proprio esercizio. Confrontando i dati degli iscritti al collocamento 2019/2018 si evidenzia una sostanziale stabilità tendente ad un leggero rialzo. Dopo un forte miglioramento occupazionale tra il 2017 ed il 2016, che ha visto un calo di circa 10.000 iscritti alle liste degli uffici di collocamento (60.000 del 2016 ai 50.000 del 2018) la situazione si attesta e si consolida sui secondi dati.

Rileviamo anche che, per quest’anno, i numeri della cassa edile sono tutti positivi, sia in termini di nuove imprese che di occupati così come di massa salari.

Si consolida, quindi, una ripresa in un settore come quello edile considerato primario nello sviluppo del territorio. Tuttavia i dati confortanti che vengono dalle industrie dell’edilizia non trovano altrettanto riscontro nel settore artigiano dove i dati provenienti dal settore moda e servizi collocano Arezzo, insieme a Firenze e Prato, fanalino di coda in Toscana per il numero di imprese perse e calo di lavoratori dipendenti.

I dati della disoccupazione sono stabili in tutta la Toscana 7,1% (3° trim.2018/2019) il calo che è avvenuto in alcuni settori riguarda, principalmente, l’avviamento al lavoro di contratti in somministrazione ed i lavori a progetto; il settore che ha risentito maggiormente della crisi è il commercio.

La cassa integrazione sia ordinaria che straordinaria è in calo nella provincia di Arezzo nei primi sei mesi del 2019 e, rispetto al 2018, il calo è -63,2% ordinaria e -98,8% straordinaria.

Il calo però più che ad una ripresa del lavoro è dovuto alla fine degli ammortizzatori sociali in alcune aziende storiche della provincia, dove il processo di liquidazione è ancora in atto ma senza nessun ammortizzatore in piedi, mi riferisco, prosegue Salvini, a Cantarelli, Del Tongo, Pratagliolmi, Castelnuovese, Mabo, Cadla.

Quello che notiamo in negativo rispetto al passato è che, molte delle gestioni commissariali sopracitate sono sotto la responsabilità di persone lontane dal territorio e questo fa esaltare più gli aspetti burocratici rispetto a quelli di una ripresa di nuove attività nelle aree interessate. Purtroppo, le decisioni ministeriali sono spesso accompagnate da gestori vicini ai ministeri anche geograficamente, e questa lontananza dal territorio non aiuta a trovare nuove soluzioni.

Tornando al quadro generale, spiega il segretario Cisl Salvini, abbiamo di una situazione dove i lavori per le grandi infrastrutture sono fermi: una ripresa di questi cambierebbe notevolmente il quadro. Mi riferisco al collegamento di Arezzo alla Due Mari, alle terze corsie autostradali A1 e A11, a lavori locali di infrastrutture prevalentemente previste nei finanziamenti regionali quali la variante di ponte Mocarini sulla SR 69 a Terranuova Bracciolini.

Prevale quindi una situazione stagnante dove non si riesce a marciare verso una ripresa costante e duratura di cui avrebbe bisogno questa nostra provincia. Più che crisi si può parlare di declino della provincia.

L’emblema negativo, per chi viene dalla autostrada in città, è la desolante visione dell’area ex Lebole. Certo, qualcuno potrebbe dire: cosa possiamo fare se il privato non si muove? Se considerassimo quell’area, area di pubblica utilità, se avessimo pensato o realizzato un collegamento di quell’area al resto della città, se a livello politico istituzionale si fosse svolto un ruolo più attivo anziché assistere all’inerzia dei privati forse qualcosa di diverso sarebbe nato.

La città di Arezzo e la provincia hanno bisogno di una scossa che rimuova le inerzie ed il campare di rendita che non permettono più il mantenimento di una condizione di sviluppo che deve essere ritrovata proprio per opporsi ad un altrimenti inevitabile discesa.

La società sta cambiando velocemente, la digitalizzazione sta facendo spostare molti servizi dalle aziende all’utenza e quelli, che fino ad ieri erano considerati buoni posti di lavoro come le banche, rischiano di diventare fonti di nuovi precari. La politica ha il compito di accompagnare questi processi di trasformazione, anche perché il rischio è che le disuguaglianze crescano e lascino gravi ferite sociali.

Fin qui quello che è stato, ma è giusto parlare anche di futuro e noi della CISL ci stiamo mobilitando con iniziative nazionali e territoriali per la ripresa del lavoro e dello sviluppo.

Ad Arezzo in queste settimane, a cavallo 2019/ 2020, CGIL, CISL e UIL vogliono lanciare un messaggio unitario a tutta la società civile. Nelle tre sede provinciali abbiamo appeso delle lenzuola manifesto che ci scambieremo a rotazione con i nostri tre temi principali di impegno:

“La sicurezza sul lavoro, non si muore per il pane”

“Senza il buon lavoro non c’è ripresa. No al lavoro sfruttato, precario e povero”

“Non lasciamo sole le persone, la non autosufficienza priorità nel nostro impegno”

Siamo altresì impegnati nel campo della contrattazione sociale soprattutto con i Comuni affinché non si abbassi il livello di attenzione in servizi essenziali al benessere sociale dei cittadini.

Il nostro impegno, conclude Marco Salvini, anche nel nuovo anno sarà massimo: La Cisl c’è e ci sarà per il benessere dei lavoratori, del lavoro e della società tutta.

Redazione
© Riproduzione riservata
28/12/2019 15:19:30


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