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Da Vito "lo smentito" alle gaffe, chi è il reggente dei 5 Stelle

Il sottosegratrio Crimi sostituirà il capo politico dei pentastellati fino agli Stati generali

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Alla fine, Luigi Di Maio ha deciso ed è previsto per questo pomeriggio, alle 17, l'annuncio ufficiale al Tempio di Adriano, circondato dai "facilitatori" regionali. L'attuale ministro degli Esteri ed esponente di spicco del Movimento 5 Stelle lascerà il suo ruolo di capo politico della formazione pentastellata.

E fino agli Stati generali del M5S, in programma a marzo, la reggenza del partito sarà assunta da Vito Crimi, per statuto, in quanto componente più anziano del comitato di garanzia. Nel corso della futura convention, prevista tra il 13 e il 15 marzo, sarà presa la decisione di una riforma della governance e l'eventuale scelta di un nuovo capo politico.

Chi è il reggente

Quarantasette anni, palermitano, con una laura in matematica mancata, fidanzato con la collega deputata Paola Carinelli, Crimi è un militante pentastellato della prima ora. Attualmente ricopre la carica di viceministro dell'Interno e dalle prossime ore gli sarà affidato un compito piuttosto delicato, quello di prendere in mano il movimento da capo politico, dopo la decisione di Di Maio. Il primo incontro con il partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio avvenne all'epoca dei Meetup-Amici di Beppe Grillo. In quella circostanza entrò in quello di Brescia, città dove viveva.

La carriera nei 5S

"Mi sono avvicinato al movimento nel 2007, con il primo V-Day: l'ho trovata un'idea geniale, era l'unica voce di protesta efficace. In seguito ho cercato il meetup di Brescia, mi sono iscritto e, nel giro di poco tempo, ero già all'opera. Da noi tu arrivi, proponi e fai", aveva dichiarato in un'intervista. Nel 2010, il suo primo tentativo politico come candidato pentastellato alle regionali, dove però ottenne solo il 3%. Nel 2013 l'elezione a senatore in Lombardia, seggio riconfermato nel 2018.

Lo streaming con Bersani

Ed è proprio il 27 marzo del 2013 che, insieme a Roberta Lombardi, si rende protagonista dello storico episodio dell'incontro in diretta streaming con la delegazione del Partito democratico, guidata da Luigi Bersani. Quella trattativa con i dem fallisce e allontana definitivamente, o almeno per quel momento storico, le due formazioni, che non lavoreranno più insieme fino al 2019, anno della formazione giallo-rossa.

La gaffe con Napolitano

Sempre nello stesso anno, in occasione delle consultazioni dopo il voto con l'allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Crimi è protagonista di un altro strafalcione. Crimi, che in quel momento era capogruppo del M5S al Senato, riferendosi al capo dello Stato aveva dichiarato: "Napolitano è stato attento, non si è addormentato. Beppe è stato capace di tenerlo abbastanza sveglio, ma anche lui è stato abbastanza attivo e abbiamo interloquito parecchio". Le scuse del pentastellato, in quell'occasione, erano arrivate poco dopo, ma l'esponente 5S aveva chiarito che la colpa di quella gaffe era tutta dei giornalisti, i quali avrebbero estrapolato la frase dal suo contesto.

Vito "lo smentito"

Nelle sue prime settimane in politica, nel 2013, è stato al centro di una serie di figuracce, seguite spesso dalle secche smentite di Grillo. Come riportato dal Sole 24 ore, in quei mesi si guadagnò un hashtag personale su Twitter, #Romanzocrimi, seguito da una sorta di tormentone, "Vito lo smentito". Quest'ultimo appellativo arrivò subito dopo alcune dichiarazioni, subito smentite appunto. La più criticata tra i penstellati fu quella che riguardava Pierluigi Bersani. Su Facebook, infatti, Crimi avrebbe scritto: "Meglio un incarico a Bersani che una prorogatio a Monti". Parole, quelle, che crearono un caso e il richiamo di Grllo che, dal suo blog, avrebbe cancellato l'affermazione dell'allora portavoce.

La "confusione" politica

Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, Crimi avrebbe lasciato la moglie per fidanzarsi con la deputata Carinelli e dopo l'inizio di questa relazione avrebbe anche cambiato aspetto, diventando più magro, con barba e lenti a contatto. Al programma radiofonico Un giorno da pecora, il neo capo politico del M5S avrebbe rivelato di aver votato, negli anni, Rifondazione comunista, Alleanza nazionale, Verdi e Ulivo (ma mail i Partito democratico), generando così qualche confusione rispetto alla sua identità politica.

Crimi "gerarca minore"

Nonostante sia definito dalla collega Lombardi "Vito orsachiotto Crimi", il pentastellato sarebbe finora l'esponente meno mediatico dei 5S ma tra i più attivi. La delega all'Editoria, affidata dal primo governo guidato da Giuseppe Conte, gli porta qualche difficoltà, soprattutto per quanto riguarda Radio Radicale, contro la quale si sarebbe accanito in diverse circostanze. Il giornalista Massimo Bordin lo definì, per questa sua crociata, un "gerarca minore".

Notizia e Foto tratta da Il Giornale
© Riproduzione riservata
22/01/2020 18:02:04


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