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Multe nella zona archeologica di Segesta in cambio dell’assunzione di moglie, figli e genero

Ai domiciliari un imprenditore e l’ex ispettore della Polizia Municipale di Calatafimi

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Corruzione attorno all’accoglienza turistica nella pregiata zona archeologica di Segesta (Trapani). Dalle prime ore di oggi i Carabinieri della Compagnia di Alcamo, al termine di una prolungata attività di indagine iniziata nell’agosto 2018, stanno eseguendo i provvedimenti ordinati dal gip del Tribunale di Trapani, giudice Piero Grillo. I militari hanno dato esecuzione a due misure cautelari, emesse dal giudice su richiesta della Procura. Agli arresti domiciliari sono finiti un imprenditore edile, Francesco Isca, 60 anni, e Salvatore Craparotta, 64 anni, Ispettore della Polizia Municipale di Calatafimi Segesta, in servizio fino al dicembre 2019. Nei loro confronti l'accusa di corruzione. Isca, soggetto peraltro indagato in altre indagini per associazione mafiosa, titolare di fatto di un'area di sosta e ristoro a ridosso dell'ingresso all'area archeologica di Segesta, di fatto avrebbe gestito in maniera assoluta il monopolio del servizio, grazie all'ispettore Craparotta, fin troppo lesto e severo nel punire i parcheggiatori abusivi della zona, ricambiato dall'assunzione del suo intero nucleo familiare, moglie, figli e genero, nella società di Isca. E' così venuto fuori quello che il pm titolare delle indagini, dott. Francesca Urbani, ha definito "un patto corruttivo" tra l’imprenditore e l’Ispettore della Polizia Municipale, il quale volendo "servire" per bene la sua controparte, avrebbe utilizzato indebitamente gli strumenti in suo possesso, per agevolare l’attività economica e incentivare gli introiti dalla società di Isca, multando con assiduità gli automobilisti che parcheggiavano le loro auto fuori dal parcheggio a pagamento, lungo la strada che conduce al tempio o in aree anche a distanza improvvisate come zone di sosta. I carabinieri stanno notificando avvisi di garanzia ad altri cinque indagati e stanno eseguendo perquisizioni: i reati contestati, a vario titolo, sono oltre alla corruzione anche favoreggiamento, abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
20/02/2020 07:46:08


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