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I contagi frenano troppo lentamente. L’Oms: “Senza restrizioni il virus tornerà”

Nuove regole per aumentare il numero di tamponi

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Forse quattro giorni sono ancora pochi per definire un trend, però i numeri dicono che i nuovi contagi erano 4.050 il 31 marzo, sono persino un po’ saliti ieri a 4.585. I tempi di uscita dall’emergenza pandemica insomma sembrano allungarsi. Anche se il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro dispensa moderato ottimismo, affermando che «i nuovi contagi stanno lentamente decrescendo». «Ma la discesa - ha aggiunto subito dopo- dipenderà dalla capacità di mantenere le misure che hanno prodotto questo calo». Quasi un monito a chi nel governo in queste ore sta pensando a riaccendere, sia pure sottogiri i motori dell’economia. Ancora più esplicitò l’altolà dell’Oms. «Se i Paesi si precipitano ad annullare le restrizioni troppo velocemente il coronavirus potrebbe riprendere e l’impatto economico sarebbe più grave e prolungato», ha messo in guardia il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. Nessuna fuga in avanti se la curva epidemica non inizierà veramente a scendere, ammoniscono insomma le massime autorità scientifiche, italiane ed internazionali. E da noi, sia pure più lentamente, quella curva continua invece a crescere. Alcuni affermano che dietro questo stallo ci sia anche l’aumentato numero di tamponi degli ultimi giorni, saliti dai 23.300 eseguiti il 30 marzo scorso a 38.600. Ma i contagi si riferiscono a test eseguiti in media cinque giorni prima e possono essere anche più di uno a persona. Sicuramente però i test ora saranno più rapidi, perché una circolare del ministero della Salute ha dato il via libera ai test molecolari veloci, stabilendo anche che i tamponi dovranno essere eseguiti in via prioritaria a ricoverati, operatori sanitari esposti a maggior rischio e persone fragili o con problemi respiratori ricoverati nelle Rsa. E chissà che non si finisca per dover testare anche cani e gatti domestici, visto che l’Iss ne ha scoperti 4 positivi, infettati proprio dall’uomo. Detto questo che non si facciano né passi avanti e fortunatamente nemmeno indietro lo dicono anche i dati degli attualmente positivi, ossia di coloro con l’infezione in atto, che sono leggermente scesi da 2.447 a 2.339. Una marcia lenta, che però poco per volta ridà ossigeno ai reparti Covid e alle terapie intensive. Sempre alto il numero dei morti, 766 nella giornata di ieri, che portano il totale delle vittime a 14.681, mentre i medici caduti sul campo salgono a 73, anche se potrebbero essere meno, visto che il loro Ordine conteggia anche ultra settantenni probabilmente in pensione. Dopo giorni di trend in discesa risalgono leggermente i nuovi casi in Lombardia, 1.455 contro i 1.299 del giorno prima e anche i 30 accessi in un giorno nelle terapie intensive sono in controtendenza rispetto al calo degli ultimi giorni. Continua a frenare la crescita dei contagi nel Lazio, che con nuovi 167 casi abbatte il trend sotto il 5%. Bene anche Roma, dove i nuovi casi scendono da 55 a 45, mentre al Sud si allontana lo spettro di nuovi focolai.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
04/04/2020 14:10:57


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