Opinionisti Claudio Cherubini

Università dell’Età Libera di Sansepolcro

Riprendono le lezioni online fra entusiasmo e difficoltà di collegamento

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Non tutti sanno che a Sansepolcro da quasi trent’anni esiste un’università. E’ l’Università dell’Età Libera che durante l’anno scolastico tiene le sue lezioni due volte a settimana nella biblioteca dell’Istituto tecnico (ex Ragioneria) del Liceo Città di Piero.

Si inserisce nella tradizione delle università popolari, istituite in tutta Europa nel corso dell’Ottocento con lo scopo di far avvicinare alla cultura tutte le persone, in particolare quelle più emarginate. In Italia arrivarono agli inizi del Novecento in un paese in gran parte analfabeta dove il saper leggere, scrivere e far di conto era un privilegio soltanto una esigua minoranza. Lo scopo era quello di diffondere l’istruzione attraverso conferenze, dibattiti e diffusione di testi scritti. Sotto il Fascismo scomparvero o furono chiuse dal regime. Come tutta l’Italia risorsero nel secondo dopoguerra, poi negli anni Settanta comparvero istituzioni simili con altri nomi e la più conosciuta è ancora oggi l’Università della terza età.

Anche a Sansepolcro agli inizi degli anni Novanta su incoraggiamento della professoressa Paola Cardelli, allora assessore alla cultura, fu fondata un’associazione di volontariato e di promozione sociale, un’associazione educativa rivolta agli adulti con lo scopo di approfondire le conoscenze culturali degli iscritti, ma soprattutto di creare relazioni e diventare occasione di aggregazione fra quelle persone che non erano più dentro al ciclo produttivo o che per altri motivi potevano rimanere emarginati dalla vita sociale. Si chiamò Università dell’Età Libera perché libera vuole essere ancora oggi in ogni senso: libera adesione, libera età di iscrizione e soprattutto libera scelta di appartenere a un gruppo in cui impegnarsi e partecipare. Comprensibilmente il gruppo è composto quasi tutto da pensionati e rilevante è la componente femminile.

A presiedere l’associazione dal 2009 è il professor Enzo Papi che con un gruppo di soci organizza il programma delle lezioni mese per mese, contattando i docenti che sono insegnanti oppure studiosi di una qualche disciplina di cui espongono qualche tema. Così gli argomenti sono tra i più vari riguardando principalmente la storia, l’arte e la letteratura, ma anche argomenti di curiosità. Ovviamente una compagnia di “studenti” non può prescindere da occasioni ricreative come il “viaggio d’istruzione” (che nel 2019 è stato alla bellissima mostra di Forlì sulla pittura italiana dell’Ottocento), nonché la partecipazione in gruppo a mostre o altri eventi che si svolgono in città.

Nell’ultimo decennio gli iscritti sono passati dai 33 dell’anno accademico 2009-10  ai 60 del 2014-15 per poi mantenersi stabili su questi livelli. L’anno accademico inizia a ottobre e termina a maggio ma la frequenza alle lezioni, che si tengono il mercoledì e il venerdì alle ore 17, è costantemente alta: in media una trentina di persone.

Quest’anno l’epidemia Covid-19 ha interrotto bruscamente le lezioni ai primi di marzo, ma invece che essersi spenta nella “quarantena” del coronavirus l’attività dell’Università dell’Età Libera si è ravvivata. Il presidente Enzo Papi con il valido e fondamentale aiuto di Ivano Ricci, uno dei soci con le necessarie competenze tecniche, ha riavviato le lezioni tramite una piattaforma di videoconferenze online, completamente gratuita. Così dopo meno di un mese è ripresa l’attività bisettimanale. La prima lezione si è tenuta il 27 marzo fra l’entusiasmo dei partecipanti e le difficoltà di collegamento. L’eccitazione dei primi a collegarsi e rivedere di persona anche, se in video, i propri “compagni di classe” è stata emozionante. In questo momento d’isolamento forzato queste videoconferenze sono un’occasione per far incontrare di nuovo persone che si frequentavano abitualmente continuando così a perseguire lo scopo aggregativo e sociale del sodalizio. Ma c’è di più: molti soci, un po’ anche per l’età, sono poco pratici dell’informatica e questa nuova iniziativa è un’opportunità per imparare o prendere maggiore confidenza con computer e smartphone. L’interesse che molti hanno messo per conoscere lo strumento informatico e la passione con cui si sono approcciati alla scoperta dei “segreti” del web sono un buon auspicio per ritornare ai livelli di frequenza di prima e aggiungere chi per motivi di mobilità o per pigrizia era più assente alle lezioni tradizionali. In ogni caso al momento sono in crescita gli iscritti alla piattaforma che stanno raccogliendo la sfida, tutti fiduciosi che “ce la faremo” come recita il loro motto del gruppo di WhatsApp.

Claudio Cherubini
© Riproduzione riservata
05/04/2020 07:40:32

Claudio Cherubini

Imprenditore e storico locale dell’economia del XIX e XX secolo - Fin dal 1978 collabora con vari periodici locali. Ha tenuto diverse conferenze su temi di storia locale e lezioni all’Università dell’Età Libera di Sansepolcro. Ha pubblicato due libri: nel 2003 “Terra d’imprenditori. Appunti di storia economica della Valtiberina toscana preindustriale” e nel 2016 “Una storia in disparte. Il lavoro delle donne e la prima industrializzazione a Sansepolcro e in Valtiberina toscana (1861-1940)”. Nel 2017 ha curato la mostra e il catalogo “190 anni di Buitoni. 1827-2017” e ha organizzato un ciclo di conferenza con i più autorevoli studiosi universitari della Buitoni di cui ha curato gli atti che sono usciti nel 2021 con il titolo “Il pastificio Buitoni. Sviluppo e declino di un’industria italiana (1827-2017)”. Ha pubblicato oltre cinquanta saggi storici in opere collettive come “Arezzo e la Toscana nel Regno d’Italia (1861-1946)” nel 2011, “La Nostra Storia. Lezioni sulla Storia di Sansepolcro. Età Moderna e Contemporanea” nel 2012, “Ritratti di donne aretine” nel 2015, “190 anni di Buitoni. 1827-2017” nel 2017, “Appunti per la storia della Valcerfone. Vol. II” nel 2017 e in riviste scientifiche come «Pagine Altotiberine», quadrimestrale dell'Associazione storica dell'Alta Valle del Tevere, su «Notizie di Storia», periodico della Società Storica Aretina, su «Annali aretini», rivista della Fraternita del Laici di Arezzo, su «Rassegna Storica Toscana», organo della Società toscana per la storia del Risorgimento, su «Proposte e Ricerche. Economia e società nella storia dell’Italia centrale», rivista delle Università Politecnica delle Marche (Ancona), Università degli Studi di Camerino, Università degli Studi “G. d’Annunzio” (Chieti-Pescara), Università degli Studi di Macerata, Università degli Studi di Perugia, Università degli Studi della Repubblica di San Marino.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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