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Megaprestiti alle aziende, ancora niente accordo tra Pd e Cinquestelle

Italia Viva si impunta: lo Stato garantisca il 100% quelli fino a 800mila euro e zero burocrazia

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Si discute, si incrociano le lame, si fanno calcoli, si consultano le chat infuocate, così si va avanti da questa mattina a Palazzo Chigi, per la travagliata gestazione del «decreto Imprese» da 200 miliardi. Da ore gli stati maggiori dei partiti alleati restano in continuo contatto con i «tecnici» per venire a capo di vari contenziosi: il consiglio dei ministri è cominciato, ma non è bastato un lungo vertice di maggioranza preventivo con il premier ed i capidelegazione di Pd, M5S, Leu e Iv, a dirimere i contrasti. Su due punti essenzialmente, legati al decreto imprese. Quello delle modalità di erogazione, ovvero il 100% di garanzia dello Stato a tutti i crediti fino a 800 mila euro, per la quale si battono i big di Italia Viva. «Italia Viva ha lanciato un progetto semplice e chiaro: 100% di garanzia statale per dare liquidità a Imprese e Partite IVA. E restituzione in 100 rate a partire dal 2022 senza interessi», è lo slogan lanciato da Maria Elena Boschi al termine del vertice. Con la richiesta perentoria dei renziani di assicurare alle imprese «zero burocrazia», condizione considerata  ancora più imprescindibile delle altre.

SCONTRO PD-5STELLE SU RUOLO CDP

Ma poi è in corso anche  un duro braccio di ferro tra Pd e 5stelle sulla gestione dei megaprestiti sopra gli 800 mila euro,  da affidare non a Cdp, ma  alla Sace, società specializzata in garanzie per il credito, con una rete di 150 banche. «Una lotta di potere», la definisce uno dei partecipanti al vertice. Una battaglia che sotto i risvolti tecnici cela un risvolto tutto politico. Perché i 5stelle  non vogliono svuotare la Cassa depositi e prestiti di competenze, spalleggiati dietro le quinte dai renziani; e il Pd, ovvero il Mef, invece si batte per affidare tutta la gestione alla Sace, pur senza farla tornare sotto la sua diretta proprietà come era fino al 2012, ma lasciandone il controllo societario a Cdp. Un compromesso benedetto dal premier, che presenta però non convince tutti. Sace offrirà le garanzie alla massa enorme di crediti erogati dalle banche alle imprese, ma «non è soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Cdp», si legge nella bozza su cui si discute. Sace «consulta preventivamente il ministero dell’Economia sulle decisioni aziendali rilevanti per un’efficace attuazione delle misure di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese e di rilancio degli investimenti, con particolare riferimento alle decisioni sul l’assunzione degli impegni e al recupero dei crediti».

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
06/04/2020 13:55:48


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