Il 18 si riparte...
Ma con quali incognite?
Quindi ci siamo: il 18 maggio l’Italia riparte. Da questa data, infatti, potranno riaprire le saracinesche tutte le attività che oramai erano chiuse da un paio di mesi a causa del Covid-19. Ma una riapertura come quella che viene ipotizzata la ritengo poco funzionale per alcune attività come bar e ristoranti: le dimensioni di alcuni locali, i costi per la sicurezza e soprattutto le regole a cui dovranno adeguarsi i clienti possono generare delle problematiche. Distanza di quattro metri tra ogni tavolo, clienti che dovranno presentare un’autocertificazione per dimostrare che chi siede al proprio tavolo è una persona con cui si condivide il medesimo tetto, interpareti di plexiglass e tanto altro: una serie di accorgimenti che danneggerà sicuramente categorie economiche già entrate in crisi. Fortunatamente, l’arrivo della bella stagione aiuterà a rispettare le regole imposte dal governo, utilizzando gli spazi all’aperto. In momenti come questi, molto importante sarà anche il ruolo della politica locale, concedendo a commercianti e artigiani spazi di suolo pubblico a costo zero e con assieme una revisione delle assurde tariffe relative ai rifiuti e Imu (una patrimoniale vergognosa). Perché per queste partite Iva è importante riaprire, ma è fondamentale lavorare.
Punti di Vista
Imprenditore molto conosciuto, persona schietta e decisa, da sempre poco incline ai compromessi. Opera nel campo dell’arredamento, dell’immobiliare e della comunicazione. Ha rivestito importanti e prestigiosi incarichi all’interno di numerosi enti, consorzi e associazioni sia a livello locale che nazionale. Profondo conoscitore delle dinamiche politiche ed economiche, è abituato a mettere la faccia in tutto quello che lo coinvolge. Ama scrivere ed esprimere le sue idee in maniera trasparente. d.gambacci@saturnocomunicazione.it
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