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Cinque domande con...Corrado Belloni consigliere comunale della Lega a San Giustino

"Oltre che frenare l’espansione del virus é necessario superare anche il problema psicologico"
Gestore di un pubblico esercizio, con molti anni di esperienza e professionalità alle spalle, nonchè consigliere comunale di opposizione. Assieme a genitori e sorella, Corrado Belloni lavora nell’omonimo ed elegante bar che si trova nella centralissima piazza del Municipio a San Giustino e da anni è impegnato anche sul versante politico-amministrativo all’interno del Comune di origine, perché attualmente è residente a Perugia. Sul piano squisitamente politico, Belloni è esponente della Lega, partito che sta primeggiando in Umbria. Con lui, affrontiamo le implicazioni legate al Covid-19, tanto più che appartiene a una delle categorie più colpite dall’emergenza.
Belloni, per un’attività come la sua cosa significano due mesi e passa di stop?
“Significano due mesi e passa di mancati incassi e quindi il 2020 potrà semmai contare su quasi dieci mesi di introiti. La perdita che c’è stata non la recuperi, tanto più che dopo la parentesi invernale, nella quale si lavora inevitabilmente di meno, il periodo di marzo, aprile e metà maggio è notoriamente quello che segna la ripresa dell’attività. Ti viene meno, insomma, una fetta temporale favorevole e anche se non rischi la chiusura, i costi ti rimangono pieni. È arrivata l’elettricità, ho appena pagato l’Inps e fra qualche giorno tocca all’Iva. Mi domando: chi non aveva liquidità come ha fatto a pagare?”.
Il 18 maggio è per fortuna vicino: si riparte. Una decisione oramai matura, a suo giudizio?
“In Umbria siamo praticamente a posto, i numeri ci stanno dando ragione e allora scusate se la mia può sembrare una opinione “maliziosa” dal punto di vista politico, ma credo che il governo centrale non abbia applicato scaglionamenti territoriali per non agevolare le regioni in cui amministra il centrodestra; mi sarebbe piaciuto vedere se gli stessi provvedimenti li avesse presi anche in presenza di un’amministrazione regionale di centrosinistra. Relativamente ai costi aggiuntivi, vi sarà la spesa del dispencer per il gel, perché le sanificazioni le abbiamo sempre fatte, anche prima del Covid-19. Il problema vero diventano i distanziamenti: dobbiamo rispettarli e allora di gente al bar ne entrerà di meno e a turno”.
Anche gli spostamenti confinati all’interno del territorio regionale costituiscono una penalizzazione?
“Senza ombra di dubbio. La nostra piazza di San Giustino è luogo di passaggio fra due regioni, per cui la specifica disposizione è un altro limite allo svolgimento dell’attività. Mettiamoci poi gli spauracchi mediatici, che indicano nella categoria anagrafica dai 60 anni in su quella più a rischio. Io di clienti sulla sessantina ne ho molti: stanno tutti bene in salute e qualcuno si fa pure 100 chilometri in bicicletta, poi però non viene al bar per le paure che gli hanno trasmesso. Così facendo, ci ritroviamo al 25% del volume che realizziamo normalmente in questo periodo dell’anno”.
Previsioni sul ritorno alla normalità, quella piena?
“Bisognerà attendere il marzo del prossimo anno. Oltre che frenare l’espansione del virus, c’è un altro obiettivo da raggiungere nel frattempo, sul quale occorrerà lavorare anche quando i contagi non vi saranno più: superare il problema psicologico. La gente conserverà, almeno nei primi mesi, una buona dose di paura, perché purtroppo viene influenzata e “bombardata” dalle notizie: le 50-60 persone che venivano qui nel nostro bar per prendere il caffè e leggere il giornale sono ora spaventate. Ho clienti fissi da 45 anni, che potrebbero cambiare abitudine, tanto più che una paura ulteriore è quella delle multe: se vai a fare spesa oppure in farmacia si tratta di prima necessità, mentre il bar non lo è. Ecco perché dico: forse le mascherine le toglieremo prima, ma la normalità percepita al 100% si farà attendere per un altro anno”.
Cosa ci ha insegnato questo periodo di ristrettezze e sacrifici?
“Che bisogna essere formiche, avere le spalle larghe e il magazzino pieno. Mi spiego meglio: attenzione a non esporsi troppo a livello debitorio, altrimenti è finita. Oculatezza e calcoli, quindi, perché il vento fa presto a cambiare e chiunque si potrebbe ritrovare senza soldi da un momento all’altro. Poi, è normale che le circostanze ci abbiano fatto apprezzare di più la vita familiare, insegnandoci a stare più tranquilli e ad essere meno esaltati. Per le persone che tendono a esaltarsi, la lezione è stata chiara: se anche si credono di essere qualcuno, alla fine non sono nessuno, ma presto si riparte e dobbiamo farlo con più slancio”.
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