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Il Covid "divora" l'intestino: "Cosa accade in 8 settimane"

Non attacca soltanto i polmoni ma anche cervello, cuore, pelle e l'apparato gastrointestinale

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Covid-19 è un virus multiorgano: non attacca soltanto i polmoni ma anche cervello, cuore, pelle e l'apparato gastrointestinale, di cui si sente parlare poco ma rappresenta una "via" d'accesso importante per il virus. In un'intervista esclusiva al nostro giornale, abbiamo sentito il Prof.

Antonio Gasbarrini, Direttore dell'Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e Gaestroenterologia al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche e Professore di Medicina Interna dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. In Italia, è tra i primi ad aver avviato il trapianto di feci per ripristinare il microbiota intestinale.

Quali sono i danni che il virus fa all’apparato gastrointestinale?

"Questo virus ha un recettore che è presente sia nell'apparato respiratorio che nell'apparato gastrointestinale. Non è un caso che una volta entrato per via orale, uno degli organi che più lo elimina nel tempo è proprio l'apparato digerente. Fino a 10-12 settimane dopo un'infezione da Covid, l'intestino continua ad eliminare dei frammenti virali. È l'ultimo organo ad eliminare il virus dopo la guarigione. L'intestino è un grande serbatoio dove il Coronavirus è in grado di crescere e replicarsi".

Quali sono i sintomi?

"A causa della sua permanenza anche nell'intestino, può provocare dei disturbi gastrointestinali: i più frequenti sono legati al colon irritabile che si manifesta con gonfiore, difficoltà ad evaquazione e diarrea, che può durare anche per 8-10 settimane dopo che si è avuta l'infezione".

Chi colpisce di più?

"Il virus non guarda in faccia nessuno: la sintomatologia peggiore, però, la provoca alle persone più anziane, fragili e con altre patologie. Non è un caso che la maggioranza delle persone ricoverate e con problemi maggiori siano soprattutto persone di una certa età, che hanno più malattie, obese, diabetiche o ipertese. Una serie di fattori di rischio rendono più sensibile sviluppare la malattia in maniera più grave".

Sono stati riscontrati Molti casi?

"Dal 10 al 30% delle persone che hanno un'infezione da Covid-19 possono avere disturbi gastrointestinali, a volte molto leggeri altre volte molto più fastidiosi. In alcune persone, l'apparato gastrointestinale è l'unico organo che viene colpito e manifestano la diarrea come unico sintomo di infezione da Covid".

Cos'è l'epatite da Covid?

"Il Covid può provocare anche un danno a livello epatico evidenziato dalle transaminasi: abbiamo avuto dei pazienti con insufficienza epatica che si spiegavano soltanto con un'infezione da Covid. Questo virus non colpisce soltanto l'apparato respiratorio ma anche l'apparato digerente ed in particolare sia il 'tubo', quindi l'apparato gastrointestinale che il fegato".

La malattia lascia tracce nell'intestino?

"L'intestino è la sede del sistema immunitario: stiamo vedendo che ci sono persone che, dopo due o tre mesi dall'essere completamente guarite dall'infezione continuano ad avere disturbi gastrointestinali sviluppando una specie di intestino irritabile. Prima dell'infezione stavano bene, sono guariti dal Covid ma l'intestino è rimasto irritabile. Esiste una sindrome post-infezione da Covid che dura per molto tempo. All'interno di questa sindrome può esserci un danno polmonare con una fibrosi polmonare secondaria, significa che il virus è andato via ma il polmone è stato danneggiato. Adesso si sta vedendo che esiste anche una sindrome intestinale post-Covid. Tutto il sistema immunitario intestinale, molto stimolato dal virus, ha bisogno di molto tempo per riprendersi. Anche se non c'è più, l'infiammazione è aumentata e rimane così per molti mesi".

Nel 30% dei casi, il virus potrebbe diventare malattia cronica

"Le malattie croniche sono quasi tutte malattie immuno-mediate, cioè il sistema immunitario è stato così a lungo attivo che è come se non riuscisse più a spegnersi, rimane in uno stato di auto-infiammazione. Questo è valido anche per l'apparato digerente".

Ci sono cure specifiche?

"Il nostro apparato digerente è ricco di batteri che risiedono nel microbiota intestinale, composto da una barriera anatomica molto delicata e sensibile. Come tutti i virus, quando arrivano, danneggiano sia il microbiota che la barriera intestinale. È lì che tutti i giorni arriva il cibo, quindi se si sviluppa una diarrea da Covid, la prima cosa da fare una dieta il più possibile leggera: eliminare tutti gli alcolici, gli alimenti particolarmente grassi, mangiare sempre molte fibre come frutta, verdura e cereali integrali. Cominciano ad esserci nuovi studi che ci dicono come sia importante ristabilire un corretto microbiota intestinale. La diarrea infettiva può essere curata bene con alcuni probiotici, chi ha una diarrea da Covid o dalla sindrome di post Covid, fare dei cicli di probiotici".

Esistono esami strumentali per vedere se il virus ha attaccato stomaco o intestino?

"No, ad oggi non esistono. La sierologia può essere utile se si ha febbricola, diarrea e disturbi respiratori. In alternativa c'è il tampone faringeo e presto, secondo me, avremo anche la ricerca del virus nelle feci, che ad oggi non è ancora fattibile ma presto avremo il tampone rettale per la ricerca del Covid nelle feci".

L’Iss dice che la pandemia aumenta il rischio di disturbi alimentari, lei cosa ne pensa?

"Come tutte le infezioni croniche che hanno determinato un lockdown di gente che si è spaventata e si è chiusa in casa con il terrore di uscire, queste condizioni aumentano moltissimo lo stress. Sappiamo che il nostro cervello controlla anche quello emotivo, il cervello intestinale: tutte le volte in cui ci troviamo con forte stress, tensioni o preoccupazioni, aumentano i disturbi gastrointestinali. Il rischio è che tra infezione da Covid ed il lockdown del Paese, con tutto quello che ha determinato, nei prossimi mesi potremmo assistere ad un aumento di malattie autoimmuni ed un aumento di malattie dell'apparato digerente. Il cervello emotivo non dimentica gli stress che ha subìto".

Ci sono alimenti che possono prevenire il virus?

"Sono quelli che mantengono sano il nostro eco-sistema intestinale: fra tutti senza dubbio le fibre e tutti gli alimenti naturali, non industriali o raffinati. Fibre e cereali integrali fanno bene a tutti, ancor di più per chi è a rischio infezione virale come quella del Covid. Niente alcolici ed una ricca idratazione".

Notizia e foto tratte da Il Giornale
© Riproduzione riservata
16/05/2020 18:12:29


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