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Morto a 81 anni Gigi Simoni, gloria del Genoa

Da allenatore, una Coppa Uefa con l'Inter e la grande arrabbiatura di Torino

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Forse era destino chiudere la sua partita proprio oggi, nel giorno in cui l'Inter festeggia i dieci anni di quel Triplete storico. Perché Gigi Simoni, allenatore gentiluomo e ala di ottime qualità, morto all'età di 81 anni dopo esser stato colpito da un ictus un anno fa, era rimasto legato per sempre ai colori nerazzurri. Nel bene come nel male: dalla vittoria della Coppa Uefa 1997/98 all'esonero comunicato mentre ritirava la Panchina d'oro a Coverciano qualche mese dopo, nel mezzo la clamorosa protesta in campo dopo il celebre scontro Iuliano-Ronaldo nell'avvelenato Derby d'Italia di 22 anni fa. L'unico momento in cui perse veramente il controllo nella sua carriera, per uno scudetto che si sentiva scippato nel modo più clamoroso. «E' stato un grande protagonista della storia dell'Inter – gli rende omaggio Massimo Moratti, ex presidente nerazzurro -: ha vinto una coppa europea molto importante, gli è stato impedito di vincere un campionato che avrebbe assolutamente meritato».

Per quegli strani percorsi del destino, Gigi Simoni era stato un giocatore della Juventus. Nell'estate 1967 lasciò il Torino, dopo aveva collezionato 99 presenze e 21 gol in 4 anni, perché i granata si opposero alla cessione di Meroni per le proteste dei tifosi. Simoni e Meroni formavano le ali di quel Toro garibaldino e la coppia di Gigi si spezzò poco prima del tragico incidente che costò la vita alla Farfalla granata. Simoni vide il famoso derby del 4-0 (tripletta di Combin e rete di Carelli che indossava proprio quel numero sette) con la maglia bianconera addosso e un velo di tristezza per la scomparsa di un amico. In quella Juve restò poco, giocò appena 11 partite, e poi chiuse la carriera con Brescia e Genoa che portò dalla Serie B alla Serie A. Una carriera impreziosita dalla Coppa Italia vinta con il Napoli nel 1961/62 dopo essere emerso con il Mantova di Fabbri.

Allenatore del secolo a Cremona

Le migliori soddisfazioni aveva sapute prendersele da allenatore, conquistando ben 7 promozioni in Serie A: la prima nel Genoa (1975/76, quasi subito dopo aver smesso da calciatore) e l'ultima con l'Ancona nel 2002/03, ma regalò l'impresa anche a Brescia, Pisa (due volte tra 1985 e 1987) e Cremonese. Proprio a Cremona ha chiuso la sua carriera nel calcio, come direttore tecnico nel 2013/14, ed è stato nominato “allenatore del secolo”: per quelle 4 stagioni uniche (una promozione e tre salvezze in A) e soprattutto per quel Torneo Anglo-italiano vinto nel 1993 a Wembley contro il Derby County. Gigi Simoni ha allenato anche il Napoli, prima di passare all'Inter dove ha vissuto in modo intenso 16 mesi indimenticabili, mentre non ha avuto fortuna sulla panchina del Toro nel 2000 (durò appena 8 partite in Serie B) e la sua ultima apparizione nel massimo campionato risale al 2004-05 con il Siena.

Il ricordo dell’Inter

Grandi gioie, qualche amarezza e anche un'avventura tentata all'estero, quando guidò il Cska Sofia nel 2001/2002. Però la figura di Gigi Simoni resterà per sempre legata all'Inter di Ronaldo, con cui aveva un rapporto unico. “Ricordiamo e ci mancherà tutto – lo ricorda il club nerazzurro -: il suo essere signore, innanzitutto. Un modo di vivere, la vita e il calcio, mai sopra le righe. Anche il suo calcio era così: umile ma funzionale, capace di far fruttare al meglio ciò che aveva a disposizione. Sulla panchina nerazzurra arrivò nel 1997, assieme al Fenomeno, Ronaldo. Un binomio, quello Simoni-Ronaldo, che resterà per sempre nel cuore di tutti, non solo degli interisti. Un rapporto paterno, la benevolenza nei confronti di un calciatore speciale. “Ho imparato più io da lui che lui da me, in quella stagione”, amava raccontare Simoni. Una frase che spiega tanto, della persona che è stata».

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
22/05/2020 14:52:33


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