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Distanziamenti nelle scuole: problemi al liceo "Città di Piero" di Sansepolcro

Situazione leggermente migliore al liceo artistico "Giovagnoli"

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Liceo “Città di Piero” in difficoltà, liceo artistico più agevolato. Stiamo parlando delle regole sui distanziamenti sociali dettate dal protocollo sul Covid-19 che al momento le scuole dovrebbero rispettare alla riapertura di settembre, fermo restando che vi sono ancora due mesi di distanza dal 31 luglio, giorno nel quale è attesa l’ufficializzazione dei provvedimenti governativi. “Ci mancano gli spazi – esordisce subito il professor Claudio Tomoli (nella foto), dirigente del “Città di Piero” – ma credo che i problemi dello scientifico e del tecnico economico siano gli stessi che ha la maggioranza delle scuole d’Italia”. Ricordiamo che l’istituto superiore biturgense, nei suoi vari indirizzi, conta in totale 980 studenti. “In base a un calcolo sommario sulle dimensioni delle aule – precisa il professor Tomoli – la nuova capienza massima potrà essere di 15 studenti per ognuna, ma abbiamo classi composte anche da 29-30 unità, quindi bisognerebbe in qualche caso raddoppiare la dotazione logistica, perché pensare di farli stare tutti insieme diventa molto difficile, né ovviamente la didattica deve procedere a regime ridotto. L’unica soluzione che pertanto ha un minimo di fattibilità è quella di tenere fisicamente dentro l’aula una metà della classe e di permettere all’altra di seguire le lezioni da casa, poi a metà settimana operare il cambio. Lo ripeto: è un’ipotesi percorribile ma non significa assolutamente che sia la soluzione ideale, perché comunque se vogliamo lavorare nelle migliori condizioni debbono essere tutti fisicamente presenti. E anche per ciò che riguarda i gruppi, è normale che non debbano rimanere rigidamente gli stessi, altrimenti si rischia di creare nella sostanza due classi di fatto, quindi periodicamente sarebbe opportuno modificarne la composizione. L’unica speranza, in tutti i sensi, rimane quella di un ritorno alla normalità”. Dal “Città di Piero” al liceo artistico “Giuseppe Giovagnoli”, che si trova in una condizione di paradossale vantaggio per il fatto sia di avere classi meno numerose (arrivano al massimo a 18-20 ragazzi), sia di poter contare su laboratori con dimensioni più ampie. “Le proposte sono quelle di ridurre la durata dell’ora di lezione – dice la professoressa Beatrice Tempesta, dirigente del “Giovagnoli” – e della divisione relativa alle materie comuni, quindi italiano, matematica e inglese. La rimodulazione degli orari garantisce a tutti lo stesso monte ore. Non tutte le aule del nostro istituto si prestano al meglio; semmai, il distanziamento è più praticabile nella sede del professionale “Francesco Buitoni”. Altro particolare: gli studenti non dovranno entrate tutti alla stessa ora, ma scaglionati. Vi sarebbe poi anche l’alternativa delle lezioni all’aperto”. Insomma, i problemi non mancano, con la speranza che a settembre il mondo sia di nuovo cambiato.           

Redazione
© Riproduzione riservata
31/05/2020 14:39:20


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