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Rendicontazione del consiglio comunale di Città di Castello

Scuola, festival e Covid nelle comunicazioni del consiglio

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Città di Castello da Mattarella. Nel consiglio comunale di lunedì 22 giugno, il sindaco di Città di Castello  Luciano Bacchetta ha dato conto della visita al Quirinale, durante la quale “siamo stati ricevuti dal presidente Sergio Mattarella e abbiamo realizzato il sogno di Luisa Zappitelli, la ultracentenaria tifernate, donare al presidente il Tricolore che il giorno della Repubblica ha sventolato dal balcone. Abbiamo invitato il presidente alla Mostra di Raffaello e non è escluso che venga; potremmo avere il grande colpo di scena di avere Mattarella all’inaugurazione”. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, ha ringraziato il sindaco per le due eccellenze importanti presentate in quell’occasione, Tela Umbra e La Bottega artigiana tifernate. E’ un elemento importante per la città”. Vittorio Morani, capogruppo del Psi, ha detto che “è doveroso ricordare il 19 giugno quando nonna Luisa ha realizzato il sogno di donare il Tricolore al presidente della Repubblica. Una delegazione tifernate è stata ricevuta. Guidata dal sindaco ha presentato le sue eccellenze, Tela Umbra e La Bottega tifernate. Ringraziamo anche il presidente della Repubblica e il sindaco che ha gestito al meglio questa opportunità”.

Scuola. Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, è intervenuta di nuovo sulla scuola, chiedendo di nuovo “l tempistiche del piano e dei sopralluoghi. Verranno utilizzati i fondi per l’edilizia leggera? Come mai sono in ritardo i lavori per la scuola di Userna, attualmente ospitata alla Dante Alighieri?”. Il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Luca Secondi e l’assessore ai Servizi Educativi Rossella Cestini hanno risposto sulla scuola. Secondi ha detto: “Sono stati affidati cinque lotti, Userna è nella fase di progettazione. Dedichiamo una commissione al tema: la problematica di base è che non abbiamo linee del Ministero definitive perché seguono l’andamento della situazione COVID. Possiamo dare un’istantanea: siamo in fase partecipativa con i presidi”. A Vincenti ha detto: “C’è una reciprocità. Ho risposto con i suoi toni. Mi ricordo ancora il 2016 e le questioni portate sul personale”. La Cestini ha detto: “Non si comunica perché non c’è niente di definitivo ma si lavora. Speriamo che le cose evolvano verso il meglio. Dobbiamo migliore ambienti e contesti scolastici. Se il virus sparirà meglio, speriamo che a settembre tanti problemi siano superati. Anche come Anci porto le esigenze della scuola a livello regionale e ministeriali. Abbiamo fatto una videoconferenza con il viceministro Ascani e posto il problema dello 0-6, un servizio essenziale per le famiglie. Il discorso dei sopralluoghi è già deciso e saranno i dirigenti che si mettono in contatto con i nostri uffici. Speriamo che i fondi dell’edilizia leggera arrivino. La progettualità c’è ma mancano i soldi per dare risposte adeguate ai nostri piccoli cittadini”.

Covid. Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha detto: “Non mi vergogno di essere diretto e franco anche se per il vicesindaco Secondi sono imbarazzante. Ho due comunicazioni importanti a difesa di una parte di cittadinanza mai citata nel lock down. E’ bello che il sindaco abbia usato i canali social per comunicare con i cittadini, anche se con cinque giorni di ritardo sugli altri. Come non citare la disinfestazione con la Fat? Ma ci sono tanti altri che hanno continuato a lavorare o che sono stati chiusi in casa ai quali non sono piaciute le passerelle e le sfilate davanti all’ospedale e ad altri luoghi. Erano  attività necessaria ed indifferibile? Abbiamo assistito ad una campagna elettorale durante la pandemia che non vi fa onore. Non ho mai visto ringraziare chi ha mandato avanti questo paese. La verità è che a Città di Castello i cittadini hanno acquistato da soli le mascherine mentre a Sansepolcro e a San Giustino le ha date comune e regione. Rispetto alla vittoria del Tiferno 1919, mentre il sindaco festeggiava in piazza con foto di gruppo e sfilata di auto, i commercianti del centro storico venivano multati perché non rispettavano le regole anti Covid”. Il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta ha replicato a Vincenti “sfido qualunque altro comune d’Italia ad avere fatto tutte le comunicazioni che ha fatto il comune di Città di Castello. Singolare la sua critica. Sono intervenuto al primo positivo della città. Quanto alla comunicazione social, facevo una registrazione con la telecamera del comune che immagino andasse anche sui social. Ho sempre parlato di questioni collegate al Covid e alle sue conseguenze. Quanto ai ringraziamenti, si può dimenticare qualcuno ma ho ringraziato tutti quelli con cui sono entrato in contatto. Non mi pare di avere fatto sfilate davanti all’ospedale. Ci sono andato due volte. Quando un’associazione, un soggetto fa donazione, è buon gusto che la ASL ringrazi. Io mi sono limitato a citare chi ha fatto atti di solidarietà. A Marzo e aprile in comune c’ero il, il segretario comunale, la mia segreteria. Avevo tutti i giorni i positivi di cui dovevo firmare la quarantena che è una sorta di arresto domiciliare. Non mi sono divertito e avessi potuto evitare questa vicenda l’avrei fatto. Conoscevo ed ero amico di alcune delle persone scomparse. Mi ha molto segnato sul piano umano. Sui controlli, anche ieri seri ho ricevuto lamentele, ma non li prescrivo io, sono delle forze dell’ordine, che mi pare che siano state molto ragionevoli. E’ chiaro che hanno dovuto sorvegliare ma senza fare multe. Mischiare i controlli con i festeggiamenti del Tiferno 1919 non ha senso. Gli assembramenti sono sconsigliati ma a volte è difficile evitarli. Se fosse stato venerdì sera in piazza, non c’era assembramento ma qualcosa di più. Ritengo che nel complesso la gestione della vicenda sia stata da parte dell’Amministrazione assolutamente corretta. I pubblici esercizi non pagheranno il suolo pubblico, consapevoli che siano state le categorie più colpite. Le piazze sono piene e la volontà di ripartire c’è”.

Festival. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha chiesto informazioni “su quanto è accaduto all’assemblea del Festival. Un delegato, da lei nominato e quindi suo fiduciario Venanzio Nocchi ha testualmente detto che la linea espressa dal sindaco di Città di Castello è irricevibile. Un suo delegato la smentisce in maniera così plateale, e chiedo informazioni. Ho assistito anche ad altre manifestazioni di dissenso da parte di esponenti legati all’Amministrazione. Legittimo ma è una questione di bon ton. Revochi quella nomina a tutela dell’immagine del primo cittadino. Non è possibile che un delegato la smentisca così platealmente”. “Anche secondo me l’assemblea si è svolta in un clima kafkiano” ha risposto il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta: “Mi ha stupito molto soprattutto per l’imprudenza. Poi c’è chi ha un superego e pensa di poter dir tutto e chi invece come me il superego non ce l’ha. La frase mi ha molto stupito: il delegato è lì perché l’ho nominato io. Era il mio professore del liceo, ci sono affezionato, ha fatto tanto per la città. Io sono un uomo paziente, ho notato anche gli applausi ma non li ho riferiti. Ho notato battute e frasi incredibili. Purtroppo per uno statuto bislacco i soggetti pubblici contano zero e a decidere sono un gruppo di privati. Il pubblico mette tante risorse e deve esprimere la propria opinione. Se non ci sono le condizioni si aprirà un vulnus istituzionale. Vedremo che accadrà nella prossima convocazione. Se il pubblico fosse penalizzato ne prenderemo atto una volta per tutte.

Redazione
© Riproduzione riservata
24/06/2020 12:21:24


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