“Sull’Iva non cedo, tagliamola per i consumi”
Conte sfida i partiti della sua maggioranza
Il governo fa i conti con i numeri, quelli dei miliardi da investire subito e quelli ancor più insidiosi in Senato, dove la coalizione continua a perdere pericolosamente pezzi. Sull’Iva lo scontro interno non si è placato. Giuseppe Conte non ha gradito il coro di “no” che gli ha rifilato la sua stessa maggioranza. E ieri ha convocato i capi delegazione anche per chiarire che non intende fare alcuna retromarcia. Anzi. Il taglio dell’Iva andrebbe fatto con lo scostamento di bilancio, che verrà richiesto a breve, per la manovrina di luglio. Rinviarlo al Recovery Plan d’autunno, come chiede il ministro del Tesoro, secondo il presidente del Consiglio non è possibile, perché quel piano è concentrato sugli investimenti, non sulle imposte. Il taglio selettivo dell’Iva «è una tra le ipotesi che si stanno prendendo in considerazione, in risposta alla forte richiesta, emersa da più parti durante gli Stati Generali, di dare una spinta ai consumi». Conte si è persuaso dell’utilità di una misura del genere dal confronto con gli economisti a Villa Pamphilij, convinti che in un momento di forte incertezza vada sostenuta sia la domanda sia l’offerta. «Il taglio, limitato nel tempo e mirato a settori particolarmente colpiti dalla crisi, unitamente a un meccanismo di cashback legato all’utilizzo della moneta elettronica, permetterebbe di raggiungere due risultati: uno sconto notevole sugli acquisti; e un incentivo all’utilizzo della moneta elettronica».
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