Zaky scrive alla famiglia: “Sto bene. Mi mancate, tornerò libero”
Da febbraio lo studente dell'Università di Bologna è in carcere in Egitto
«Cari, sto bene e in buona salute, spero che anche voi siate al sicuro e stiate bene. Famiglia, amici, amici di lavoro e dell'Università di Bologna, mi mancate tanto». È un passaggio di una lettera di Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell'Università di Bologna in carcere in Egitto da inizio febbraio, recapitata alla sua famiglia. Del ricercatore, attivista per i diritti umani, amici e familiari non avevano notizie "dirette" da inizio marzo, da quando cioè aveva ricevuto una brevissima visita in carcere prima del lockdown egiziano a causa del coronavirus. «Per una volta - scrive la rete di attivisti di “Patrick Libero” sui social - oggi vi diamo una, relativamente, buona notizia. La famiglia di Patrick ha ricevuto oggi una breve lettera da lui scritta il 21 giugno. Naturalmente non ha potuto dire tutto quello che voleva, dato che queste lettere passano attraverso varie mani di sicurezza prima di raggiungere il destinatario». La preoccupazione resta, ma c'è la felicità «di leggere le sue parole».
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