Opinionisti Alessandro Ruzzi

Buio pesto

Spunti dal rapporto dell'economia provinciale 2019 della Camera di Commercio Arezzo Siena

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Più che l'esame dei risultati 2019 naturalmente rivestono particolare interesse alcune indicazioni relative ai risultati economici futuri alla luce della emergenza sanitaria con le stime sull'impatto che il lock down e la successiva ripartenza balbettante lasceranno sull'anno 2020.
Drammatico l'incremento delle ore di cassa integrazione (un incremento di 10.000 volte su identico periodo anno precedente) e enorme preoccupazione per l'andamento dell'occupazione allorché a breve termineranno i provvedimenti che impediscono il licenziamento.
Vengono proposti due scenari 2020, uno migliore e uno disastroso, in base ai quali la Camera di Commercio stima un calo minimo dell'-8,2% del prodotto interno sino al -12% nell'ipotesi peggiore.
Io sinceramente ci metterei la firma, fosse calo omogeneo da applicare a tutti i settori, ma vi saranno imprese che soffriranno ben oltre la media.
Nella provincia aretina il settore orafo in tutta la sua ampiezza rappresenta una quota importante per numero di imprese, occupati, fatturati. Settore con caratteristiche diverse a seconda che si tratti di recupero, lavorazione e vendita di metalli puri o lavorazione orafa per gioielleria. Il primo settore, fattispecie che procura lavoro a realtà molto specialistiche che ad Arezzo probabilmente occupano non oltre 500 addetti, produce elevatissimi valori assoluti di esportazioni, trae beneficio dalla dinamica dei prezzi dei metalli nobili in ascesa. Il settore delle lavorazioni gioielliere dà lavoro a circa 7.500 addetti, un settore già fortemente sotto pressione per la crescita delle lavorazioni in altri paesi (estremo oriente soprattutto) che invece soffre per quotazioni dei metalli puri così elevate. A questo si aggiungano le crescenti difficoltà finanziarie per queste aziende, da tempo si assiste al disimpegno delle banche verso un settore ritenuto maturo, e una diminuzione dei consumi a livello internazionale a causa del calo del reddito disponibile. Poiché una crisi come questa che stiamo vivendo si porta dietro anche una modifica dei consumi della popolazione, altri saranno i settori che soffriranno particolarmente. Per esempio la prospettiva per la categoria parrucchieri barbieri in Italia sconterà il cambio di mentalità dei consumatori che durante il lock down si sono abituati a farsi il colore piuttosto che i capelli da soli. La minore facilità di socializzazione impatta anche sul settore dei trattamenti estetici e della moda in genere. I cui numeri sono già pessimi. Automotive (tutta l'economia che gravita intorno ai veicoli) in croce. Poca delizia.
Prospettive di stabilità o incremento per le aziende del commercio online, per chi offre servizi avanzati o produce con tecnologie avanzate, per chi opera nel settore medicale o farmaceutico. Persino chi si occupa di coltivazione potrebbe trarre un beneficio anche in mesi con diminuzione del reddito disponibile o alta volontà di accatastare risparmi.
Non si aspettino i comuni circostanti ricadute positive dalle iniziative turistiche del capoluogo. Le previsioni stimano una diminuzione del -26% circa dei flussi turistici con un impatto che potrebbe essere misurabile nel -15%  del valore aggiunto di tutto il terziario, Un calo del -40% del fatturato di tutte le attività che hanno nei flussi turistici il loro core business.
La proiezione della Camera di Commercio è addirittura impietosa per quello che riguarda un problema oramai storico nella realtà aretina: Arezzo fiere congressi. Il baraccone -che ha perso 4 milioni di euro l'ultimo esercizio- rischia di veder ridurre il proprio fatturato fino al 50%: immaginate quali deficit dovrebbero assorbire le istituzioni che ne sono socie. Tutti soldi nostri gestiti con il culo.
Poche e confuse le idee su come affrontare i risvolti economici della pandemia sia a livello nazionale che a livello locale.
Credo che divenga fondamentale che le amministrazioni locali permettano l'esecuzione di opere a quelli che hanno i denari per portarle in fondo: forse dobbiamo tollerare qualche spregio estetico al nostro territorio consentendo a chi la voglia di spendere di farlo. Ma assicurandosi (intendo con vere fideiussioni, depositi, assicurazioni) che le opere vengano completate. E che fornitori e addetti vengano pagati. Ho scritto una cosa di cui mi vergogno, ma bisogna pur ripartire. Perchè non tutta la green economy è verde...
La mancata spinta verso modelli di business migliori ci consegna l'immagine di un sistema nazione bloccato da politiche ondivaghe, annuncite acuta, scarsa considerazione internazionale, con istituti di credito che non sostengono le piccole imprese. Una burocrazia che soffoca invece di tutelare. Imprese ed addetti privi di sostegno, che non può essere solo fondo perduto bensì finanziamenti per dare nuova spinta. Perchè l'assistenzialismo non aiuta le imprese a migliorare, ne prolunga l'agonia.
Basta pensare ad Alitalia.
Difficile capire chi venga aiutato dal bonus sui monopattini, a parte i produttori cinesi.
Tante parole, troppe; tanti esperti, inutili. Che alzano il numero delle aziende in crisi. Ed esposte alla criminalità.
Non può essere questo il percorso di rinascita.

Alessandro Ruzzi
© Riproduzione riservata
07/07/2020 08:50:44

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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