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Quando Papa Leone X “dona“ Sestino alla Toscana

Una delle più importanti pagine di storia di questo paese

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Cinquecento  anni fa come  oggi. Era il 5  luglio  1520 quando Papa Leone X  “sigla” la  bolla con la  quale cede in pegno Sestino  alla  Repubblica  Fiorentina. Invero  cede  tutto il Montefeltro ma  questo  successivamente   torna  agli  antichi  signori. Sestino resta. Ed è una delle più importanti pagine  di  storia che  hanno caratterizzato  Sestino.

Sarebbe un bell’anniversario, oggi, ma la pandemia in corso ha  fatto   spostare –e, forse, minimizzare - l’evento.  Comunque la giovane  Associazione  sestinate “ Sestino Operae Vitae”, come dichiara  la  presidente  Sara Lippi, “si riunirà presto  per  valutare il da farsi”. Lo  scorso  autunno furono rappresentati  due  spettacoli teatrali sotto l’impulso  di un professionista montefeltrano. L’anno  precedente lo  scultore Andrea  fa  Montefeltro aveva   scolpito un’opera   raffigurante  emblematicamente  Sestino, che fu portata  a Firenze e là  attende la  cerimonia ufficiale Sestino-Toscana per la  significativa consegna. Nel 2021  si terrà a Sestino una delle   giornate  di  studi organizzate  da tre importanti città, per  vari motivi  tutte “concelebranti”: Città  di Castello, Sansepolcro  e  Sestino.

Sarà interessante  capire l’insieme  delle motivazioni  che portarono alla  Bolla  di papa Leone X, capire  quali  conseguenze questa  politica “internazionale”  ha  avuto  per Sestino, fino  ad oggi.

Da  alcuni  studi  già conosciuti, Sestino sembra  che ne  abbia  tratto notevoli  vantaggi, entrando  nello  spirito  di un Rinascimento che  allora  aveva  per centro Firenze, tanto  che  con  il tempo, comunità  frazionali  come S.Gianni-Rocchetta, hanno parlato un “fiorentino puro”,come  da  studi  di linguisti,  fino all’ inveramento  della “società  globale”  odierna. Anche  per  questo la  scuola sarà  chiamata a  compartecipare. Il linguaggio  che muta è un “excursus”  dentro la poliversità  linguistica  ma  anche dentro  le radici  che  costituiscono il vero “Genius loci”.

Alcuni momenti hanno già tracciato linee  di condotta. La  visita del Presidente del Consiglio regionale Giani, fin sul Sasso  di Simone, accompagnato  dal sindaco Franco  Dori, dovrebbe  portare  a interventi  per la    riqualificazione  degli  spazi urbani di quella  che  fu la “Città  del Sole”,  storicamente  cara  a Giorgio Spini,   voluta  da  Cosimo I e  di  tutto il territorio  della  Riserva  Naturale, la  quale nel frattempo -  con bando  regionale –  ha riaperto il “Rifugio Alpino  di Casa  del Re”, preso in gestione   da operatori  di  Carpegna.

Tali ricorrenze, infatti, non  sono  fine  a  se  stesse: costituiscono motivi per  rivalutare  territorio, cultura locale, affinità elettive  con il brand  della Toscana e  quindi  diventare luogo  di attrazione  per un nuovo turismo, oggi quantomai  desiderato.

(Giancarlo  Renzi)

Redazione
© Riproduzione riservata
10/07/2020 10:40:47


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