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Il candidato del centrosinistra alle regionali della Toscana Giani non vuole i simboli dei partiti

Giani ha rivendicato di essere sostenuto da “una bella e forte coalizione di centrosinistra”

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Le campagna elettorali, si sa, sono fatte di programmi, progetti ed anche tante polemiche. Dopo quella furiosa scoppiata in Toscana per le parole del candidato del centrosinistra Eugenio Giani, che aveva detto che la sua avversaria del centrodestra, Susanna Ceccardi, “è al guinzaglio di Salvini“, ora ne monta un’altra meno violenta ma altrettanto succosa. Venerdì scorso Giani ha presentato la propria campagna elettorale. C’erano tutti i rappresentanti delle liste che lo sostengono e diverse personalità politiche del centrosinistra, mancava solo una cosa: i simboli dei partiti. Nulla di nuovo sotto il sole: la stessa cosa aveva fatto Stefano Bonaccini in Emilia Romagna. E anche lì non erano mancate le polemiche. Subito la Ceccardi è andata all’attacco, sottolineando che “chi nasconde la propria appartenenza significa che ha qualcosa da nascondere e di cui vergognarsi. Sono curiosa di sapere – ha aggiunto – come pensa di formare la sua eventuale giunta, quali personaggi del Pd saranno riciclati: l’esuberanza del suo partito e i suoi diktat tornano sempre a galla. Ma per fortuna – ha concluso – non saranno loro a formare la giunta della Toscana, perché vinceremo noi”.

Con Giani sei liste (e venti soggetti politici)

Per il lancio della campagna elettorale Giani ha organizzato un evento al Tuscany Hall di Firenze. “La mia Toscana sarà una Regione sempre più amica dei cittadini, delle famiglie, delle imprese”, ha detto il candidato del centrosinistra. “La Toscana ha sempre avuto un ruolo di avanguardia e noi vogliamo continuare su questa strada, presentando molte novità in molti campi. Sento il desiderio di una Toscana più unita e in cui si decide. Una Toscana che riesce a superare i campanilismi, che riesce a superare il senso un po’ innato della polemica, per trovare un interesse generale da parte di tutti coloro che vogliono contribuire a farla crescere e farla sviluppare. Noi siamo determinati a questa ripartenza. L’unità per raggiungere questi obiettivi – ha evidenziato Giani – passa anche dalla capacità di decidere: perciò io da un lato cercherò di portare sempre il massimo rispetto verso tutti, cercando gli elementi di unione sui programmi, ma contemporaneamente ho la consapevolezza che l’amministratore pubblico deve decidere, fare, creare le condizioni per una ripartenza che dalla Toscana possa essere punto di riferimento per le altre regioni. Per me il parere dei sindaci sarà sempre fondamentale – ha aggiunto Giani – anzi mi sento un sindaco fra i sindaci. Io sono convinto che la Regione non deve porsi gerarchicamente su un livello superiore, in modo centralistico come qualche volta è stato rappresentato, ma invece deve essere una Regione che riesce a interpretare quello che poi le comunità spesso concordano con i loro rappresentanti nei Comuni”.

Giani ha rivendicato di essere sostenuto da “una bella e forte coalizione di centrosinistra”, rappresentata da sei liste che danno voce a 20 soggettività politiche. “Sono convinto che questa sarà una coalizione vincente che parte insieme e sarà capace di dare delle risposte insieme”, ha aggiunto Giani. “Vogliamo costruire un centrosinistra capace di governare la sinistra. E la nostra visione è solidale, di chi vuole far squadra per non lasciare fuori o indietro nessuno”.

Ed è di nuovo scontro su fascismo e antifascismo

In un’intervista a Repubblica Ceccardi torna sul tema fascismo-antifascismo. “Non dico quel che tutti vogliono sentirsi dire, dico ciò che penso. Non sono né fascista né antifascista perché aveva senso prendere posizione nel 1944, oggi non c’è una guerra civile. Sono dalla parte dei deboli. E prenderò voti di sinistra”. “Io sono anti ideologica – prosegue -Vengo anch’io dalla storia rossa, sono nata nel 1987 ma ho una famiglia di tradizione di sinistra, il fratello di mio nonno era un partigiano e fu ucciso dai fascisti. Non sono né fascista né antifascista, aveva un senso la domanda allora, nel 1944. Oggi è troppo facile dirsi antifascisti con un nemico che non esiste. Sono dalla parte dei temi”. Poi si dice convinta di poter prendere voti a sinistra “dicendo la verità. Lo slogan ‘acqua pubblicà ora piace a tutti ma l’acqua l’ha privatizzata la sinistra. Loro vogliono ingraziarsi l’elettorato, io faccio una valutazione costi-benefici. Io metterò al centro i temi sociali e la sicurezza. Case popolari modello Cascina: prima gli italiani. Servirà il certificato patrimoniale del Paese di origine per le domande”.

La replica di Giani: “Siamo regione democratica e antifascista”

Il candidato del Pd ha subito replicato alla Ceccardi. “Lo dico da Monte Giovi. Dalla montagna simbolo della Resistenza, dove i giovani ricevevano la prima formazione, educazione al coraggio e allo spirito di squadra per raggiungere libertà, democrazia, giustizia sociale per gli italiani. Lo dico ai politici della divisione, che oggi, con la scusa del tempo e per il calcolo di qualche voto, ancora pensano di poter archiviare i nostri valori e, con essi, le fondamenta della Repubblica italiana. Signori, la Toscana è una e antifascista. Sarà mio compito ricordarlo in ogni momento da presidente della Toscana. Lo farò in ogni occasione e con un’integrazione doverosa nello Statuto regionale. Così è la Toscana dei valori e della tolleranza, democratica e solidale, una e antifascista!”.

Sulla polemica si fa sentire anche il senatore Andrea Marcucci, capogruppo del Pd:  “Per rinfrescare la memoria di Susanna Ceccardi, candidata presidente della destra in Toscana, sono disponibile ad accompagnarla a S. Anna di Stazzema. Lei dice di non essere fascista o antifascista. I suoi amici di Casapound anche loro neutri?”.

Notizia tratta da Arno.it
© Riproduzione riservata
13/07/2020 20:32:03


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