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Politica sotto l'ombrellone: intervista con Vincenzo Bucci
"A Città di Castello tanti annunci ma pochi interventi reali"
Segretario della Cgil Altotevere e presidente della Comunità Montana Altotevere Umbro, oltre che consigliere comunale, attualmente all’opposizione in qualità di capogruppo della lista civica “Castello Cambia”, che nel 2016 ha raccolto il 9.01% dei consensi con Roberto Colombo nelle vesti di candidato sindaco. Un curriculum di tutto rispetto per Vincenzo Bucci, che potremmo tranquillamente inserire nella categoria dei “cavalli di razza” della politica a Città di Castello. Dal suo scranno, assieme alla collega Emanuela Arcaleni, non esita nell’esternare le proprie critiche verso l’amministrazione guidata da Luciano Bacchetta e l’esperienza civica da lui intrapresa ha tutta l’aria di riproporsi anche alle comunali del 2021.
Bucci, anche i 209 miliardi di euro che arriveranno dopo l’accordo di Bruxelles sono riusciti a dividere la politica italiana. Lei cosa ne pensa?
“Che se verranno utilizzati nell’ambito dei programmi di aggiornamento o per investimenti strutturali, potrebbero diventare fondamentali per il rilancio economico del nostro Paese. Dobbiamo assolutamente migliorare gli aspetti strutturali e allora è l’occasione buona per intervenire”.
Lei proviene da esperienze importanti in ambito sindacale e politico-amministrativo. Da quarant’anni a questa parte, com’è cambiato il modo di fare politica a livello più generale?
“Per come la penso io, vi è sempre meno confronto democratico e sempre più decisionismo: chi insomma ha la facoltà di prendere le decisioni, tende a farlo senza ascoltare ragioni o quantomeno consigli da parte di chi la pensa diversamente. E questo ovviamente mette in difficoltà le opposizioni, non dimenticando che anche per ciò che riguarda i controlli sull’operato e sulla trasparenza scattano dei marchingegni tali sui quali diventa quasi impossibile agire. Poi, un’altra caratteristica della politica di oggi è quella di essere molto impostata sui personalismi”.
Quale valutazione esprime sull’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luciano Bacchetta?
“Posso parlare per gli ultimi quattro anni, quelli che mi stanno tuttora coinvolgendo nelle vesti di consigliere comunale di minoranza. Credo allora che l’attuale legislatura sia stata caratterizzata più da annunci che da interventi reali; la stessa comunicazione e informazione è stata utilizzata per diffondere questi annunci, che all’atto pratico si sono trasformati in lettera morta. Infrastrutture, servizi e promozione del territorio: mi sembra che su questi argomenti l’amministrazione sia stata carente”.
Come Castello Cambia, che tipo di opposizione avete esercitato?
“Diciamo che abbiamo svolto un ruolo ispettivo, nel senso che il nostro controllo è stato costante. Non ci siamo limitati a denunciare o a polemizzare, ma anche a proporre, dimostrando che la nostra opposizione è stata costruttiva e non strumentale: il problema è che non siamo stati ascoltati. Anche sul lascito Mariani, sul camping della Montesca, sul Festival delle Nazioni e sulla Mostra del Cavallo abbiamo detto come la pensavamo; sul Festival, per esempio, siamo stati chiari già due anni fa: è una manifestazione in decadimento, sempre più di nicchia e sempre meno influente sulla promozione del territorio”.
Vincenzo Bucci vuole ricandidarsi anche nel 2021?
“Intanto, pensiamo a concludere al meglio questa legislatura. Con o senza il sottoscritto, Castello Cambia continuerà la propria missione, seguendo la logica di lista, o movimento, che lavora per la città e che continua ad avere proposte e progettualità. Se qualcuno condivide la nostra linea, può benissimo unirsi a noi: la sintonia deve essere sui programmi. Io comunque ci sono sempre”.
Quali sono per Lei le priorità di intervento per Città di Castello?
“Sono diverse, a cominciare dalle infrastrutture. E per infrastrutture intendo principalmente ferrovia ed E78: dobbiamo risolvere il problema del sostanziale isolamento nel quale ci troviamo. In secondo luogo, una gestione corretta del piano regolatore, perché altrimenti rischia di diventare invasivo. E poi, la valorizzazione del nostro patrimonio ambientale in chiave turistica; se vogliamo favorire un turismo più stanziale, dobbiamo inserire nel pacchetto di proposte anche questa prerogativa, oltre all’arte, alla storia e alla cultura”.
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