Il passaggio dalle reti di comunicazione in rame a quelle in fibra è vantaggioso per tutti
A trarne beneficio sarebbero l’economia, l’ambiente e i consumatori
Tra politici ed economisti sono in tanti a pensare che il Recovery Fund sia davvero l’ultima occasione che l’Italia ha a disposizione per avere un futuro. Dei 209 miliardi di euro assegnati al nostro Paese oltre 40 dovranno essere spesi nel Digitale. Gli investimenti sulle nuove reti di comunicazione in fibra ottica sono stati indicati come prioritari dalla Commissione Europea. Un recente studio pubblicato dal Fibre to the Home Council Europe conferma che l’indicazione arrivata da Bruxelles va nella giusta direzione e che è necessario accelerare il più possibile il passaggio dalle vecchie reti in rame a quelle in fibra.
La ricerca (scarica il documento) eseguita dal centro studi tedesco WIK (Istituto scientifico per le infrastrutture e la comunicazione), ha messo in evidenza che l’adozione su larga scala della nuova tecnologia produce notevoli vantaggi non solo sul fronte economico ma anche su quello ambientale, dato che le reti in fibra producono l’88% in meno di emissioni di gas Serra rispetto a quelle in rame.
Per quanto riguarda gli aspetti economici i benefici sono vari. Reti di comunicazione più veloci ed efficienti avranno l’effetto di favorire la crescita del Pil (prodotto interno lordo) e ridurre la disoccupazione. Anche l’innovazione del sistema produttivo ne avrà beneficio con un forte impulso alla nascita di nuove startup tecnologiche.
Da evidenziare inoltre un risparmio consistente sul lato dei costi. La fibra è del 70-80% più affidabile del rame e questo riduce notevolmente le spese operative per la manutenzione e la riparazione dei guasti.
Da un sondaggio condotto in Svezia, uno dei paesi più avanzati nella migrazione verso le nuove reti, è emerso inoltre un deciso miglioramento della soddisfazione dei clienti. Quelli FTTH (fiber to the home ovvero raggiunti dalla fibra fino all’abitazione domestica) sono contenti del servizio nell’82% dei casi contro il 50% di quelli che ancora dispongono di una tecnologia in rame.
Quali le cause della maggiore soddisfazione? Tre in particolare: la larghezza di banda (indicata dall’87% degli intervistati), una gamma più ampia di servizi disponibili (62% degli intervistati) e un miglior rapporto qualità prezzo (51% degli intervistati).
Lo studio pubblicato dal FTTH Council Europe ha evidenziato però che l’Europa sta affrontando la migrazione dal rame alla fibra con profonde differenze tra i vari membri. Estonia e Svezia sono quelli più attivi, noi invece (e non è una sorpresa) non siamo tra i paesi leader. Secondo i ricercatori del VIK “In Italia il passaggio alle reti FTTH (fiber to the home) è frenato dal dibattito sulla proprietà futura della rete”.
La speranza è che le ingenti risorse in arrivo dal Recovery Fund possano accelerare il processo di migrazione verso la nuova tecnologia anche in Italia, perché è evidente che la chiusura di questo gap rispetto ai partner europei più avanzati è di fondamentale importanza per il futuro del nostro Paese.
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