Opinionisti Alessandro Ruzzi

Possibile definizione di sovranismo: "non a casa mia"

Una provocazione...

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Io esprimo opinioni e giudizi personali e naturalmente mi espongo a azioni simili da parte dei lettori; qualche settimana fa, uno mi ha contestato di essere antisemita nascondendo nel mio espresso antisionismo, tramite gioco di parole, i miei pregiudizi contro la razza ebraica. Dico sempre che non mi spello le mani nell'approvazione delle iniziative dello Stato di Israele che definisco nato dal terrorismo. Mi viene risposto che esso è argine contro le dittature religiose e monarchiche che pullulano in medio oriente, mentre per me in molti semplicemente apprezzano la linea politica israeliana per la sua durezza contro i disordini e le pressioni ai suoi "confini". E non solo visto il recente assassinio di uno scienziato in Iran. Metodo che posso collegare al sovranismo nostrano che invidia l'approccio per la soluzione dei problemi utilizzato da alcune nazioni: io ci vedo l'utilizzo della forza contro qualunque cosa che venga percepita come fastidiosa -o peggio- da un gruppo sociale. Ringrazio per non essere nato in Palestina, probabilmente lancerei i sassi e riceverei fucilate, scaglierei molotov contro colonne corazzate, o missili fatti con i tubi di stufa contro una forza aerea di potenza impressionante; là l'ascensore sociale non esiste, le mie prospettive sarebbero pari a zero, non avrei altro futuro che essere un pezzente sottoposto ad autorità militare straniera. Come un toscano ad inizio 1944. O subìre o essere marchiato come terrorista. Perchè arreco fastidio con la mia irrequietezza.
Mi viene in mente il rapporto fra Italia e Libia, territorio oggetto di campagna coloniale italiana a inizio del 20º secolo vista la debolezza dell'impero ottomano; persa insieme alla guerra, la Libia viene affidata ad un monarca retrogrado e corrotto contro cui ebbe successo il colpo di Stato guidato da Gheddafi nel 1969. Recuperata la piena proprietà degli introiti, vengono cacciati gli italiani che si erano fatti coloni e che si erano comportati in troppi casi come i pionieri americani contro i pellerossa: furto o omicidio. Non avevano comprato da chi vendeva, semplicemente si erano impossessati di qualcosa che aveva già proprietari o perlomeno utilizzatori.
Da allora gran parte degli italiani hanno mal sopportato il rapporto fra Gheddafi con la sua Libia e la nostra nazione.
Gheddafi colle sue erinni attendate in piena Roma, ma gli Agnelli l'avevano avuto volentieri come socio ed il gas libico non mancava. Insomma un gioco delle parti che faceva girare le palle a Usa e Israele, vedi Sigonella, anzi un vero e proprio ruolo internazionale. Quando l'equilibrio si ruppe, le tensioni tra questi attori aumentarono a disastro al punto di non sapere più chi fosse il nemico, vedi Osama e altri che teoricamente erano soci degli Usa. Poi Gheddafi era divenuto un player marginale quindi sacrificabile. Ricordate quando, 2010-11, in Libia il regime di Gheddafi era in bilico; in Italia c'era una tesa discussione su flussi migratori in arrivo dalla Libia e coinvolgimento del regime. Già Gheddafi non era ben visto da molti italiani, l'arbitrio sulle acque nazionali o il suo essere maleducato che andava oltre il problema coloniale che urtava i sovranisti di allora, forze di ambo gli schieramenti politici si schierarono contro l'uomo di Tripoli. Strana saldatura fra progressisti contro il torturatore (torturava da decenni, ma finanziava i palestinesi.....) e quelli che gli rinfacciavano d'aver cacciato gli italiani nel 1970. Poi giunse la spallata fondamentale da Inghilterra e Francia (forse per motivi di interesse industriale legato ai carburanti fossili, forse Sarkozy gli voleva tappare la bocca), e nuovamente molti in Italia dissero che Parigi e Londra facevano bene a intervenire in quella guerra civile, abbattere Gheddafi e sgominare le bande che gestivano l'attraversamento del deserto, anche a costo del nostro beneficio nazionale. Posizione che venne condivisa con qualche sfumatura fra quelli che amano lo sfoggio muscolare a prescindere dal diritto. A distanza di 10 anni: tuttora maltrattano (paga la comunità internazionale) i migranti, laggiù si sono sparati di tutto con tanti morti civili, trattano (tutti) l'Italia di merda. Parigi e Londra hanno probabilmente ottenuto il loro tornaconto, nel caso a scapito di Agip; di migranti dalla Libia ne arrivano sempre; anzi il traffico dei migranti è gestito da due regimi in lotta (appoggiati da Turchia e Egitto con cui l'Italia...), uno di questi si permette di sequestrare due motopesca siciliani con una quarantina di marinai quale merce di scambio con gente che qui da noi è stata condannata a 30 anni per tratta di esseri umani. Come con il rais.
In verità, cosa ci abbiamo guadagnato come nazione e come italiani ai quali di Gheddafi non importava niente?
Di tutto e di più o di meno, ma sicuramente peggio.
In taluni schacchieri la Farnesina era un riferimento per altre nazioni: l'equilibrismo e i soldi hanno portato benefici, ma non lampanti come mettere le mani sui pozzi di gas. E' probabile che il nostro suolo e cittadini non siano stati oggetto di scontri come la posizione lasciava intendere. I palestinesi si sono permessi di venire ad uccidere qua italiani e stranieri più volte (Fiumicino in due episodi, la Achille Lauro, sinagoga di Roma), ma chi ha oltre mezzo secolo d'età ricorderà che il clima in Europa dopo Monaco era tetro e la paura tantissima, si temeva davvero essere teatro di battaglie.
Questa almeno la mia percezione (chiedete alle imprese aretine se le cose vanno meglio ora o con Gheddafi), nel caso specifico credo che eravamo gli unici ad avere interesse nella permanenza di Gheddafi: un interlocutore spesso costa meno di due...
La politica estera italiana ha spiccato per debolezza: da molti decenni cogli Usa, a parte le basi militari, cito Cermis e Calipari; a seguire fummo fiacchi anche in Unione Europea grazie a Prodi, Berlusca e altri. E spendiamo miliardi per spedire il nostro esercito lontano quando serve qui.
Da un insolito e vischioso pragmatismo all'umiliazione. Esito del risultato del voto politico italiano: da una Dc gelatinosa per antonomasia al Psi di Berlusca coi suoi interessi, le foto colle corna e le barzelette, Lega e M5S, ignoranti per Dna. Spesso, una inconsistente sinistra di Capalbio, pateticamente impegnata colle sue correnti, che si inginocchia per un nero negli Usa mentre qua tanti muoiono e Vladimir Luxuria fa la soubrette. Tutti con parlamentari più alla ricerca del beneficio individuale che al bene della Patria.
Molti dicono "aiutiamoli a casa loro" non perché queste persone lì abitano, con i loro cari e le loro tradizioni, solo per levarseli dai coglioni senza vedere che è il problema di fondo quello che va risolto e non il suo aspetto esteriore, diversamente non s'è capito niente e si fa diventare ricchi i gruppi criminali.
Tanti episodi che configurano una Nazione debole, tappetino per chi vuole farsi bello a casa sua. Un ministero, quello degli affari esteri, così poco importante da essere ora affidato persino al bibitaro. Plaudire a chi ci tratta di merda, appunto Turchia ed Egitto. E infamare cooperanti e studenti che vengano rapiti e uccisi: debole coi forti forestieri, forti coi deboli italiani. Questo è il sovranismo nostrano? Forse basta che non vengano a disturbarne il riposo. Gente che gode a vedere un parà sotto il tricolore a Hierat mentre qua si uccidono i ragazzi a botte o incendiano i cassonetti?
Non per me. Sono masochisti. Potremo mai fare un salto di qualità (o tornare al passato..) o il sovranismo nostrano ci seppellirà? Con un rutto.

Alessandro Ruzzi
© Riproduzione riservata
12/12/2020 18:30:44

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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