Confindustria: il blocco dei licenziamenti solo per le attività fermate
Così il vicepresidente Stirpe all'incontro con il ministro Orlando
La riforma degli ammortizzatori sociali «è strettamente connessa al blocco dei licenziamenti. Su questo aspetto ci vuole pragmatismo e un approccio empirico». Così il vicepresidente di Confindustria per il lavoro e le relazioni industriali, Maurizio Stirpe (nella foto), all'incontro con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. «Dove ci sono attività ferme perché il governo decide di fermarle è giusto che ci sia il blocco dei licenziamenti. Ma dove non ci sono condizioni di sospensione per legge, ma riduzione di attività dovute al mercato, dobbiamo consentire alle aziende di potersi riposizionare per far ripartire il mercato del lavoro», ha detto.
Così come per le attività fermate per decisione del governo «è corretto che ci sia il riconoscimento dei costi di gestione e il differimento degli oneri fiscali e contributivi», ha sottolineato Stirpe. Per quanto riguarda le priorità da affrontare nel breve e nel medio termine, Stirpe ha rimarcato che «la prima necessità è quella di fare la riforma degli ammortizzatori. Se ne parla da tanto tempo, abbiamo presentato la nostra proposta il 16 luglio, sono passati 7 mesi e non abbiamo ancora avuto modo di discuterne. Nei prossimi giorni invieremo ancora il nostro punto di vista perché la riforma degli ammortizzatori sociali è strettamente connessa al blocco dei licenziamenti». Inoltre, «se affrontiamo il problema della riforma degli ammortizzatori potremo anche finalmente affrontare il tema del reddito di cittadinanza, che non dà nessuna risposta in termini di politiche attive. Sarebbe anche utile rivedere alcune storture causate dal decreto Dignità in merito al contratto a termine, mitigando quegli aspetti che rischiano di bloccare la ripresa occupazionale in settori particolarmente colpiti dal Covid come quello dei servizi», ha concluso il vicepresidente di Confindustria.
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