Il giallo Pipitone, il legale di Piera Maggio: “Olesya non è Denise”
I risultati degli esami del sangue sulla ragazza russa non lasciano spazio al dubbio
Olesya Rostova non è Denise Pipitone. I risultati degli esami del sangue della ragazza del mistero, comparsa nei giorni scorsi nel programma televisivo “Lasciali parlare”, in onda sul primo canale russo, sostenendo di essere stata rapita da piccola e di cercare i suoi veri genitori non lascerebbero spazio a dubbi. Ad affermarlo è Giacomo Frazzitta, avvocato di Piera Maggio, la madre di Denise. Il gruppo sanguigno non corrisponde a quello della bimba scomparsa. La notizia è stata ufficializzata proprio nel corso del programma. Ancora una delusione, l’ennesima, per Piera Maggio, la madre di Denise, che da quasi 17 anni cerca la verità sulla scomparsa della figlia, svanita nel nulla il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo. Aveva solo 4 anni. La somiglianza di Olesya, per certi versi sorprendente, alla signora Maggio aveva fatto sperare nel miracolo. «Attendiamo senza farci illusioni», si era limitata a dichiarare la mamma di Denise martedì sera, dopo che l’emittente moscovita le aveva imposto l’obbligo di mantenere il segreto fino alla messa in onda dell’attesissima puntata della verità. Quella di Denise Pipitone è una delle vicende che più hanno lasciato il segno nel cuore e nella memoria degli italiani, svanita nel nulla sotto il sole di un mezzogiorno come tanti mentre giocava davanti a casa della nonna. Mamma Piera ha passato la sua vita a cercarla: da Milano a Molfetta, dalla Tunisia all’Est dell’Europa. Tutte false piste. La sua forza d’animo ha dovuto scontrarsi anche con l’ipotesi più angosciante: quella del rapimento da parte della sorellastra di Denise, Jessica, finita sotto processo con l’accusa di aver venduto la piccola a un gruppo di nomadi e poi assolta. Poi, nei giorni scorsi, la comparsa in tv di Olesya. “Chi l’ha visto” riprende quelle immagini e le porta sugli schermi italiani. La ragazza piange di un pianto che non convince fino in fondo ma come detto la somiglianza con Piera Maggio e con il papà, Pietro Pulizzi, mette i brividi. L’avvocato Giacomo Frazzitta prende contatto con gli autori del programma russo, chiede informazioni. Non vuole l’ennesima speranza in più, né tantomeno quello che definisce un ricatto mediatico. Vuole certezze. Esami del sangue e del Dna. Sono bastati i primi: «Se il gruppo sanguigno non corrisponde», ha dichiarato l’avvocato, «l’esame del Dna è inutile». L'unica certezza, ora, è che bisognerà ricominciare ancora una volta da capo. La documentazione e' stata comunque inviata alla procura di Marsala per eventuali, ulteriori accertamenti.
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