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Podere Rota, il punto col sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi

Una missiva è stata indirizzata all’assessore regionale all’ambiente Monia Monni

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Sono di pochi giorni fa le dichiarazioni rilasciate dall’assessore all’ambiente della Regione Toscana Monia Monni a margine di un sopralluogo effettuato nel Comune di Figline Incisa Valdarno, in relazione al progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota. In quella circostanza l’assessore ha ribadito che, se ci fosse un pericolo di inquinamento riconducibile alla discarica, sarebbe una motivazione valida per fermare il progetto di ampliamento. A seguito di quella dichiarazione, il  sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi ha scritto una lunga lettera aperta all’assessore regionale per ringraziarla della sua presa di posizione, delineare il quadro generale della situazione attuale ripercorrendo tutte le tappe e esternarle preoccupazioni e speranze.

“Innanzitutto – comincia la missiva –  vorrei ringraziarla perché per la prima volta, da sette mesi a questa parte, ossia da quando è stato inviato il Rapporto di ispezione ambientale di Arpat (24 settembre 2020) e dopo che Csai ha presentato il progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota (19 ottobre 2020), la Regione Toscana, nella sua veste istituzionale e politica, prende pubblica posizione su questa vicenda. La sua voce, assessore, è una voce autorevole ed importante, e la ringrazio per non essersi sottratta alle responsabilità che il ruolo che ricopre le impone, anche di esprimere, pubblicamente, una posizione in un contesto difficile”. E dopo aver trascritto l’intervista del 15 aprile scorso continua: “Mi rassicura il fatto che lei abbia convocato una riunione con Arpat, che stia acquisendo le carte, che voglia approfondire, che senta il bisogno di capire meglio e che, in caso di pericolo di inquinamento riconducibile alla discarica, a suo avviso l’ampliamento si fermerebbe. Mi rassicura sentire da lei queste parole. E allora proverò a raccontarle, con la speranza che possa esserle di una qualche utilità, tutto quello che ho acquisito io, in qualità di sindaco, negli ultimi otto mesi, approfondendo le relazioni e tutti i documenti relativi al progetto di ampliamento della discarica di Casa Rota, con il supporto fondamentale dei tecnici del mio Comune”.

Viene così esposta e spiegata tutta la documentazione degli ultimi mesi iniziando proprio dal rapporto di ispezione ambientale di Arpat del 24 settembre scorso dove si evidenziava una potenziale contaminazione delle acque sotterranee a Podere Rota, completato con il contributo tecnico istruttorio per la conferenza dei servizi del 18 marzo e rafforzato nella “Risposta a richiesta di contributo da parte della Regione Toscana..” del 22 marzo che contiene anche la “richiesta alle amministrazioni competenti di emissione della diffida con ordinanza al responsabile della contaminazione”.

“Non credo ci possano essere dubbi – prosegue Valentina Vadi – sulla posizione che Arpat sta esprimendo da molti mesi, con considerazioni che non sono affatto rassicuranti e che prefigurano uno scenario di pericolo per la salute pubblica dei cittadini del mio Comune e del Valdarno: c’è una potenziale contaminazione delle acque sotterrane nel sito in cui sorge la discarica di Podere Rota, una potenziale contaminazione che potrebbe mettere a rischio la salute pubblica. Prioritaria rispetto a tutto, in questa circostanza, diventa l’attivazione della procedura di bonifica con indagini, saggi, campionamenti e rilievi del terreno che sono fondamentali per definire con certezza la situazione. E questo è possibile, per legge, soltanto a seguito di un’ordinanza. La Regione e la Provincia devono sciogliere rapidamente la questione relativa all’attribuzione di competenza e stabilire chi delle due è titolata ad emettere ordinanza nei confronti del gestore della discarica per potenziale contaminazione delle acque sotterranee”.

Poi l’esposizione di un ultimo documento, la richiesta di integrazioni e chiarimenti che la Direzione ambiente ed energia, settore Via/Vas della Regione Toscana, ha inviato al proponente e ad altri soggetti il 29 marzo nell’ambito della Conferenza dei Servizi.

“Dall’istruttoria sin qui condotta – si legge –  sono emerse alcune criticità del progetto in relazione a componenti ambientali già caratterizzate da uno stato attuale critico e che pertanto potrebbero costituire aspetti di non compatibilità”. E, pur non avendo riscontrato motivi ostativi alla procedibilità dell’istanza di Paur, consiglia: “si suggerisce al proponente di valutare attentamente la possibilità di superare le suddette problematiche prima di procedere alla elaborazione e presentazione della sotto elencata documentazione integrativa”.

“Mi scuso con lei, assessore, per essermi dilungata così tanto nella presentazione dei documenti – conclude il sindaco di San Giovanni Valdarno – ma sono convinta che un’attenta lettura, unita alla sua ferma volontà di approfondire e al suo bisogno di capire, non potranno che condurla alle medesime conclusioni alle quali siamo giunti noi, ormai da diverso tempo, nel respingere il progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota, mostrando una compattezza ed una unità che il Valdarno raramente ha avuto negli ultimi decenni. Mi fido del suo profondo senso di responsabilità e delle sue capacità e non dimentico che se la Regione Toscana ha nel proprio Statuto i principi dello sviluppo sostenibile e della economia circolare, lo deve a lei e alla proposta di modifica statutaria che propose in Consiglio Regionale nei primi mesi del 2019”.

Pochi giorni fa è arrivata, per il Comune di San Giovanni Valdarno, la notizia di aver vinto il bando sul verde urbano e sulla mobilità ciclabile promosso dalla Regione Toscana nell’ambito della strategia regionale del “Toscana Carbon Neutral”. Il progetto, denominato “San Giovanni più verde”, che prevede un importante investimento sulla piantumazione degli alberi e sulle piste ciclabili, è stato finanziato con 384mila euro dalla Regione, risultando secondo – tra i 20 progetti finanziati e su 54 che sono stati complessivamente presentati – per importo del finanziamento, dopo il Comune di Lucca.

“Di questo siamo orgogliosi – conclude il sindaco Valentina Vadi – come siamo orgogliosi di una Toscana che guarda al futuro, che investe sulla sostenibilità ambientale, sulla innovazione, sulla salvaguardia dell’ambiente e della salute dei suoi cittadini. Questa, assessore, è la Toscana che noi vogliamo, che vogliamo contribuire a costruire e se lei, nei prossimi mesi e nei prossimi anni si impegnerà e si batterà per costruire questa Toscana, ci troverà, con entusiasmo e con spirito costruttivo, dalla sua parte. In questa Toscana non ci dovrà essere più posto per siti di discarica e soprattutto per siti di discarica che costituiscono un pericolo per la vita delle persone, e dovrà procedere, con convinzione e rigore, il coraggio di interrompere consuetudini e prassi consolidate nelle quali noi non ci riconosciamo e che, senza ombra alcuna di dubbio, non appartengono al suo mondo di valori e di convinzioni”.

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All’attenzione dell’assessore all’ambiente della Regione Toscana, Monia Monni Oggetto: Lettera Aperta sul Progetto di Ampliamento della discarica di Podere Rota Gentile Assessore Le scrivo questa Lettera Aperta dopo aver letto la dichiarazione, da Lei rilasciata, a margine di un sopralluogo che ha effettuato nel Comune di Figline Incisa Valdarno, in relazione al progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota, il 15 Aprile scorso. Innanzitutto vorrei ringraziarLa perché per la prima volta, da sette mesi a questa parte, ossia da quando è stato inviato il Rapporto di Ispezione Ambientale di Arpat (24 Settembre 2020) e dopo che CSAI ha presentato il progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota (19 Ottobre 2020), la Regione Toscana, nella sua veste istituzionale e politica, prende pubblica posizione su questa vicenda. La sua voce, Assessore, è una voce autorevole ed importante, e La ringrazio per non essersi sottratta alle responsabilità che il ruolo che ricopre Le impone, anche di esprimere pubblicamente una posizione in un contesto difficile. “Se ci fosse un pericolo di inquinamento riconducibile alla discarica sarebbe una motivazione valida per fermare l’ampliamento. […]. Sto seguendo con attenzione ed interesse quello che si muove consapevole che i cittadini del Valdarno sono contrari a questo ampliamento. Ovviamente posso muovermi soltanto nell’ambito delle mie competenze. […] Io ho sempre detto che nel caso che ci fosse un pericolo di inquinamento riconducibile alla discarica, questa sarebbe una motivazione valida per fermare l’ampliamento. Dobbiamo capire. Stiamo in questo momento acquisendo le carte e ho convocato una riunione con Arpat proprio per approfondire. Era cosa nota che ci fosse un problema di inquinamento, ma non è ancora chiaro se sia riconducibile alla discarica. Arpat finora ha avuto una posizione rassicurante, oggi ho bisogno di capire meglio: certo è che se emergesse un tema di questo tipo, allora cambierebbe tutto”. Queste le Sue parole durante l’intervista, Assessore. Mi rassicura il fatto che Lei abbia convocato una riunione con Arpat, che stia acquisendo le carte, che voglia approfondire, che senta il bisogno di capire meglio e che, in caso di pericolo di inquinamento riconducibile alla discarica, a suo avviso l’ampliamento si fermerebbe. Mi rassicura sentire venire da Lei queste parole. E allora proverò a raccontarLe, con la speranza che possa esserLe di una qualche utilità, tutto quello che ho acquisito io, in qualità di Sindaco, negli ultimi otto mesi, approfondendo le relazioni e tutti i documenti relativi al progetto di ampliamento della discarica di Casa Rota, con il supporto fondamentale dei tecnici del mio Comune. La posizione di Arpat, in merito a questa vicenda e per quanto concerne la condizione di potenziale contaminazione delle acque sotterranee del sito di Podere Rota, è chiara e lo è dal 24 Settembre 2020, dal Rapporto di Ispezione Ambientale, una posizione che è stata confermata nei cinque documenti che compongono il Contributo tecnico istruttorio per la Conferenza dei Servizi, del 18 Marzo 2021 – in modo particolare nella Richiesta Integrazioni – e di nuovo rafforzata nella Risposta a richiesta contributo da parte della Regione Toscana a seguito nota risposta del gestore resa ai sensi del c.5 dell’art.29 decies del D.leg 152/06 del 22 Marzo 2021, che contiene anche la richiesta alle “amministrazioni competenti, ai sensi dell’art.244 c.2, di emissione della conseguente diffida con ordinanza al responsabile della potenziale contaminazione a provvedere ai sensi del Titolo V, parte IV del D.leg 152/06 smi”. Allo stesso modo è chiaro, per Arpat, che il responsabile della potenziale contaminazione è il gestore dell’impianto di Podere Rota, CSAI. Si legge nel RIA di Arpat del 24 Settembre 2020: “Visto quanto sopra, è pertanto, necessario che CSAI proceda ai sensi dell’art. 242 del Dlgs 152/06 alla notifica di potenziale contaminazione. Nel caso che il gestore non proceda autonomamente sarà cura di questo dipartimento dare corso alla attivazione del procedimento previsto all’art.244 c.1 s.l. (notifica da parte di soggetti pubblici). Dalla lettura di insieme dei dati di monitoraggio si evidenzia un peggioramento dello stato qualitativo delle acque relativo a tutte e tre le circolazioni presenti (profonda, intermedia, superficiale che rafforza l’ipotesi della influenza della discarica sulle acque sotterranee e sulla loro evoluzione qualitativa, in area di versante e di fondovalle”. Nel Contributo tecnico istruttorio per la conferenza dei servizi, in particolare nel documento Richiesta di integrazioni, di Arpat del 18 Marzo 2021, si legge, dopo una lunga analisi dello Stato della contaminazione rilevata nelle acque sotterranee: “ Concludendo su questo aspetto. Nella RIA 2018-19 si ricordava che ai sensi dell’art 242 del D.Lgs 152/06 il gestore ha l’obbligo di notificare i superamenti di CSC, riscontrati nell’ambito delle attività di autocontrollo per le attività di monitoraggio condotte nel periodi di riferimento del presente rapporto (2018 e 2019) nonché quelli successivamente riscontrati. La mancata comunicazione è sanzionabile ai sensi dell’art. 257 c. 1 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 o, in via amministrativa, ai sensi dell’art. 30410 c. 2 del citato decreto. Non avendo il soggetto, ritenuto responsabile della potenziale contaminazione e già individuato nel citato parere in cui era in indirizzo, provveduto ad inoltrare alla SSVV la notifica di potenziale contaminazione per la matrice acque sotterranee, il Dipartimento ARPAT di Arezzo, successivamente all’accertamento di tali superamenti delle concentrazioni soglia di potenziale contaminazione per i parametri d’interesse dell’attività svolta sul sito ha provveduto a inoltrare alle amministrazioni interessate, la notifica ai sensi dell’art 244 c1 del D.Lgs 152/06 anche attraverso la Banca Dati SiSBon. Arpat come illustrato non ritiene di poter condividere le ipotesi di sussistenza di un fondo naturale (ad oggi mai quantificato) e l’asserita provenienza da monte idraulico di parte della contaminazione in quanto non ritiene sufficientemente dimostrata e esprime fondati dubbi su parte del modello geologico ed idrogeologico che le sottende. Alla luce di quanto precedentemente esposto, contestualmente a questo parere ARPAT chiederà alle amministrazioni competenti, ai sensi dell’art. 244 c.2, emissione della conseguente diffida con ordinanza al responsabile della potenziale contaminazione a provvedere ai sensi del Titolo V, parte IV del D.Lgs 152/06 smi. Inoltre chiederà alle amministrazioni in indirizzo di diffidare il soggetto obbligato dal dismettere qualunque punto di monitoraggio delle acque sotterranee in quanto indispensabile al buon andamento del procedimento di bonifica. Solo a seguito di un periodo di confronto tra gli attuali e i nuovi presidi di almeno 3 anni, per valutare eventuali difformità legati a problemi costruttivi ed a seguito di elementi che permettano la valutazione e la non interruzione di serie storiche, se ne potrà valutare la chiusura con tecniche adeguate ad impedire che residuino vie preferenziali di potenziale contaminazione”. Nella Risposta a richiesta contributo da parte della Regione Toscana a seguito nota risposta del gestore resa ai sensi del c.5 dell’art.29 decies del D.leg 152/06 del 22 Marzo indirizzata a Regione, Provincia, Prefettura e al Dipartimento di Prevenzione Zona Valdarno della Azienda Usl Toscana sud est, Arpat scrive, sempre in relazione allo stato delle acque sotterranee: “Conclusioni. Nella RIA 2018-2019 si ricordava che, ai sensi dell’art 242 del D.Lgs 152/06, il gestore ha l’obbligo di notificare i superamenti di CSC, riscontrati nell’ambito delle attività di autocontrollo per le attività di monitoraggio condotte nel periodi di riferimento del presente rapporto (2018 e 2019) nonché quelli successivamente riscontrati. La mancata comunicazione è sanzionabile ai sensi dell’art. 257 c. 1 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 o, in via amministrativa, ai sensi dell’art. 30419c. 2 del citato decreto. Non avendo il soggetto, ritenuto responsabile della potenziale contaminazione e già individuato nella citata comunicazione in cui era in indirizzo, provveduto ad inoltrare alle SSVV la notifica di potenziale contaminazione per la matrice acque sotterranee, questo dipartimento, successivamente all’accertamento di tali superamenti delle concentrazioni soglia di potenziale contaminazione per i parametri d’interesse dell’attività svolta sul sito ha, come già detto, provveduto ad inoltrare alle amministrazioni interessate, la notifica ai sensi dell’art 244 c1 del D.Lgs 152/06 anche attraverso la Banca Dati SiSBon. ARPAT, come illustrato, non ritiene di poter condividere le ipotesi di sussistenza di un fondo naturale (ad oggi mai quantificato) e l’asserita provenienza da monte idraulico di parte della contaminazione, in quanto non ritiene sufficientemente dimostrata e esprime fondati dubbi su parte del modello geologico ed idrogeologico che le sottende. Con la presente, pertanto, alla luce di quanto precedentemente esposto, si richiede alle amministrazioni competenti, ai sensi dell’art. 244 c.2, emissione della conseguente diffida con ordinanza al responsabile della potenziale contaminazione a provvedere ai sensi del Titolo V, parte IV del D.Lgs 152/06 smi. Inoltre si richiede alle amministrazioni in indirizzo di diffidare il soggetto obbligato dal dismettere qualunque punto di monitoraggio delle acque sotterranee in quanto indispensabile al buon andamento del procedimento di bonifica. Solo a seguito di un periodo di confronto tra gli attuali e i nuovi presidi di almeno 3 anni, per valutare eventuali difformità legati a problemi costruttivi ed a seguito di elementi che permettano la valutazione e la non interruzione di serie storiche, se ne potrà valutare la chiusura con tecniche adeguate ad impedire che residuino vie preferenziali di potenziale contaminazione”. Non credo ci possano essere dubbi, Assessore, sulla posizione che Arpat sta esprimendo da molti mesi, con considerazioni che non sono affatto rassicuranti e che prefigurano uno scenario di pericolo per la salute pubblica dei cittadini del mio Comune e del Valdarno: c’è una potenziale contaminazione delle acque sotterrane nel sito in cui sorge la discarica di Podere Rota, una potenziale contaminazione delle acque sotterranee dichiarata nei documenti ufficiali di Arpat da almeno 7 mesi, una potenziale contaminazione che potrebbe mettere a rischio la salute pubblica. Prioritaria rispetto a tutto, in questa circostanza, diventa l’attivazione della procedura di bonifica con indagini, saggi, campionamenti e rilievi del terreno che sono fondamentali per definire con certezza la situazione. E questo è possibile, per legge, soltanto a seguito di un’ordinanza, quella ordinanza che Arpat chiede alle amministrazioni competenti, Regioni e Provincia nell’ultimo documento citato che reca la data del 22 Marzo 2021. La Regione e la Provincia devono sciogliere rapidamente la questione relativa all’attribuzione di competenza e stabilire chi delle due è titolata ad emettere ordinanza nei confronti del gestore della discarica per potenziale contaminazione delle acque sotterranee. Il Valdarno non può aspettare oltre. Sono necessarie risposte celeri perché l’ordinanza che obbliga il gestore ad intraprendere il percorso della bonifica del sito possa giungere al più presto, insieme, come conseguenza diretta, alla sospensione e all’archiviazione del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), che non avrebbe più ragione di tenersi in piedi, in una circostanza simile. Aggiungo, a questi tre documenti di Arpat, un quarto documento, Assessore, che è la Richiesta di integrazioni e chiarimenti che la Direzione Ambiente ed Energia, Settore Via/Vas della Regione Toscana, ha inviato al proponente e ad altri soggetti in data 29 Marzo 2021 nell’ambito della Conferenza dei Servizi. “Si ritiene tuttavia opportuno premettere che, dall’istruttoria sin qui condotta, sono emerse alcune criticità del progetto in relazione a componenti ambientali già caratterizzate da uno stato attuale critico e che pertanto potrebbero costituire aspetti di non compatibilità. […]A tal proposito è stato condotto specifico approfondimento istruttorio volto ad accertare la sussistenza di motivi ostativi al rilascio dell’autorizzazione richiesta (AIA rifiuti): i Settori regionali Bonifiche e autorizzazioni rifiuti e Servizi Pubblici Locali Energia e Inquinamenti (SPLEI), competenti rispettivamente al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale e alla verifica di coerenza del progetto con il PRB, non hanno evidenziato, in questa fase, motivi ostativi alla procedibilità dell’istanza di PAUR; è stato tuttavia evidenziato che, qualora emergesse la necessità di proseguire con l'intervento di bonifica (iscrizione in anagrafe), troverebbe applicazione il criterio escludente del PRB che, si ricorda, "ha valenza di vincolo assoluto, ossia stabilisce la completa non idoneità di determinate aree alla realizzazione di nuovi impianti di recupero o di smaltimento rifiuti a causa della presenza di vincoli derivanti dalla normativa nazionale e regionale, di condizioni oggettive locali e di destinazioni d’uso del suolo incompatibili con la presenza degli impianti stessi". Ciò premesso si suggerisce quindi al Proponente di valutare attentamente la possibilità di superare le suddette problematiche prima di procedere alla elaborazione e presentazione della sotto elencata documentazione integrativa”. Anche gli Uffici della Direzione Ambiente ed Energia della Regione Toscana hanno individuato delle criticità e delle problematiche nel progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota che potrebbe costituire aspetti di non compatibilità e che devono essere superate. Mi scuso con Lei, Assessore, per essermi dilungata così tanto nella presentazione dei documenti, ma sono convinta che una attenta lettura, unita alla Sua ferma volontà di approfondire e al Suo bisogno di capire, non potranno che condurLa alle medesime conclusioni alle quali siamo giunti noi, ormai da diverso tempo, nel respingere il progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota, mostrando una compattezza ed una unità che il Valdarno raramente ha avuto negli ultimi decenni. Io ripongo in Lei e nella Sua azione politica ed istituzionale grandi speranze, Assessore, mi fido del Suo profondo senso di responsabilità e delle Sue capacità e non dimentico che se la Regione Toscana ha nel proprio Statuto i principi dello sviluppo sostenibile e della economia circolare, lo deve a Lei e alla proposta di modifica statutaria che Lei propose in Consiglio Regionale nei primi mesi del 2019. Mercoledì scorso è arrivata, per il Comune di San Giovanni Valdarno, una notizia importante: il bando sul verde urbano e sulla mobilità ciclabile promosso dalla Regione Toscana e dal Suo assessorato nell’ambito della strategia regionale del “Toscana Carbon Neutral” ha premiato anche il nostro Comune. Il progetto, denominato “San Giovanni più verde”, che prevede un importante investimento sulla piantumazione degli alberi e sulle piste ciclabili, è stato finanziato con 384 mila euro dalla Regione, risultando secondo – tra i 20 progetti finanziati e su 54 che sono stati complessivamente presentati – per importo del finanziamento, dopo il Comune di Lucca. Di questo siamo orgogliosi, come siamo orgogliosi di una Toscana che guarda al futuro, che investe sulla sostenibilità ambientale, sulla innovazione, sulla salvaguardia dell’ambiente e della salute dei suoi cittadini. Questa, Assessore, è la Toscana che noi vogliamo, che vogliamo contribuire a costruire e se Lei, nei prossimi mesi e nei prossimi anni si impegnerà e si batterà per costruire questa Toscana, ci troverà, con entusiasmo e con spirito costruttivo, dalla sua parte. In questa Toscana non ci dovrà essere più posto per siti di discarica e soprattutto per siti di discarica che costituiscono un pericolo per la vita delle persone, e dovrà procedere con convinzione e rigore il coraggio di interrompere consuetudini e prassi consolidate nelle quali noi non ci riconosciamo e che, senza ombra alcuna di dubbio, non appartengono al Suo mondo di valori e di convinzioni. La ringrazio per l’attenzione che mi ha dedicato e la saluto con cordialità, nell’attesa di avere presto un riscontro rispetto agli approfondimenti che farà su tutta questa vicenda.

Il Sindaco Valentina Vadi

Redazione
© Riproduzione riservata
19/04/2021 14:09:18


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