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Boom dei prezzi dei materiali legati al Superbonus

Cna Costruzioni: un aumento della domanda non può tradursi in un’impennata dei prezzi

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Accolto dagli addetti ai lavori come lo strumento per il rilancio dell’economia nazionale sopraffatta da una crisi che dura dal 2008 e aggravata dall’emergenza sanitaria, il superbonus 110% rischia adesso di infrangersi contro lo scoglio dell’aumento indiscriminato delle materie prime.

La tanto agognata agevolazione mostra i suoi effetti collaterali accanto ad una burocrazia asfissiante, vero tallone d’achille del nostro paese, emerge con fragore l’aumento inusitato delle materie prime che rallenta i lavori di aziende e professionisti costretti a fare i conti con l’aumento vertiginoso dei costi a fronte della crescita della domanda di fruizione dell’agevolazione. 

“Da un’indagine CNA – afferma il presidente CNA Costruzioni Arezzo Francesco Riillo - emerge che l’introduzione delle misure agevolative a favore della filiera delle costruzioni sta avendo buoni riscontri sul mercato ma è importante non sottovalutare l’impennata dei prezzi”.

In generale sono aumentati tutti i prezzi dei materiali e in particolare quelli legati ai bonus per le ristrutturazioni. Dall'acciaio al legno, al PVC e al rame, fino a materiali isolanti, malte, collanti e laterizi, gli aumenti rischiano di inficiare l'andamento positivo della misura.

“Nel settore delle costruzioni - continua Riillo - gli aumenti più importanti in un anno riguardano i metalli, con punte che superano il +50%; i materiali termoisolanti, con punte che oscillano tra il +25% e il +50%; i materiali per gli impianti, con punte che superano il +25% e il legno (+15%). Elevata anche la crescita per altri materiali, che oscilla tra il +10% di malte e collanti e il +11% dei laterizi. In salita è anche il prezzo dei ponteggi, passato in breve tempo da 15 euro al metro quadrato ai 24 euro attuali. Il costo di rifacimento di un cappotto termico è passato da 65 a 90 euro al metro quadro.

Gli aumenti riguardano anche le imprese che lavorano nel settore pubblico. Ad esempio, il bitume è aumentato del 35-40% ma le imprese hanno stipulato accordi ‘quadro’ biennali o triennali con prezzi che non hanno possibilità di aggiornamento automatico. E, allora, il prezzo del bitume era ai minimi storici. Si tratta di un danno che può avere anche conseguenze sulle progettazioni delle opere derivanti dal Recovery Plan perché con questi aumenti non saranno realizzabili”.

“Meno marcato l’aumento dei prezzi nel settore impiantistica – afferma il presidente elettricisti CNA Arezzo Roberto Marmorini - dove si registrano incrementi del +10%. Specialmente in questi settori a farla da padrone sono le materie prime (materiale elettrico, plastica, componentistica, ottone, ferro, etc.) provenienti dalla Cina dove il costo dei container è più che raddoppiato. Lievi incrementi (dal +5% al +8%) anche in merito al costo delle caldaie e dei condizionatori”.

“Lo scenario che si va prospettando – sottolinea il presidente idraulici CNA Arezzo Damiano Iacovone - rischia di mettere in seria difficoltà gli operatori del settore, in particolare per quanto concerne il superbonus 110% che ha massimali di spesa ben precisi, il cui superamento rischia di rendere meno conveniente per il committente l’agevolazione fiscale.  Infatti le imprese da un lato non avranno la possibilità di rivedere i preventivi già accettati dai committenti , e si vedranno costrette a coprire di tasca propria gli aumenti, riducendo di conseguenza i propri margini. Per quanto riguarda, invece, le nuove lavorazioni che non sono ancora state contrattualizzate con molta probabilità i costi incideranno anche sui clienti”.

Per limitare i danni le imprese cercheranno di rinegoziare i prezzi applicati alla clientela o cercheranno nuovi fornitori, ma nonostante ciò si teme una riduzione dell’effetto espansivo delle agevolazioni, un danno destinato a ricadere sull’intero sistema, in termini di mancata crescita dell’occupazione, dei consumi, del prodotto interno lordo e delle entrate fiscali.

Altro aspetto da non sottovalutare è quello legato alla reperibilità dei materiali e i tempi di consegna. Un esempio che vale per tutti è rappresentato dai materiali per la coibentazione degli edifici. Se prima venivano consegnati in una decina di giorni oggi se va bene ce ne vogliono 40. Le imprese hanno preso impegni, c’è una importante scadenza da rispettare per i lavori del superbonus ed è il 30 giugno 2022.

La soluzione? “Chiarezza e giusti tempi - concludono Riillo, Marmorini e Iacovone CNA Arezzo. Il legislatore deve elaborare un testo unico per i bonus, prorogarlo fino almeno al 2023, semplificare gli aspetti burocratici e dare certezze, consentendo un’adeguata pianificazione agli operatori di filiera coinvolti”.

Redazione
© Riproduzione riservata
22/04/2021 10:14:02


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