La festa del 25 aprile, Mattarella: “Unità e coesione per la rinascita”
Draghi: “Vediamo crescere il fascino perverso di autocrati e persecutori delle libertà civili”
In occasione del 76esimo anniversario della Liberazione, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha reso omaggio all'Altare della Patria con la deposizione di una corona d'alloro. Diversamente da un anno fa, il capo dello Stato è accompagnato dai presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, dal presidente del Consiglio Mario Draghi, dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini e dal presidente della Corte costituzionale Giancarlo Coraggio. Il presidente della Repubblica ha richiamato a «unità, coesione e riconciliazione per la rinascita».
Draghi: libertà e diritti non barattabili con nulla
E dopo aver presenziato alla deposizione di una corona all'altare della Patria, il presidente del Consiglio Mario Draghi, si è recato in visita al Museo storico della Liberazione (via Torquato Tasso 145). «Libertà e diritti non sono barattabili con nulla. Ma sono più fragili di quanto non si pensi» ha detto. «Il dovere della memoria riguarda tutti. Nessuno escluso. Assistiamo oggi, spesso sgomenti, ai segni evidenti di una progressiva perdita della memoria collettiva dei fatti della Resistenza, sui valori della quale si fondono la Repubblica e la nostra Costituzione. E a troppi revisionismi riduttivi e fuorvianti» ha aggiunto.
“Linguaggio d’odio diffonde veleno”
«Il linguaggio d'odio, che sfocia spesso nel razzismo e nell'antisemitismo, contiene sempre i germi di potenziali azioni violente. Non va tollerato. È una mala pianta che genera consenso per chi calpesta libertà e diritti - quasi fosse un vendicatore di torti subiti - ma diffonde soprattutto il veleno dell'indifferenza e dell'apatia». «Vediamo crescere il fascino perverso di autocrati e persecutori delle libertà civili, soprattutto quando si tratta di alimentare pregiudizi contro le minoranze etniche e religiose», ha spiegato Draghi. E ricordando che non tutti gli italiani furono «brava gente», il premier ha ribadito come «non scegliere è immorale. Significa far morire, un'altra volta, chi mostrò coraggio davanti agli occupanti e ai loro alleati e sacrificò sé stesso per consentirci di vivere in un Paese democratico. Ma è nella ricostruzione del presente, di un presente in cui il ricordo serve a dirci quel che non vogliamo ripetere, che avviene la riconciliazione. È la ricostruzione basata sulla fratellanza, sulla solidarietà, sull'amore, sulla giustizia che porta alla riconciliazione.
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