Aumento esponenziale del lavoro nero in provincia di Arezzo
Dove c'è mancanza di legalità non ci può essere sicurezza e un econimia sana
C'è il bisogno di cura del territorio aretino dal punto di vista della legalità – queste sono le parole di Alessandro Mugnai della Cgil di Arezzo - dove si stanno verificando forti incrementi di lavoro nero. Ci sono segnali d'allarme ben circostanziati dentro impianti di lavoro fissi, dove sono impiegati lavoratori al nero e probabilmente irregolari nel territorio a fianco di dipendenti a contratto. Quando è il momento dello stipendio il lavoratore assunto riceve il normale accredito, ma va in banca e ne ritira una parte, ad esempio 500 euro e ne dà una metà a un lavoratore al nero e altre 250 euro ad un altro. Servono seri provvedimenti – continua Mugnai - e per questo chiediamo maggiore accortezza negli appalti, nei sub appalti e soprattutto negli affidamenti diretti, nelle smagliature di questi passaggi si insinua la criminalità organizzata composta sia da mafia, da camorra e ndrangheta. Dove c'è mancanza di legalità non ci può essere sicurezza, servono più controlli e questi non si possono fare in smart working. Massima attenzione anche nei confronti di quei pensionati, che forti di avere già un introito, continuano a lavorare in nero, a prezzi ovviamente più concorrenziale delle aziende regolari e che stanno creando enormi problemi a un sistema economico già stremato. E’ necessario tutelare che rispetta le regole e affannosamente tenta di portare avanti la sua attività, punendo i “furbetti”.
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