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Confcommercio risponde a Fratelli d'Italia Arezzo

“La nostra richiesta non può certo valere come un diktat, piuttosto è un invito alla riflessione"

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“Diamo atto al Comune di Arezzo di aver fatto un buon lavoro sulle sagre, adottando un regolamento redatto in stretta collaborazione con le associazioni di categoria. Sui 36 Comuni della provincia di Arezzo, però, come il capoluogo ha fatto solo Castiglion Fiorentino. Tutti gli altri ancora non si sono pronunciati sul tema. Proprio per questo, abbiamo chiesto alla presidente della Provincia Silvia Chiassai di farsi promotrice di un incontro fra tutte le Amministrazioni per coordinare strategie e logiche comunali in materia di sagre e feste paesane”. Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni risponde così alla nota polemica scritta dal gruppo aretino di Fratelli d’Italia.

“Oltretutto – aggiunge Marinoni – la richiesta di valutare una sospensione delle sagre per la stagione estiva 2021 l’abbiamo fatta come Confcommercio Toscana, pensando ai 273 Comuni della nostra regione”.

“La nostra richiesta non può certo valere come un diktat, piuttosto è un invito alla riflessione di sapore squisitamente politico. Anche ai Comuni dotati di regolamento chiediamo che considerino se, nell’annus horribilis 2021 che ha messo in ginocchio l’intero comparto della ristorazione, non sia il caso di procrastinare la ripartenza delle sagre. Nessuno disconosce il grande valore sociale e culturale delle sagre, quelle vere quando rispettano le regole, ma se in questi mesi lavoreranno ristoranti e pizzerie, anziché le sagre, forse sarà un bene per tutto il territorio, in termini di occupazione salva e ricchezza prodotta. Per i Comuni senza regolamento, invece, la nostra proposta valga come incentivo a mettere mano alla questione una volta per tutte”, prosegue Marinoni.

“Per quando poi le sagre riprenderanno l’attività, nei nostri auspici nel 2022, resta poi, in ogni caso, il tema dei controlli: gli eventi della somministrazione parallela devono rispettare ogni norma in essere, a partire da quelle antiCovid. Perché dopo quasi un anno e mezzo in cui i locali tradizionali hanno visto la loro attività impedita o ridotta per motivi di salute pubblica e sicurezza, la ristorazione non può diventare d’improvviso un campo d’azione facile e alla portata di tutti”, conclude il direttore di Confcommercio Toscana.

Redazione
© Riproduzione riservata
31/05/2021 17:28:00


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