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Lavoro, nei primi tre mesi dell’anno persi 889mila occupati rispetto al 2020

Rispetto al trimestre ottobre-dicembre, i lavoratori sono 243mila in meno

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Nel primo trimestre 2021 il numero di occupati cala di 243mila unità (-1,1%) rispetto al trimestre precedente, e di 889.000 unità (-3,9%) rispetto allo stesso periodo 2020. Così la rilevazione Istat sul mercato del lavoro. Il dato risente della nuova metodologia che considera non occupate le persone in cassa integrazione da almeno tre mesi, usata ora in modo massiccio. Si registra un aumento di 103mila disoccupati sul trimestre precedente e di 240.000 sul primo trimestre 2020. Nel confronto tendenziale, la diminuzione coinvolge i dipendenti (-576 mila, -3,2%), soprattutto se a termine, e gli indipendenti (-313 mila, -6,0). Il tasso di disoccupazione del primo trimestre 2021 sale al 10,4% con un aumento di 0,5 punti sul quarto trimestre del 2020 e di 1,2 punti percentuali sul primo trimestre del 2020. Lo rileva l'Istat nell'indagine sul mercato del lavoro. 

In particolare, nel primo trimestre del 2021 gli occupati erano 22.265.000 con un calo di 243.000 occupati sul quarto trimestre del 2020. Secondo l’Istat, il calo complessivo risente soprattutto del calo dei dipendenti a tempo indeterminato (-1,1%) e degli indipendenti (-2%). I lavoratori indipendenti nel primo trimestre sono 4,9 milioni. 

Nel primo trimestre 2021, l'input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, registra una diminuzione di -0,2% rispetto al trimestre precedente e di -0,1% rispetto al primo trimestre 2020; il Pil è aumentato dello 0,1 in termini congiunturali e diminuito dello 0,8 in termini tendenziali. Dal lato delle imprese, il proseguimento delle misure di restrizione dell'attivita' economica nel primo trimestre 2021 determina una crescita congiunturale di lieve entita' per le posizioni lavorative dipendenti (+0,2%) e una variazione tendenziale ancora negativa (-0,8%), seppure di minor entita' rispetto al trimestre precedente. Tali effetti derivano da una crescita della componente a tempo pieno in termini congiunturali (+1%), ma anche su base annua (+0,4%), a cui si contrappone una riduzione della componente a tempo parziale del - 1,7% su base trimestrale e del -3,7% su base annua. Rispetto al trimestre precedente, le ore lavorate per dipendente crescono dell'1%; anche su base tendenziale si osserva un aumento, sebbene piu' contenuto (+0,4%), associato a quello del ricorso alla cassa integrazione che raggiunge le 108,4 ore ogni mille ore lavorate. Il tasso dei posti vacanti aumenta di 0,1 punti percentuali su base congiunturale e di 0,8 su base annua. Il costo del lavoro, per unita' di lavoro, cresce dello 0,9% in termini congiunturali, per effetto di un aumento sia delle retribuzioni (+0,5%) sia degli oneri sociali (2%). In termini tendenziali, il costo del lavoro continua a salire (+0,8%), a seguito dell'aumento dell'1,6% della componente retributiva e nonostante la riduzione dell'1,2% degli oneri; quest'ultimo calo è riconducibile all’adozione delle misure di esonero contributivo varate nella seconda meta' dell'anno 2020 che, seppure con minore intensità rispetto al quarto trimestre 2020, continuano ad avere effetto anche nel primo trimestre 2021

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
11/06/2021 13:57:02


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