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Aids, Usl Umbria 1 all’avanguardia nella chirurgia ricostruttiva dei danni da farmaco

Negli ultimi 6 anni sono stati effettuati circa 850 interventi nel centro nazionale di Umbertide

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La lotta all’Aids passa anche per la non discriminazione dei soggetti colpiti dalla malattia ed al supporto che la scienza può offrire per consentire loro la possibilità di condurre uno stile di vita il più normale possibile. In occasione della giornata mondiale dell’Aids, il direttore della struttura complessa aziendale di chirurgia plastica e ricostruttiva della Usl Umbria 1, Marino Cordellini, ricorda che l'ospedale di Umbertide è centro nazionale per gli interventi di chirurgia plastica ricostruttiva, per il trattamento degli effetti collaterali dei farmaci antiretrovirali ai quali si devono sottoporre i malati affetti da Hiv. Si tratta, infatti, di terapie farmacologiche che provocano alterazioni deformanti del viso e di tutto il corpo e che comportano gravi conseguenze anche dal punto di vista psicologico e sociale, in quanto il loro stato è facilmente identificabile a malati di Aids.

Negli ultimi 6 anni sono stati circa 850 i pazienti operati, di cui il 98 per cento proveniente da fuori regione, grazie alla rete costruita con tutti i centri italiani di malattie infettive. La Usl Umbria 1, quindi, offre un servizio importante in quanto i principali farmaci antiretrovirali, quelli che permettono oggi di sopravvivere all’infezione, determinano delle gravissime alterazioni di diversi tessuti del corpo umano, come muscoli e sottocute provocando due fenomeni. Il primo è l’accumulo, a livello della parete posteriore del collo e del dorso (ma anche in altri distretti), di enormi quantità di tessuto fibro-adiposo, che impediscono i movimenti e provocano alterazioni morfologiche del profilo del corpo, difficilmente nascondibili. Il secondo riguarda una marcata atrofia di tutto il tessuto muscolare e dei tessuti fibro-adiposi per cui gli arti diventano ipotrofici con il plesso venoso superficializzato. Soprattutto il viso appare profondamente scavato, con guance infossate e pelle tesa: segni che favoriscono l’identificazione della persona come malato di Aids, con la possibile emarginazione sociale, nonostante le cure.

Presso le strutture ospedaliere della Usl Umbria 1, questi pazienti, oltre che essere sottoposti, spesso con tecnologie ultrasoniche, ad asportazione delle zone di accumulo, nei casi di atrofie, vanno incontro a complessi interventi di trasferimento di tessuti da una zona e l'altra del loro corpo, per ripristinare la loro normale morfologia, non certo a scopo estetico, ma con l’unico fine di non essere discriminati come affetti da Aids e di avere un generale profondo miglioramento della loro qualità di vita. Il dottor Marino Cordellini, direttore della struttura complessa di chirurgia ricostruttiva della Usl Umbria 1, ringrazia in particolar modo tutto il personale, medico e non solo, che, con grande dedizione, si occupa ogni giorno di questi pazienti, in un contesto sanitario e assistenziale estremamente delicato.

Redazione
© Riproduzione riservata
01/12/2021 12:09:32


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