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Mondo Politica: intervista a Letizia Guerri assessore al comune di Città di Castello

"In giunta c'é grande entusiasmo e spirito di squadra"

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È entrata in consiglio comunale a Città di Castello nel febbraio del 2020, per il passaggio in giunta di Vincenzo Tofanelli ed è anche fra i membri dell’Umbria nella direzione nazionale del Partito Democratico. Alle comunali di ottobre, è stata la terza votata nella lista del Partito Democratico con 224 preferenze, un risultato che alla giovane Letizia Guerri è valso il posto in giunta con deleghe a commercio, pari opportunità, politiche giovanili, servizi educativi e turismo. Laureanda in giurisprudenza con perfezionamento in management e impiantistica sportiva, è specializzata in organizzazione di eventi e comunicazione.

Assessore Guerri, quanto è stato importante - per l’attuale ruolo di assessore - l’anno e mezzo abbondante nel quale Lei è stata consigliere?

“Un passaggio che ritengo fondamentale: i consiglieri comunali sono a loro modo da considerare le “sentinelle politiche” di una comunità. E per me è stato ancor più importante: sono entrata in consiglio comunale nel febbraio del 2020 e poco dopo è scattata l’emergenza Covid-19. Nel predisporre gli atti, è subentrato l’inevitabile momento di confronto per capire quali fossero i bisogni e le esigenze legate alla pandemia. La situazione ha messo in luce le crepe che sono emerse e allora siamo intervenuti subito. Fra gli atti di allora, ricordo quello sullo smaltimento di mascherine e guanti, ma anche le lacune relative ai ragazzi che potevano praticare sport nelle scuole e nelle società. E questo la dice lunga su quanto la politica tenga in considerazione lo sport. Senza dubbio, la parentesi del Covid-19 mi ha reso consapevole di ciò che sono le esigenze”.

Che cosa sta portando di nuovo la giunta guidata dal sindaco Luca Secondi, della quale Lei fa parte?

“Intanto, il grande entusiasmo che la sta animando, ma soprattutto il vero elemento nuovo è costituito dalla voglia di lavorare con spirito di squadra, ovvero giunta e consiglio insieme per il bene della città. L’esempio fresco è quello del “Natale in Città”, che ha visto gli ambiti della cultura, del commercio e del turismo riuniti in un unico calendario e di questo do atto anche alla mia collega di giunta Michela Botteghi. La voglia di lavorare di squadra e di confrontarsi sono i “motori” del nostro operato, non dimenticando che abbiamo programmato gli incontri sul territorio tifernate; due li abbiamo già tenuti, uno nel quartiere di San Pio X e l’altro nella frazione di Promano, poi vi è stata una sospensione non dipendente dalle nostre volontà, ma adesso li riprenderemo con cadenza periodica. Siamo noi a recarci nei vari luoghi per raccogliere le istanze e le lamentele della gente”.

Lei è assessore a commercio e turismo: due materie che, per funzionare bene, debbono stare assieme, o comunque essere di pertinenza della stessa persona?

“Sono intanto due ambiti alquanto importanti e allo stesso tempo complementari. Città di Castello è una realtà vocata al turismo, che però non può essere legata soltanto agli eventi e quindi occorre una programmazione strategica sul lungo periodo. Quello del commercio è il comparto che più di ogni altro è stato colpito dall’emergenza Covid-19 ed è anche quello a contatto più diretto con i cittadini. Il dialogo con gli operatori sarà pertanto l’elemento centrale del lavoro che andrò a svolgere”.

Semmai, a Città di Castello come anche in tante altre realtà (prendo l’esempio della vicina Sansepolcro) si sta ponendo il problema di conciliare le esigenze della grande distribuzione fuori dalle mura con il commercio più tradizionale dei centri storici. È questa una delle scommesse più importanti che accompagnerà il suo mandato?

“Credo che fra grande distribuzione e commercio tradizionale vi siano semplicemente esigenze e target differenti. Il nostro Comune è territorialmente vasto e le attività commerciali a Città di Castello sono tantissime, dal confine nord fino a quello sud. I commercianti sono tutti uguali, hanno pari dignità – tengo a ribadirlo – e non solo: il commercio è molto diversificato e un settore non esclude l’altro. Non esiste insomma una contrapposizione fra le due modalità di commercio”.

L’organizzazione degli eventi sarà la sua grande scommessa?

“E’ un settore di primo piano a Città di Castello: alcuni di essi hanno una propria storicità (vi sono iniziative riconosciute a livello nazionale), altri sono più giovani, vedi ad esempio “Only Wine Festival”, la Mostra del Tartufo e le altre dedicate al fumetto e al libro. Abbiamo perciò un contenitore di manifestazioni con un livello di proposta davvero eccelso, per cui la valorizzazione diventa un elemento determinante; in questo specifico periodo lo è ancora di più, perché l’Umbria nel suo complesso e per le sue caratteristiche ben si presta alle esigenze di spazi ampi e di respiro, richieste all’indomani della parentesi del Covid-19, oltre al fatto che sia importante privilegiare il turismo di prossimità. In questa ottica, i grandi eventi diventano centrali per le persone che si muovono nel ristretto arco di uno-due giorni. Stimolare il turismo significa favorire il rilancio economico della città: confido allora in 2022 all’insegna del rilancio”.

A proposito di eventi, spesso vengono criticate le due parti della vallata per il fatto di non dialogare fra di esse e magari di creare sovrapposizioni che potrebbero rischiare di diventare penalizzanti. Oppure il caso contrario: non cogliere le opportunità che spesso suggeriscono proprio le sovrapposizioni. È il caso allora di avviare una proficua collaborazione e magari anche un coordinamento?

“Assolutamente sì. Sono favorevole alla collaborazione e ricordo anche che i progetti di vicinanza erano già sul piatto della precedente amministrazione. Si tratta di un filone sul quale lavorare a più livelli”.

Redazione
© Riproduzione riservata
24/12/2021 07:42:42


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