Tiberina 3Bis, i sindaci dal Puleto: "Dopo tre anni siamo al punto di prima"
E puntualizzano: "Ci attendiamo dal Governo maggiore responsabilità. Azione non più rinviabile"
“Sono passati tre anni dal sequestro del viadotto Puleto in E45, quando emerse immediatamente la problematica della chiusura ventennale della Tiberina 3Bis, ma dobbiamo constatare che siamo al punto di prima. E’ il momento di alzare la voce e che la politica si prenda un impegno serio per risolvere la questione una volta per tutte”. E’ il grido d’allarme che i sindaci dei territori umbri, toscani e romagnoli attraversati dalla E45 hanno rivolto al Governo: stamani, vigilia del triste e terzo anniversario del sequestro del Puleto da parte della Procura di Arezzo, si sono ritrovati nell’area di servizio prossima al viadotto per manifestare tutto il loro disappunto. C’erano i sindaci di Pieve Santo Stefano e Sansepolcro, rispettivamente Claudio Marcelli e Fabrizio Innocenti; Paolo Fratini di San Giustino in rappresentanza dell’Altotevere mentre per quello romagnolo Enrico Salvi di Verghereto, Marco Baccini di Bagno di Romagna ed Enrico Cangini di Sarsina insieme al consigliere regionale toscano della Lega Marco Casucci. “Riteniamo che sia necessaria e non più rinviabile un’azione da parte dei ministeri competenti, utile a dirimere concretamente ogni questione con celerità e fermezza di volontà e risorse – proseguono i sindaci - si tratta di problemi facilmente gestibili da parte di un Governo. Risolvibili con un minimo di responsabilità, impegno, regia e disponibilità, ma che noi Sindaci non possiamo affrontare da soli”.
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