Commercio, l’Istat: “Nel primo trimestre il valore delle vendite +6,3%”
Recuperano i piccoli negozi, ma è allarme sui generi alimentari
Nel primo trimestre del 2022 le vendite al dettaglio sono aumentate – in termini di valore – del 6,3% rispetto allo stesso periodo del 2021, con un recupero per le imprese operanti su piccole superfici (+8,5%). Lo segnala l'Istat, sottolineando che la grande distribuzione ha registrato un +5% (+2,1% per l'alimentare, +11,4% per il non alimentare). I piccoli negozi hanno registrato aumenti (sempre in valore) per il non alimentare (+11,6%) mentre l'alimentare ha segnato un -0.9%. Le vendite fuori dai negozi hanno segnato un +4,3% sul trimestre precedente (+7% a marzo sullo stesso mese del 2021), mentre il commercio elettronico ha perso in valore lo 0,9% (-3,9% a marzo 2022 su marzo 2021).
L’appello di di Assoutenti e Coldiretti per l’alimentare
Sul segno «meno» delle vendite dei prodotti alimentari, Assoutenti evidenzia: «Il crollo delle vendite alimentari registrato a marzo è un dato allarmante che deve portare il Governo ad aggiustare il tiro e adottare misure immediate». Rispetto allo scorso anno, «il volume delle vendite ha subito un tonfo del -6%. Numeri che attestano l'esistenza di un’emergenza sul fronte delle famiglie, con i cittadini costretti a ridurre i consumi anche per beni primari come gli alimentari». Su questa situazione «pesano i rincari delle bollette e dei prezzi al dettaglio, che si ripercuotono in modo diretto sugli acquisti degli italiani», spiega il presidente Furio Truzzi. «I dati odierni dell'Istat – conclude – dimostrano la necessità da parte del Governo di ricorrere ai prezzi amministrati almeno per i beni alimentari, allo scopo di contrastare speculazioni e una inflazione alle stelle ed evitare che le famiglie facciano la fame riducendo ancor di più la spesa per il cibo», conclude Truzzi.
L’aumento dei prezzi al dettaglio nel mese di marzo vanno dal +23,3% dell'olio di semi al +6,2% dei gelati, ma ad aumentare sugli scaffali sono stati anche la verdura fresca, con i prezzi in salita del 17,8%, di poco davanti al burro (+17,4%), la pasta (+13%) i frutti di mare (+10,8%), la farina (+10%) la carne di pollo (+8,4%), la frutta fresca (+8,1%), e il pesce fresco (+7,6%). «In controtendenza - sottolinea la Coldiretti - volano solo gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +7,6% nelle vendite in valore». E il dato sui discount «evidenzia proprio la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo e su beni essenziali».
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