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Le due facce di Sansepolcro

Una città divisa in due tronconi netti e questa contrapposizione non sta producendo risultati

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Si dice spesso che, contrariamente ai tifernati e agli anghiaresi, i biturgensi non siano un “popolo”, ossia non abbiano o non avvertano (se non raramente) un proprio spirito di identità. Non vogliamo insistere su questo punto, ma è pur sempre innegabile che Sansepolcro sia una città sostanzialmente divisa. Per meglio dire, vi sono argomenti che spaccano in due l’opinione pubblica. Andiamo a individuarli seguendo una precisa logica: quella della realtà oggettiva dei fatti, sulla quale poco o nulla c’è da strumentalizzare, poi ognuno ha tranquillamente diritto di rimanere nella propria posizione. Ecco comunque i versanti sui quali la divisione è evidente.

POLITICA – Al ballottaggio di ottobre, Fabrizio Innocenti ha prevalso per 370 voti nei confronti di Andrea Laurenzi. Il record del divario più contenuto rimane però quello del 2004, quando Alessio Ugolini riuscì a sopravanzare Franco Polcri di appena 23 preferenze, poi vi è lo scarto di 341 del 2006 inflitto da Polcri a Bruno Graziotti. Assai più nette erano state le affermazioni di Daniela Frullani nel 2011 su Fabrizio Innocenti e di Mauro Cornioli nel 2016 a spese della Frullani; ciononostante, però, entrambe le vittorie non sono state sufficienti per un mandato bis, per quanto la Frullani sia stata battuta, mentre Cornioli non si sia ripresentato. Dai tempi di Dario Casini (1995-2004), insomma, una stessa persona non è mai riuscita a fare il bis a Palazzo delle Laudi e Sansepolcro è il solo Comune dell’Alta Valle del Tevere nel quale la conferma sembra davvero un’ardua impresa. Perché? È il sintomo di fratture e frizioni in corso fra gruppi, caste, clan e centri di potere più o meno vistosi che sono presenti in città e quindi le elezioni assumono il sapore di veri e propri regolamenti di conti. In senso legale, ovviamente.

TURISMO – Un capitolo particolare, questo, perché chiunque - in ogni campagna elettorale – lo vede come la panacea di tutti i mali, ma poi… tanto fumo e poco arrosto. Un tentativo è stato fatto con la riapertura della Casa di Piero della Francesca, ma è fallito miseramente, un “bubbone” che – in questa maniera – non fa altro che succhiare soldi da oltre trent’anni e anche la privatizzazione del museo non ha prodotto i risultati attesi, nonostante ogni anno vi sia una mostra particolare. Se poi parliamo di eventi, siamo vicini allo zero, si gira sempre attorno alle Fiere di Mezzaquaresima e Palio della Balestra, nonostante il comune abbia investito cifre importanti su questo segmento. Anche qui abbiamo due scuole di pensiero: chi vorrebbe portare un turismo di stampo prettamente culturale sull’onda di Piero della Francesca, tralasciando altre forme di aggregazione da mettere in atto e chi invece è meno propenso a puntare su Piero, immaginando di trasformare Sansepolcro in una città capace di attrarre masse di giovani con la formula classica mangia-bevi-balla, quindi cibo e musica come nelle località di riviera. Una cosa è certa, se il Borgo vuole essere una città culturale per attrarre un turismo di qualità è fondamentale realizzare quanto prima la “Via dei Musei”, un mio pallino da oltre 20 anni. Piero è la nostra “punta di diamante” ma se non si creano altri “contenitori” avremo sempre un turismo “mordi e fuggi”

DECORO URBANO – La città versa in forte stato di degrado. Più zone, tanto del centro storico quanto della periferia, necessitano da anni di una profonda opera di riqualificazione, a cominciare da Porta Fiorentina, ma c’è anche piazza Torre di Berta con una pavimentazione da rifare. Inoltre, l’arredo allestito dalla precedente amministrazione ha semmai raccolto più critiche che consensi, tanto più che il continuo smontaggio dei pezzi quando vi sono eventi è oltretutto oneroso. Riqualificazione di fatto obbligatoria anche nelle piazze Santa Marta, Dotti e Santa Chiara, tre piccoli “gioielli” che andrebbero salvaguardate dalle auto e valorizzate cosi come meriterebbero, gli interessi di pochi non possono prevalere su quelli della collettività. Stessa cosa per ciò che riguarda i giardini pubblici, sui quali grava oramai il peso degli anni. Alludiamo in particolare a quelli di via XXV Aprile che, specie durante l’estate, sono frequentati da particolari “categorie” di persone, dedite a consumo di alcool e droga…e poi che fine ha fatto il progetto del “Giardino del Millennio? Dove sono finite le due sculture, che mancano ormai da sei anni? Perché a Sansepolcro c’è anche questo.

TRAFFICO – Per la realtà di Sansepolcro è un problema atavico. Partiamo con le soste selvagge: non vi è distinzione fra centro storico e periferia, né sembra che la soluzione sia alle porte. Rimane sempre alta la conflittualità fra cittadini, vigili urbani e Comune: per molti, si cura l’interesse solo di pochi a scapito d quello che invece andrebbe fatto da “buon padre di famiglia”. Non è accettabile vedere piazza Torre di Berta e piazza Garibaldi piene di vetture, così come non sono accettabili nel centro storico le operazioni di carico e scarico a tutte le ore. Giardini e viali di Porta Fiorentina sono trasformati a volte in parcheggi e la stessa cosa accade anche nelle zone periferiche, vedi in primis viale Osimo e via Senese Aretina, dove le auto vengono lasciate in sosta nelle curve e in luoghi stretti: il vizio di certi automobilisti amanti della comodità e pigri al punto tale di evitare di percorrere venti metri in più a piedi per sistemarle nei box consentiti. Anche in viale Vittorio Veneto, per esempio, c’è un lato – quello delle vecchie mura di cinta – riservato tutto ai parcheggi; ebbene, si trovano auto ferme dall’altra parte a ridosso del marciapiede (perché magari qualcuno ha deciso di prendersi un caffè o di comprare qualcosa “al volo”, ritenendo di fare presto), quando vi sono posti liberi di fronte, ma evidentemente per qualcuno vi sono troppe manovre da fare per entrare. Molto più veloce lasciare l’auto a portata di mano. In molti si chiedono a cosa servono le zebrature o i cartelli di divieto, quando nessuno li rispetta? Perché chi è preposto al controllo a volte passa, vede l’infrazione, ma prosegue diritto, in particolare nelle immediata periferia della città?

BUGIE IN CAMPAGNA ELETTORALE – Negli ultimi vent’anni – e su quasi ogni programma elettorale – tutti i candidati si sono presi a cuore la riorganizzazione della macchina comunale, nella convinzione che vi sia un qualcosa da modificare, poi però dopo aver vinto (e quando insomma potrebbero farlo) nessuno riesce a mettere in pratica quanto affermato. Sembra un mistero e invece non lo è più di tanto: non si sa se il personale abbia una forza maggiore di quanto si possa immaginare, o se il neo-amministratore pubblico (qualunque sia il motivo) non abbia alla fine il coraggio di prendere provvedimenti in tal senso. Torna pertanto alla mente il compianto sindaco Luigino Sarti, che si prese la responsabilità di licenziare un dipendente dimostratosi ostile alle strategie politico-amministrative disegnate per la città. Attenzione: non è nemmeno facile, a volte, spostare o addirittura licenziare un dipendente; prendiamo l’esempio di quello del Comune di Sanremo, che avrebbe timbrato e poi sarebbe andato per i cavoli suoi in barca: alla fine, ha avuto ragione lui e il Comune gli ha dovuto risarcire tutti gli arretrati non riscossi. Un altro errore “cronico” della politica è quello secondo cui, per principio, tutti dicono di voler premiare la meritocrazia, quando invece l’appartenenza e la “tessera” del partito sono molte volte valsi più di un titolo di studio, specie se si tratta di accontentare gli amici e gli… amici degli amici! Se insomma sei in gamba e hai proposte valide, devi pur sempre poter contare su uno “sponsor” giusto: un retaggio del vecchio trio Dc-Pci-Psi; del resto, basta ancora guardare la realtà di Sansepolcro per rendersi conto che in qualche ufficio i dipendenti “over 40” sono persone che hanno militato in partiti o in liste civiche. La città chiede allora un cambio di passo alla nuova amministrazione di Fabrizio Innocenti: per la seconda volta di fila, c’è un imprenditore al timone della città e quindi è normale attendersi qualcosa da chi si è assunto questo specifico incarico. Un incarico che dalla prossima amministrazione sarà sempre più interessante, visti gli aumenti vertiginosi che il governo Draghi ha concesso agli amministratori pubblici: gli stipendi verranno più che raddoppiati e quindi raggiungeranno cifre interessanti. Un governo che quindi, in momenti di forti ristrettezze economiche, si è permesso di aumentare i costi pubblici, invece di venire incontro alle famiglie con gli stipendi bloccati e con il costo della vita raddoppiato; a pagare, poi – come è noto – sono sempre coloro che rispettano le regole. È chiaro allora che questi messaggi non riavvicinino i cittadini alla politica e anche chi aveva riposto le speranze di rinnovamento su Lega e Movimento 5 Stelle è rimasto deluso. Perché – viene da chiedersi – nel locale non si cerca di aiutare chi genera reddito? La pressione fiscale di Sansepolcro è fra le più alte della provincia di Arezzo e allora sarebbe opportuno cercare di abbassare le aliquote di competenza comunale. Siete d’accordo?

COMMERCIO – Un altro capitolo che divide in due la città, fra chi vorrebbe riqualificare il commercio nel centro storico e chi invece sostiene che il centro storico non va più bene e allora sta dalla parte della grande distribuzione o delle strutture periferiche. Sansepolcro – lo abbiamo più volte evidenziato – è il Comune italiano con la più alta densità commerciale; ciononostante, il suo centro storico soffre i problemi tipici di tutte le città e i paesi che hanno le mura di cinta, tanto più che nel caso di Sansepolcro i centri commerciali e i tanti esercizi di grande distribuzione (fra alimentari, tecnologi, bricolage ecc.) sono diventati in qualche caso delle cattedrali nel deserto, nel senso che le targhette con scritto “affittasi” e “vendesi” sono sempre più visibili anche in queste strutture. Eppure, un altro insediamento commerciale è già alle porte, ma attenzione al vero concorrente numero uno: il commercio su internet, aumentato in misura esponenziale durante il Covid-19. Impennata stratosferica per Amazon e si sa che quando si toccano determinati picchi, poi tornare indietro non sarà facile, anche se esiste una carta da giocare per garantire un futuro al commercio nei centri storici: la qualità, ossia la consapevolezza del fatto che determinate merci potranno essere acquistate solo nei centri storici. Fare quindi della parte antica della città un outlet a cielo aperto sarebbe perciò il sogno di tutti, che può diventare realtà. Parlando con grandi imprenditori a livello di centro Italia, questi hanno mostrato disponibilità nell’impegnarsi ad aprire punti vendita in città, con un progetto organico e con calmierazione dei prezzi e agevolazioni nel primo periodo.        

Questi, dunque, i punti che abbiamo evidenziato e che creano da tempo i “guelfi” e i “ghibellini” della situazione a Sansepolcro. Con un risultato che si evidenzia sotto gli occhi: tutti gli argomenti elencati debbono ancora arrivare a soluzione, fra situazioni che si trascinano da tempo e promesse non tradotte in realtà all’atto pratico. Nella “Città delle Polemiche” siamo molto bravi a lamentarci e sparlare, molto meno ne fare o guardare in “Casa Propria”.

Notizia tratta dal periodico l'Eco del Tevere
© Riproduzione riservata
09/05/2022 12:14:51


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