Mondo Politica: intervista a Marcello Polverini consigliere comunale a Sansepolcro

Terza legislatura consecutiva per lui in consiglio comunale e seconda sugli scranni dell’opposizione a Sansepolcro. Marcello Polverini, esponente di Pd-InComune, è anche il vicepresidente dell’assise di Palazzo delle Laudi; oltre che delle vicende politico-amministrative, con lui parliamo anche della prossima importante partita che si gioca sul versante “acque”.

Polverini, ha avuto modo finora di esercitare a livello effettivo il ruolo di vicepresidente del consiglio comunale?

“Dico intanto che mi ha dato grande soddisfazione, a suo tempo, l’elezione a vicepresidente, in quanto significativa del grado di valutazione umana della mia figura. Nel contempo, però, mi dispiace che non sia stato altrettanto nei confronti del presidente Antonello Antonelli, con il quale ho un buon rapporto sotto tutti i profili, anche se sul piano politico noi due la pensiamo diversamente. Per ciò che riguarda il mio ruolo, debbo dire che nella sostanza è comunque e sempre il presidente ad adottare i provvedimenti che il regolamento gli consente”.

Con l’avvento di Alessandro Del Bene alla segreteria politica cittadina, il Partito Democratico di Sansepolcro sta imboccando una nuova strada oppure no?

“C’è continuità con la linea che aveva tracciato Chiara Andreini e con l’appoggio del partito ad Andrea Laurenzi. Allo stesso tempo, però, si è aperto un momento di riflessione dopo la sconfitta elettorale per capire dove abbiamo sbagliato, individuando gli errori e cercando di correggerli per migliorare. C’è la consapevolezza che sia difficile mettere in pratica ciò che si dice e accontentare tutti, non soltanto gli esponenti del partito ma la città intera. Questo spesso è fonte di confronto dialettico, con qualche posizione anche contrastante, ma è normale che sia così”.

Che tipo di rapporto vige al momento con la maggioranza e quindi quale clima si respira in consiglio comunale?

“In un primo momento, abbiamo continuato a leccarci le ferite e il fatto di aver perso per una manciata di voti non ci ha fatto smaltire la rabbia che avevamo dentro, per cui le sedute iniziali sono state caratterizzate da scontri a volte anche troppo duri. Ora ci siamo tranquillizzati e si lavora meglio: l’esempio viene dal documento sulla sanità, condiviso e votato in maniera unanime. Semmai, dal momento che giorni addietro è venuto a Sansepolcro il presidente della Regione, Eugenio Giani, mi sarei atteso dalla maggioranza il coinvolgimento anche dell’opposizione, visto che sulla situazione sanitaria abbiamo votato tutti assieme. In questo caso, sindaco e presidente del consiglio avrebbero dovuto tenerci in considerazione. Relativamente all’operato dell’amministrazione, non vedo progettualità: è di fatto la prosecuzione di quella precedente, ma tutte le amministrazioni di centrodestra della vallata scarseggiano in quanto a progettualità. Guardiamo al secondo ponte sul Tevere: l’allora sindaco Daniela Frullani aveva trovato i soldi, il successore Mauro Cornioli ha dato il via, ma dopo sette anni non si sa che fine farà. Anche su altri aspetti, vedi investimenti, soldi a pioggia e Pnrr, mi sembra che manchi la quinta marcia”.

Ente Acque Umbre Toscane: presto si andrà al rinnovo dei vertici. Ce la farà la Valtiberina ad avere un suo rappresentante nel cda?

“Su questo argomento parlo con molta franchezza: troppo spesso la politica non svolge il proprio ruolo, ma si preoccupa di individuare le persone senza saper cosa vuol fare. E allora dico: prima domandiamoci cosa vogliamo fare, quale precisa idea abbiamo in mente, poi cerchiamo la persona che a nostro giudizio riteniamo in grado di essere adatta allo scopo. Mi va bene una persona della Valtiberina, senza però dimenticare che l’Eaut gestisce altre due-tre dighe, non soltanto quella di Montedoglio. Vogliamo metterci un agricoltore, come si vocifera da qualche parte? Bene, ma resta il fatto che politica debba pur sempre dire la sua sugli obiettivi, poi indicherà la persona. In Valtiberina c’è un’anomalia rispetto alle altre zone, dove l’acqua viene venduta da Eaut al consorzio di bonifica, del quale io sono il referente zonale; qui da noi, al posto del consorzio, c’è l’Unione dei Comuni, che però non possiede strumenti e competenze per progettare. Solo il consorzio di bonifica è in grado di farlo, ma per arrivare a ciò occorre un accordo fra Unione e consorzio con le dovute garanzie su servizi e costi. Non dimentichiamo che abbiamo perso una fetta di territorio, che viviamo con un pericolo alle spalle e che dobbiamo impegnarci per usufruire dell’acqua a costi minori. Il passaggio al consorzio diventa quindi decisivo per ridurre le tariffe, per completare il piano irriguo e per gli investimenti nel turismo”.

Da operatore del settore, quali prospettive vi sono per un’agricoltura della Valtiberina che in qualche caso ha già iniziato la propria opera di riconversione?

“La riconversione in effetti c’è, ma con questo non voglio assolutamente mettere al bando il tabacco, soprattutto la qualità “kentucky”, che è materia prima di un prodotto di nicchia. C’è anche un problema di fondo: la riconversione verso i prodotti freschi mi trova d’accordo e abbiamo un’acqua di Montedoglio che è pura, ma cosa conta tutto questo se poi siamo messi male a livello di comunicazioni e il prodotto fresco deve essere “esportato” con rapidità per mantenerlo tale, quindi dobbiamo migliorare la nostra rete infrastrutturale”.