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Turchia, scomparso da una settimana un giornalista dissidente iraniano

L'allarme è stato lanciato dalla famiglia che punta il dito contro gli 007 di Teheran

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Si sono perse le tracce da una settimana di Mohammad Bagher Moradi, giornalista iraniano residente in Turchia. La famiglia non ha dubbi: è stato rapito dai servizi segreti di Teheran. La Procura di Ankara ha aperto un'inchiesta dopo che il padre ha sporto denuncia. "Mio figlio è stato un giornalista dissidente - ha dichiarato al quotidiano Hurriyet -, l'intelligence dell'Iran era sulle sue tracce, sono loro che l'hanno rapito". "Il mio crimine è che non sono indifferente", scriveva il reporter nella sua pagina Facebook.

Chi è Moradi - Nove anni fa, Moradi era fuggito in Turchia, dove viveva sotto protezione internazionale: aveva lasciato l'Iran mentre si trovava a processo per alcuni articoli ritenuti contro il regime della repubblica islamica.

La scomparsa - Lunedì 30 maggio è uscito di casa dicendo che andava a comprare il pane ma non ha più fatto ritorno. La famiglia ha chiamato ripetutamente il suo numero telefonico, ma il cellulare era sempre irraggiungibile e la sua auto è stata trovata abbandonata a qualche chilometro dall'abitazione.

I precedenti - La Turchia è un Paese dove molti dissidenti dal vicino Iran cercano e trovano rifugio, ma 

il rapimento di Moradi non rappresenta un caso isolato. Frequentemente, i servizi segreti di Ankara hanno catturato agenti iraniani al lavoro per rapire e riportare in Iran dissidenti scappati in Turchia. Solo pochi mesi fa, a marzo, un cittadino iraniano è stato condannato dalla giustizia turca a 30 anni di carcere, assieme ad altri 10 complici turchi, per aver tentato di rapire, a ottobre scorso, Mehrdad Abdarbashi, un pilota iraniano che era fuggito in Turchia chiedendo asilo dopo essersi rifiutato di andare a combattere in Siria. In febbraio, i servizi turchi hanno arrestato 16 iraniani sospettati di operare a Istanbul per rapire dissidenti e riportarli in patria. Sempre nello stesso mese, la Turchia ha fatto sapere di avere sventato un piano di Teheran per assassinare Yair Geller, cittadino turco-israeliano residente a Istanbul apparentemente finito nel mirino dei servizi iraniani che lo volevano morto come ritorsione per l'uccisione, attribuita ai servizi israeliani Mossad, del fisico nucleare iraniano Mohsen Fakhrizadeh nel 2020.

Le attività dei servizi iraniani in Turchia non hanno portato, per ora, a condanne esplicite da parte del governo turco. Da quando è stato eletto lo scorso anno il presidente ultraconservatore iraniano Ebrahim Raisi, Ankara e Teheran hanno sempre evitato il confronto aperto, ma restano due Paesi distanti su molte questioni. Una di queste è indubbiamente rappresentata dalla Siria, dove la Turchia è presente nel nord per proteggere gli oppositori del presidente Bashar al Assad, mentre l'Iran è schierato a sostegno di quest'ultimo, insieme alla Russia. Un altro elemento potenzialmente destinato a diventare critico è rappresentato dal processo di normalizzazione delle relazioni con Israele - storicamente il principale obiettivo delle critiche della repubblica islamica - che il capo di Stato turco Recep Tayyip Erdogan ha avviato nei mesi scorsi dopo avere ricevuto a marzo il presidente israeliano Isaac Herzog in visita ufficiale ad Ankara.

notizia e foto tratte da Tgcom 24
© Riproduzione riservata
07/06/2022 05:48:48


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