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Mondo Politica: intervista a Domenico Caprini presidente di Ente Acque Umbre Toscane

La Regione Umbria potrebbe rinominarmi all’interno del Cda di Eaut

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Il suo curriculum politico è di tutto rispetto. Il tifernate Domenico Caprini – esponente del Partito Democratico dopo essere stato con Pds e Ds – ha ricoperto negli anni ’90 la carica di presidente del consiglio comunale di Città di Castello e di vicepresidente della Comunità Montana Alto Tevere Umbro, poi dal 2007 al 2010 è stato presidente del Gal Alta Umbria. A Città di Castello è stato per nove anni assessore, poi alla Provincia di Perugia ha ricoperto gli incarichi di consigliere e di assessore. Ma da cinque anni (il mandato gli scadrà il 30 giugno prossimo), Domenico Caprini è il presidente di Ente Acque Umbre Toscane, organismo che gestisce la diga di Montedoglio. A fine mandato, Caprini tornerà a impegnarsi in politica oppure no? La risposta nell’intervista.

Caprini, può stilare un bilancio di questi cinque anni di presidenza di Ente Acque Umbre Toscane?

“Bilancio sicuramente positivo di un quinquennio caratterizzato da un grande impegno e anche dalla condivisione degli obiettivi con tutti i dipendenti dell’ente. Importanti i traguardi raggiunti: abbiamo finalmente completato il rifacimento del muro di sfioro della diga di Montedoglio a distanza di quasi 12 anni dal suo cedimento e avviato il primo livello di invaso sperimentale nella nuova diga del Chiascio, che era ferma da 40 anni: aveva avuto problemi a causa di una frana, per cui abbiamo stanziato soldi per il consolidamento e terminato i lavori. La sperimentazione consiste nell’immissione dell’acqua e nel toglierla a più livelli per misurarne la rispondenza. Quando la diga del Chiascio verrà ultimata, la sua capacità sarà quasi il doppio di quella di Montedoglio: arriverà a 220 milioni di acqua e diverrà il settimo bacino artificiale europeo. Abbiamo in questi anni prodotto una progettazione per complessivi 100 milioni di euro, relativi ad opere da ricondurre al “piano Arredi” che, risalente alla fine degli anni ’70, vedrà ora la sua realizzazione. Ottimo il rapporto con i referenti delle Regioni Umbria e Toscana e con i Ministeri sia dell’Agricoltura che dell’Economia e Finanze”.

Vi sono stati anche momenti difficili in questo periodo?

“No, non ricordo situazioni particolari di difficoltà. Abbiamo ricostruito un rapporto di chiarezza e di consapevolezza reciproca con le Regioni, perché questo ente aveva un’immagine bistrattata, nel senso che era visto soprattutto come un carrozzone politico. Ho allora lavorato per migliorare i rapporti sotto questo profilo, per cui Eaut oggi è un ente che vive sulla sua progettazione e direzione dei lavori, senza assolutamente pesare sui bilanci delle due Regioni. È un ente che si autoalimenta, come se fosse una struttura privata e che vanta al suo interno professionalità di ottimo livello, percependo una parte minimale sulla quota delle tariffe”.

Da altotiberino, pensa che il suo successore arriverà dalla Valtiberina Toscana?

“Spetta ora alla Toscana il compito di nominare il presidente del consiglio di amministrazione. Per ciò che riguarda le indicazioni, non mi esprimo. Auspico soltanto che chiunque andrà a occupare la presidenza si impegni a fondo, ma per il resto non mi pronuncio”.

Una volta chiusa questa parentesi, per Domenico Caprini si preannuncia un ritorno alla politica attiva?

“Devo valutare con attenzione, perché da una parte ho una opportunità professionale, dall’altra non è escluso che l’Umbria potrebbe rinominarmi all’interno del cda di Eaut, non chiaramente come presidente perché non spetta all’Umbria. Comunque sia, sto ragionando su una opportunità lavorativa”.

Mesi addietro, Città di Castello è tornata alle urne con un centrosinistra e un centrodestra divisi. Perché il suo schieramento, il centrosinistra, da anni e anni non riesce mai a fare una sintesi unitaria?

“Per ciò che riguarda Città di Castello, il clima attuale mi sembra abbastanza positivo: vi sono una maggioranza e una opposizione che al momento si rapportano in termini corretti. Vedremo cosa avverrà in futuro, specie quando bisognerà affrontare i nodi fondamentali. Su un eventuale ricompattamento di coalizione, dico che quella di Città di Castello è una realtà molto articolata, che però deve guardare al futuro con grandi ambizioni; è difficile fare previsioni, anche perché vi è una evoluzione su scala nazionale che potrebbe condizionare i livelli locali. Auspico che le forze politiche dialoghino fra loro perché la sintesi da trovare dovrà essere più vicina possibile alle necessità dei cittadini. “Sì” pertanto alla politica, “no” deciso ai personalismi, che da noi hanno spaccato sia il centrodestra che il centrosinistra”.

Redazione
© Riproduzione riservata
20/06/2022 09:47:08


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