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Ustica, a 42 anni dalla strage un convegno fa infuriare i parenti delle vittime

“Con la tesi della bomba non si cerca la verità”

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A 42 anni dal disastro di Ustica restano senza nome i responsabili della distruzione del DC-9 Itavia e della morte delle 81 persone a bordo. L'accertamento delle cause tecniche e l'individuazione delle responsabilità sono oggi al centro del convegno «Alla ricerca delle cause: la verità riemerge dal mare di bugie», in programma a Palazzo Isolani. Ma l’iniziativa fa infuriare i parenti delle vittime, perché ripropone ancora la tesi di una bomba esplosa all’interno e chiede il sequestro dei resti del velivolo.

Dicono Giuliana Cavazza e Flavia Bartolucci, rispettivamente presidente onoraria e presidente dell'“Associazione per la verità su Ustica” (Avdu) che promuove l’incontro: «Per troppi anni si è insistito sulle ipotesi di depistaggio, puntualmente smentite in ogni grado di giudizio penale. Noi chiediamo che si indaghi per scoprire chi ha messo a bordo la bomba che secondo le perizie d'ufficio e le sentenze ha distrutto il DC-9, il cui relitto è il testimone prezioso di quanto accaduto».

Al convegno parteciperanno in presenza e da remoto tecnici e autori che negli anni si sono occupati della tragedia di Ustica. Nella prima parte, dedicata alla ricostruzione storica dell'evento, parleranno Gregory Alegi, Gabriele Paradisi e Antonio Bordoni. La seconda parte sarà invece incentrata sull'importanza del relitto, con interventi di Aurelio Misiti, già presidente della Commissione Peritale d'Ufficio nel procedimento penale, e di Frank Taylor e Göran Lilja, che di quella Commissione furono membri autorevoli. Nella terza e ultima parte si parlerà delle diverse piste che - se perseguite senza pregiudizi - potrebbero ancora portare all'individuazione di esecutori e mandanti. 

Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, si augura si possa arrivare finalmente a un punto fermo: «Chiediamo la verità sugli autori e sulle responsabilità, sgombrando definitivamente il campo dagli ostacoli e dai tentativi di depistaggio che hanno finora impedito di fare piena luce su uno degli episodi più gravi e oscuri della storia repubblicana, un vero e proprio atto di guerra nei cieli italiani in cui hanno perso la vita 81 persone». A pochi mesi dall’importante sentenza che fa luce su collegamenti e responsabilità della strage alla Stazione di Bologna, dice, «rinnoviamo il nostro invito alle Istituzioni, alla politica, alla magistratura. È necessario un impegno comune anche sul piano diplomatico affinché sia fatta piena luce su quest'altra drammatica vicenda che ha colpito il nostro Paese. Lo dobbiamo prima di ogni cosa alle vittime e ai lori familiari, a cui ci stringiamo».

Ma proprio i familiari delle vittime, attraverso la presidente Daria Bonfietti, definiscono «provocazioni, depistaggi e menzogne» l'esposto presentato dall'associazione per la Verità su Ustica che oggi terrà il convegno: «Si parla di sequestro, senza sapere che il relitto del Dc9 è al Comune di Bologna in affidamento giudiziario e quindi a disposizione sempre della magistratura, osservando anche che è la Procura della Repubblica di Roma che sta, come detto, indagando e quindi è referente di ogni possibile istanza. Poi si continua a parlare di documenti secretati e voglio informare che proprio in questi giorni sono stati depositati in libera consultazione all'archivio centrale dello Stato tutti quei documenti sui quali in questi anni si erano sviluppate pretestuose polemiche». La perizia sulla bomba che si continua a citare, infine, «è una perizia rigettata, con dettagliate motivazioni, dagli stessi inquirenti che l'avevano commissionata per le loro indagini». «Personalmente - prosegue Bonfietti - mi pare doveroso chiedere ai militari, così convinti oggi della bomba, perché di bomba non si è mai parlato nei tempi dovuti. Ricordo che i vertici Aeronautica sono andati a processo per aver sostenuto il cedimento strutturale. En generale, perché continuare a far riferimento a Cossiga quando da lui parte proprio la denuncia dell'abbattimento».

«Leggo di un convegno promosso da Carlo Giovanardi e da una “Associazione per la verità”, di cui fa parte l'ex generale dell'Aeronautica Tricarico che ripropone la tesi di una esplosione a bordo come causa della tragedia di Ustica», interviene anche Andrea De Maria, deputato bolognese del Pd -. Riproporre la tesi della bomba a bordo, dice anche Andrea De Maria, deputato bolognese del Pd, è una scelta grave e sbagliata. Dovremmo invece tutti concentrarci sulla priorità per ottenere giustizia e verità per le vittime di Ustica, che subito dopo l'abbattimento del Dc9 ha visto mettere in campo iniziative di vero e proprio depistaggio. Si tratta di assumere tutte le opportune azioni verso Paesi amici dell'Italia per avere tutte le informazioni in loro possesso su una vera e propria azione di guerra nei cieli del nostro Paese». 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
25/06/2022 14:55:05


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