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Istat, salari: un lavoratore su tre vive con meno di mille euro lordi al mese

Visco: “Rischi globali significativi”, l’intervento integrale

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Idati Istat determinano un quadro in chiaroscuro per quel che riguarda l’Italia, con diversi punti critici ma anche con aspettative non del tutto negative. E se da un lato la produzione industriale a maggio 2022 è diminuita dell'1,1% rispetto ad aprile, dall’altro nella «media del periodo marzo-maggio il livello della produzione aumenta del 2,3% rispetto ai tre mesi precedenti». In più arrivano le dichiarazioni del governatore della Banda d’Italia Ignazio Visco: «L'economia italiana dovrebbe crescere in linea con l'area dell'euro nel biennio 2022-23. I rischi a livello globale sono però significativi». Preoccupa, però, tutto il tema legato ai salari e al caro prezzi. L’Istat sottolinea che più «del 9% dei dipendenti ha un salario inferiore a 12 mila euro l’anno». E sul tema della crisi è intervento anche il ministro dell’Economia Daniele Franco intervenendo sempre all'assemblea dell'Abi: «Il governo intende proseguire con il contenimento dell'impatto dei costi energetici su imprese e famiglie». Aggiunge: «Gli interventi saranno più selettivi per calibrare i sostegni in base alle condizioni economiche delle famiglie». Sempre il ministro dell’Economia ha parlato di vari temi. Dal «rischio di una battuta d'arresto o rallentamento» all’occupazione, dal taglio del cuneo fiscale e delle tasse, al tema caldo del Superbonus e della cessione dei crediti da parte delle banche.

Cosa ha detto Franco
«Vi è certamente il rischio di una battuta di arresto della crescita o quanto meno di un marcato rallentamento con indicatori che vanno già in questa direzione. Questi fattori di rischio vanno affrontati a livello internazionale, europeo e nazionale» ha sottolineato il ministro dell'Economia spiegando che «guardando ai prossimi mesi, non si può non tenere conto dell'incertezza e degli elevati rischi al ribasso». Secondo Franco, «in prospettiva, nella seconda metà dell'anno a un possibile peggioramento del ciclo internazionale, all'impatto dell'inflazione sul reddito disponibile delle famiglie, al rialzo dei tassi di interesse e a una possibile recrudescenza della pandemia si potrebbero aggiungere nuove turbolenze sul mercato del gas e del petrolio dovute principalmente al conflitto in Ucraina e a possibili razionamenti di gas».
Su occupazione, cuneo fiscale e Superbonus
Uno degli obiettivi a cui l'Italia deve puntare per far fronte ai possibili rischi di «battuta d'arresto» dell'economia è «accrescere il tasso di occupazione che è particolarmente basso, guardando ai giovani, alle donne e al Mezzogiorno». Lo ha sottolineato sempre il ministro Franco. In questo senso «la riduzione del cuneo fiscale è prioritaria» ha aggiunto, spiegando che la questione sarà affrontata nella legge di bilancio. Mentre sulla questione dei Superbonus legati all’edilizia, tema diventato attrito all’interno della maggioranza di governo dopo le barricate del M5S, Franco ha sottolineato, da un lato, l’istituzione di una cabina di regia contro le frodi e dall’altro il «ruolo del sistema bancario» che sarà «centrale» per ripristinare il sistema di cessioni dei crediti del Superbonus dopo i diversi interventi del governo e normativi e la scoperta di maxi frodi. Per Franco è necessario che «le imprese con crediti legittimamente acquisiti» possano cederli. In questi senso le nuove norme agevoleranno le operazioni del comparto bancario.

 

La situazione nell’industria
L'indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale «solo per i beni strumentali (+0,4%), mentre diminuisce per l'energia (-3,9%), i beni di consumo (-0,7%) e i beni intermedi (-0,6%)» sottolinea l'Istat. Corretto per gli effetti di calendario, a maggio 2022 l'indice complessivo aumenta in termini tendenziali del 3,4% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 21 di maggio 2021).
Le parole di Visco
Visco, nel concludere il suo intervento all'Assemblea annuale dell'Abi ha sottolineato che «In questa delicata fase, il contributo che il sistema finanziario è chiamato a fornire sul fronte dell'allocazione dei flussi di credito e del sostegno all'economia è particolarmente importante. Per assolvere a questi compiti - ha però spiegato - occorre affrontare con determinazione le sfide poste dalla difficile e incerta situazione congiunturale, e quelle che derivano, sul piano strutturale, dalla transizione digitale e dagli effetti finanziari del cambiamento climatico». E ancora, Visco fa notare che «la Banca d'Italia rimane aperta al dialogo con i gruppi cooperativi per individuare gli ambiti in cui è possibile semplificare le prassi di vigilanza e la regolamentazione in modo da tenere debitamente conto delle loro peculiarità». Aggiungendo che «a distanza di sei anni, nonostante le non poche difficoltà iniziali e una situazione congiunturale non favorevole, i nuovi gruppi hanno ridotto il peso dei crediti deteriorati, diminuito il rapporto tra costi e ricavi, colmato quasi completamente il divario di redditività che li separava dalla media del sistema bancario».
I timori sul Pil
Si guarda con attenzione a quello che potrebbe essere il valore del Pil italiano. «Il rischio di una contrazione dell'attività economica è concreto» e gli istituti bancari «devono tenere opportunamente conto dell'elevata incertezza e dei consistenti rischi verso il basso che permeano l'evoluzione del quadro macroeconomico» sottolinea il numero uno della Banca d'Italia.
La crisi legata alla pandemia è stata molto profonda
Ma dove ha colpito di più la crisi? La crisi associata alla pandemia è stata molto profonda ma concentrata in alcuni settori di attività e circoscritta nel tempo. Lo rileva l'Istat nel rapporto annuale 2022. A maggio e novembre 2020 oltre il 30% delle imprese percepiva il rischio di chiusura nel breve termine ma già a novembre 2021 questa quota si è ridotta al 3,4%. A fine 2021 paventa il rischio chiusura il 12% delle imprese dei servizi ricreativi (es. cinema, teatri, discoteche). In questo comparto e nelle attività di alloggio e ristorazione la quota sale al 30%, se si includono le imprese che percepiscono solo parzialmente tale rischio.
L'impatto della crisi ha penalizzato di più le imprese di dimensione minore: oltre il 30% di quelle con 3-9 addetti ha ridotto la propria capacita' produttiva rispetto al 2019, solo il 6,5% l'ha aumentata (e appena il 2% nei servizi ricreativi). Tra le imprese più grandi (50 addetti e più), meno del 15% ha perso capacita' produttiva mentre oltre il 22% l'ha accresciuta.
Crescita dei prezzi e rischio salari
Altra questione che agita i le acque non solo nella maggioranza di governo ma in generale tutti gli operatori economico finanziari e i sindacati, è il tema dei salari rapportato all’impennata dei prezzi. La crescita dei prezzi osservata dalla seconda metà del 2021 fino a maggio 2022, in assenza di ulteriori variazioni al rialzo o al ribasso, potrebbe determinare a fine anno, infatti, una variazione dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo pari a +6,4%. Lo rileva l'Istat nel rapporto annuale 2022.
Senza rinnovi o meccanismi di adeguamento ciò comporterebbe un'importante diminuzione delle retribuzioni contrattuali in termini reali che, a fine 2022, tornerebbero sotto i valori del 2009. La forte accelerazione dell'inflazione negli ultimi mesi rischia di aumentare le disuguaglianze poiché la riduzione del potere d'acquisto è particolarmente marcata proprio tra le famiglie con forti vincoli di bilancio. Per questo gruppo di famiglie a marzo 2022 la variazione tendenziale dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo e' risultata pari a +9,4%, 2,6 punti percentuali più elevata dell'inflazione misurata nello stesso mese per la popolazione nel suo complesso.
Unione consumatori, dati industria negativi ma niente allarme»
«Dati negativi, anche se non ancora allarmanti. Su base mensile non preoccupa tanto il calo dell'energia, considerato che ad aprile le famiglie consumavano ancora gas mentre a maggio si tratta solo di accelerare gli stoccaggi, problema affrontato nell'ultimo decreto con il finanziamento e l'intervento del Gestore dei servizi energetici. E' più preoccupante, invece, la discesa dei beni di consumo, specie se il trend fosse confermato nei prossimi mesi». Lo afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori a proposito dei dati Istat sulla produzione industriale a maggio. «Secondo il nostro studio - viene rilevato - la produzione di maggio è superiore, nei dati destagionalizzati, del 3,4% rispetto a febbraio 2020, ultimo mese pre-lockdown, e dell'1% nel confronto con gennaio 2020, ultimo mese pre-pandemia. Nei dati corretti per gli effetti di calendario, invece, al di là dello scontato +25,8% su maggio 2020, mese di piena emergenza Covid, la produzione è lievemente inferiore sia rispetto a maggio 2019, -0,1%, che nel confronto con maggio 2018, -0,4%».

1 mln dipendenti sotto 8,41 euro l'ora e 12mila l'anno ++ Nel settore privato, bassa retribuzione annua per quasi il 30%
Un milione di dipendenti sotto 8,41 euro l'ora e 12mila l'anno
Quasi un milione di dipendenti del settore privato percepiscono per il loro lavoro meno di 8,41 euro all'ora e una retribuzione totale al di sotto di 12mila euro l'anno, secondo i dati indicati dall'Istat nel Rapporto annuale. L'analisi non considera l'agricoltura e il lavoro domestico. Il numero sale a 4 milioni di dipendenti - il 29,5% del totale - se si considera solo il limite della bassa retribuzione annua di 12 mila euro. Invece, al di sotto della sola soglia della bassa retribuzione oraria (8,41 euro) risultano 1,3 milioni di dipendenti, il 9,4% del totale.
Nel 2020 reddito e sostegni evitato 1 mln poveri
Le misure di sostegno economico erogate nel 2020, in particolare reddito di cittadinanza e di emergenza, hanno evitato a 1 milione di individui (circa 500mila famiglie) di trovarsi in condizione di povertà assoluta. Lo rileva l'Istat nel rapporto annuale 2022. Le misure di sostegno hanno avuto effetto anche sull'intensità della povertà che, senza sussidi, nel 2020 sarebbe stata ben 10 punti percentuali più elevata, raggiungendo il 28,8% (a fronte del 18,7% osservato). In assenza di sussidi nel 2020 l'incidenza di povertà assoluta sarebbe stata marcatamente più elevata per le famiglie residenti nel Sud e nelle Isole (+3,4 e +4,5 punti rispettivamente), per quelle in affitto (+5,3 punti) e con stranieri (+3,5 punti), per i single con meno di 65 anni (+3,1 punti), le coppie con figli (+2,4 punti se i figli sono almeno tre) e i monogenitori (+2,8 punti). L'incidenza avrebbe superato il 30% tra le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione. 
 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
08/07/2022 14:17:33


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