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Inail, nella relazione annuale i numeri sulla sicurezza: +10% morti sul lavoro

Crescono infortuni e malattie professionali

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Al netto dei contagi da Covid di origine professionale, gli incidenti mortali sul lavoro sono aumentati – l’anno passato – quasi del 10%, gli infortuni tradizionali del 20% e le malattie professionali del 22,8%. Con la relazione annuale letta dal presidente Franco Bettoni è direttamente l’Inail a rilanciare l’allarme sulla sicurezza. “La ripresa delle attività produttive dopo la pandemia deve proseguire in accordo con l’esigenza primaria di garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro” ha ammonito Bettoni. Illustrando alla presidenza della Camera dei deputati, al ministro del Lavoro Andrea Orlando e alle altre autorità presenti l’andamento di infortuni e malattie professionali, le attività realizzate, i risultati economici conseguiti e gli obiettivi strategici per il futuro a partire dai controlli sui cantieri del Pnrr, Bettoni ha citato il Capo dello Stato, che ha più volte richiamato la necessità di azzerare le morti sul lavoro, sottolineando che “l’Inail è pronto a fare la sua parte, aumentando gli investimenti sulla sicurezza e avvalendosi dei progressi compiuti in questi anni dalla ricerca scientifica”.

Focus sul Pnrr
In questo quadro l’iniziativa più rilevante, finalizzata all’obiettivo di garantire la centralità della sicurezza, riguarda l’avvio di collaborazioni strutturate e permanenti con aziende o grandi gruppi industriali del Paese impegnati nell’esecuzione dei singoli interventi previsti dal Pnrr, a partire dall’accordo pilota raggiunto con le Fs, gruppo che avrà un ruolo centrale nella realizzazione delle opere previste dal Piano con investimenti complessivi pari a circa 15 miliardi di euro, una intesa destinata a fare da apripista per ulteriori collaborazioni con altri grandi gruppi, con l’obiettivo di “fare dei cantieri collegati al Recovery Plan il più grande laboratorio in Europa di innovazione e ricerca per la sicurezza”.

Infortuni e decessi
Per quanto riguarda, in dettaglio, infortuni e malattie nel 2021 sono stati denunciati all’Inail poco più di 564mila infortuni sul lavoro, in calo dell’1,4% rispetto all’anno precedente. Questa diminuzione, però, è dovuta esclusivamente alla contrazione dei contagi professionali da Covid-19, che sono passati dai quasi 150mila del 2020 ai circa 50mila del 2021. Nel 2020, in particolare, l’incidenza media delle denunce da nuovo Coronavirus sul totale degli infortuni denunciati è stata di una ogni quattro, mentre nel 2021 è scesa a una su 12. Le denunce di infortunio “tradizionale”, al netto dei casi da Covid-19, nel 2021 hanno invece registrato un aumento di circa il 20% rispetto al 2020. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati infatti 349.643, il 17,5% dei quali avvenuti “fuori dell’azienda”, cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Elevate le percentuali di riconoscimento della componente da Covid-19, pari a circa l’88% nel 2020 e al 70% nel 2021, ma è importante - segnala l’Inail - tener presente che per la definizione finale delle conseguenze di un infortunio in termini di menomazione, e a maggior ragione per quelli da contagio professionale, occorre un adeguato periodo di tempo per la stabilizzazione dei postumi.

Le denunce di infortunio con esito mortale sono state invece 1.361, con un calo del 19,2% rispetto al 2020. Ma come per gli infortuni anche in questo caso la contrazione è legata interamente ai decessi causati dal contagio da Covid-19, passati dai circa 600 del 2020 ai circa 200 del 2021. Nel 2020, in particolare, l’incidenza media dei decessi da Covid-19 sul totale di tutti i casi mortali denunciati è stata di una denuncia ogni tre, mentre nel 2021 è scesa a una su sei. Le denunce di infortuni mortali “tradizionali”, al contrario, sono aumentate di quasi il 10% rispetto al 2020, sia nella componente “in occasione di lavoro” che in quella “in itinere”. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono 685, di cui 298, pari al 43,5% del totale, avvenuti “fuori dell’azienda” (57 casi sono ancora in istruttoria).

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
25/07/2022 14:21:14


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