Rubrica Lettere alla Redazione

Soddisfazione per Borgo in Bianco: lettera aperta alla cittadinanza

Ecco quali sono le nostre richieste nel rispetto di tutti

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Ciao a tutti, siamo “I Citti del Fare”, da poco diventati Associazione. Gli obiettivi che ci poniamo sono trasversali e di carattere eterogeneo: dal sociale al culturale, alla valorizzazione del territorio in ogni sua forma per coinvolgere tutte le generazioni e le esigenze di ogni età, nell’ottica delle collaborazioni con tutte le attività locali.

Siamo un gruppo di ragazzi di Sansepolcro con una età che va dai 20 ai 30 anni.

Alcuni di noi studiano all'università, altri lavorano già da anni, qualcuno fa entrambe le cose. Abbiamo situazioni di vita diversa, idee politiche e gusti musicali e culturali diversi ma ci accomuna e ci ha reso amici una grande cosa: l'amore per la nostra città e il desiderio di rimanere qui, abitare qui, fare crescere qui i nostri figli. Insomma, mettere radici e investire il nostro futuro al Borgo smentendo il luogo comune che solo chi va a Milano o all'estero può realizzarsi sia professionalmente che come persona. Ci siamo dati il nome "I Citti del Fare" per chiarire subito che non siamo quelli sdraiati sul divano in attesa del reddito di cittadinanza, ma siamo ragazzi pieni di iniziative e di idee sul come rendere sempre più vivace e attrattiva la nostra città, sia per chi vi abita che per i turisti e la gente di fuori.

Passato il triste periodo della pandemia ci ritroviamo però a fronteggiare la stessa ostilità e chiusura di tre anni fa da parte di alcuni cittadini di Sansepolcro, abitanti del centro storico e non solo, verso gli eventi, soprattutto estivi, che richiedono musica e effetti sonori se si protraggono oltre la mezzanotte. I toni di questi "comitati del silenzio" sono molto duri e ultimativi, con giudizi spesso ingiusti verso noi giovani, considerati dei fannulloni capaci solo di fare chiasso, ubriacarsi e peggio ancora, fino alle ore piccole.

Oggi è inimmaginabile organizzare qualsiasi festa o manifestazione pubblica senza la musica, sia essa dal vivo o di sottofondo ed è chiaro che all'aperto essa si diffonde per centinaia di metri. Comprendiamo, quindi, come questo possa recare qualche disturbo, soprattutto nel centro abitato dove si trovano la maggior parte dei locali, ma fermare tutto alle ventiquattro come deciso attualmente su pressione dei suddetti comitati, rende impossibile la realizzazione di qualsiasi evento all'aperto con gravi danni all'economia, alla vitalità sociale e culturale della nostra città, nonché  pregiudizio per gli esercenti e negozianti locali, così provati da due anni di chiusure.

Sansepolcro è un Comune che non ha molti spazi fuori dal contesto cittadino; in passato in estate c'era la piscina Pincardini e la zona del Campaccio che venivano adibiti a concerti musicali ed eventi danzanti fino a tarda ora.

Poi, sempre per le proteste degli abitanti circostanti, tutto si è spento. Anche oggi nelle sere d'estate, soprattutto nei weekend, quando la gente esce non prima delle 22 e vorrebbe stare fuori, rilassarsi e divertirsi fino a tardi, saputo che a Sansepolcro a mezzanotte chiudono baracca e burattini, preferisce dirottare direttamente per Anghiari, Città di Castello, Arezzo ed altri luoghi vicini con orari molto più elastici.

Cosa chiedono dunque i Citti del Fare  supportati, siamo certi, da quasi tutti i giovani del Borgo, con questa loro lettera?

Primo, che nel periodo estivo, soprattutto nei fine settimana, venga prorogata almeno fino alle due l'apertura dei locali e della musica per permettere agli abitanti interessati di parteciparvi e di godersi la loro città. Secondo, chiediamo ai cittadini del silenzio di volere un po' più bene ai loro giovani, di fidarsi più di loro anche in queste manifestazioni che ripetono, con orari più inoltrati, quello che c'era anche in passato. Queste non sono segni di depravazione o di decadenza dei costumi ma, come per tanti aspetti della vita attuale, sono un modo per esprimersi e stare insieme, nella cornice bellissima della propria città.

Da parte nostra promettiamo di rispettare tutte le norme ARPAT e gli altri impegni di sicurezza e correttezza concordati con le autorità, impegnandoci sempre per nuove soluzioni che creino il minor disagio possibile. Concludendo, vorremmo ricordare che sono stati i giovani quelli più colpiti dalla pandemia, rinchiusi nelle loro stanze senza l'alimento dell'amicizia e dello stare insieme che sono il senso stesso della giovinezza; ricordiamo che la depressione giovanile è cresciuta del 25%.

Vorremmo quindi sentire vicina e solidale con noi la gente di ogni età, che noi rispettiamo e di cui conosciamo la grande ricchezza umana. La loro inimicizia ci addolora, ma siamo fiduciosi in una soluzione positiva del problema perché condividiamo con loro il grande amore per questo nostro Borgo che tutti vogliamo  sempre più bello e vitale.

Il Borgo di ieri sera è quello che vorremmo vedere sempre.

 

I Citti del Fare

Redazione
© Riproduzione riservata
30/07/2022 16:39:44


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