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Mondo Politica: intervista a Michele Gentili, esponente regionale e locale di "Azione"

"Pensavamo in un risultato migliore alle recenti elezioni ma non siamo delusi"

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È uno dei volti nuovi, o quantomeno più recenti, della politica a Sansepolcro. Michele Gentili è peraltro anche il responsabile regionale toscano di “Azione” per ciò che riguarda la comunicazione e in ambito locale è il coordinatore di “Adesso – Riformisti per Sansepolcro”, la lista che alle comunali di un anno fa a Sansepolcro ha appoggiato il candidato sindaco Andrea Laurenzi e che ha piazzato in consiglio Rosalba Alberti. Nell’organizzazione operativa che “Adesso” si è data, Michele Gentili ricopre il ruolo di coordinatore. Con lui, facciamo l’analisi del voto delle politiche 2022 (quella che ha visto il partito di Carlo Calenda assieme a Italia Viva di Matteo Renzi), senza dimenticare anche le questioni locali.

Gentili, come valuta il risultato di Azione-Italia Viva a livello nazionale, non dimenticando che a Sansepolcro è risultato il terzo partito per una manciata di voti nei confronti del Movimento 5 Stelle?

“Il risultato, a livello nazionale, ha confermato la previsione degli ultimi sondaggi, che davano il terzo polo fra il 7 e l’8%. Con tutta franchezza, mi sarei aspettato un’ulteriore spinta per arrivare intorno al 10%, ma non possiamo essere delusi per un risultato che reputo comunque buono per una forza politica nuova, che si è di fatto formata a un mese dalle elezioni e che ha gestito una campagna elettorale difficile, fra altri tre schieramenti (centrosinistra, centrodestra e M5s) già molto consolidati sia a livello parlamentare, sia sui territori. In Toscana, il risultato ha superato in maniera importante la media nazionale, attestandosi intorno al 9,5% e in molti Comuni, Sansepolcro compreso (dove siamo arrivati ad un ottimo 9,8%), siamo risultati la terza forza politica, dietro a Fratelli d’Italia e al Pd e davanti a Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle. Segnali che fanno ben sperare per il futuro del terzo polo in Italia, ma anche in Valtiberina”.

La costruzione del “terzo polo” resta pertanto un progetto fattibile, oppure bisognerà lavorare per la ricostituzione di un centrosinistra che ha perso le elezioni a causa della sua frammentazione?

“Il risultato elettorale ha dimostrato che è assolutamente necessario andare avanti, in quanto c’è l’esigenza - per tanti elettori - di avere un punto di riferimento di una forza politica ben piantata nell’area moderata, riformista, liberal socialista e che abbia attenzione per le politiche per i giovani, per la salute dei cittadini, per i più deboli e per le riforme strutturali della giustizia e dello Stato per liberarsi della burocrazia che attanaglia il quotidiano di tutti noi, esattamente rappresentata a livello europeo dal gruppo Renew Europe, di cui Azione e Italia Viva fanno parte. Non so se in futuro il Pd, che dalla sua nascita ha sempre svolto il ruolo di catalizzatore delle forze del centrosinistra, sarà più in grado di svolgere questo ruolo ed è dunque necessario costruire un’alternativa forte, che possa certamente dialogare se vi saranno le possibilità, ma possa essere anche totalmente indipendente. A livello locale, lo avevamo ben percepito anche alle scorse elezioni amministrative, quando abbiamo costituito la lista civica, “Adesso – Riformisti per Sansepolcro”, che aveva in mente proprio l'obiettivo di rappresentare un elettorato moderato e riformista. In quell’occasione, siamo nati nel contesto del centrosinistra, certamente per unità di visione su molti punti programmatici, ma anche - all'epoca - per la mancanza di forza nel riuscire a individuare un nostro candidato sindaco e di intraprendere un percorso autonomo, visto che eravamo appena nati. Il percorso che stiamo facendo in consiglio comunale ci porterà sicuramente ad acquisire sempre di più una nostra identità ben definita, che credo riuscirà a rispecchiare i valori identitari portati avanti dal “terzo polo” a livello nazionale e a portarli anche all’interno del nostro Comune”.

Netto successo del centrodestra e in particolare di Fratelli d’Italia: quanto c’è di protesta e quanto di convinzione nella scelta degli italiani?

“Netto successo, certo, in effetti più che del centrodestra, direi di Fratelli d’Italia che, rispetto alle ultime elezioni politiche, è passato dal 4,3% al 26%. La legge elettorale dimostra ancora notevoli storture e riuscirà a tutelare, nonostante il pessimo risultato, la Lega che, pur avendo ottenuto un ridimensionamento molto notevole (dal 17,5% delle scorse politiche ma soprattutto dal 34% delle Europee), è riuscita ad eleggere comunque un buon numero di parlamentari, circa un 16,5% del totale alla Camera rispetto ad un 8,7% ottenuto al proporzionale e questo grazie agli accordi pre-campagna elettorale fatti con gli alleati sui seggi uninominali. Stesso discorso, anche se in maniera un po’ meno evidente, per Forza Italia. Certamente, Fratelli d’Italia ha potuto contare su cinque anni all’opposizione della legislatura più strana di sempre e dunque effettivamente molto criticabile; partita con l’alleanza giallo-verde, diventata poi giallo-rossa e poi, in ultimo, unica forza di opposizione del governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi. Da che mondo è mondo, si sa che stare all’opposizione paga in termini di consenso e indubbiamente Giorgia Meloni ha saputo svolgere bene quel ruolo; ora vedremo se riuscirà a governare una situazione molto critica del nostro paese e dell’intero contesto internazionale. Certo, non ci potranno essere scuse, perché il mandato elettorale ricevuto è pieno e la Meloni avrà certamente facoltà di imporre le sue scelte anche sugli stessi alleati di governo. Che poi sul risultato ottenuto VI sia stata anche una componente di protesta nello scegliere la maggiore forza di opposizione, quello è sicuro, ma non è facile distinguere quale sia la quota di elettorato consapevole dei programmi proposti e quanto quello legato alla protesta a prescindere”.

Fra i dubbi del momento c’è quello legato a una possibile revisione della Costituzione: è preoccupato oppure no?

“Le riforme costituzionali hanno bisogno della maggioranza dei due terzi di entrambe le camere del parlamento; dunque, seppur ampia, l’attuale maggioranza di centrodestra non è sufficiente per procedere in tal senso senza l’accordo anche di una parte dell’opposizione. Fra l'altro, sono convinto che alcune riforme servano, come ad esempio quella della legge elettorale che - se ricordiamo bene - avrebbe proprio bisogno di una riforma costituzionale. Il cosiddetto “Italicum”, sistema elettorale per le elezioni politiche molto simile al sistema attuale adottato dai comuni e che prevede il doppio turno, nel 2017 venne respinto proprio dalla Corte Costituzionale, indicando che serviva una riforma della nostra Costituzione per arrivare a quel tipo di legge. La necessità di cambiare la legge elettorale è sempre sventolata da tutti i partiti come una priorità, ma poi di fatto tutti la lasciano così com’è, perché permette di far scegliere ai partiti gli eletti, soprattutto nei collegi proporzionali con i listini bloccati. Vedremo se almeno su questo si troverà un’intesa. Un pericolo di modifiche unilaterali sulla nostra costituzione comunque non lo vedo proprio”.

Un anno, praticamente, di nuova amministrazione a Sansepolcro; dovesse stilare un bilancio, cosa metterebbe in evidenza?

“Mi sembra che la nuova amministrazione sia partita molto in continuità con la precedente e non abbiamo visto i “cambi di passo” sostanziali che erano invece stati promessi in campagna elettorale. Molta gestione e poca programmazione, che è invece quella che servirebbe per avere lo sprint necessario a migliorare in modo sensibile i servizi. Riprendendo il programma elettorale della maggioranza, credo che sia stato realizzato ancora molto poco e tanti sono i progetti ancora del tutto da avviare. Mi vengono in mente quelli su cui l’attuale amministrazione aveva puntato molto in campagna elettorale, come la realizzazione delle ciclopedonali di San Paolo, del Trebbio, della zona Coop verso Gragnano etc., così come la conversione degli edifici pubblici all’impiego di energie rinnovabili, tema divenuto quanto mai attuale con l’aumento smisurato dei costi che il Comune dovrà sostenere per il pagamento delle bollette negli edifici pubblici. Altri punti programmatici importanti, che ancora non penso siano stati nemmeno avviati, sono l'incremento della raccolta differenziata, la realizzazione del progetto del Grande Museo, così come l’organizzazione di eventi di “elevata caratura”, idonei a valorizzare l’importante patrimonio culturale della città, collegato questo anche a collaborazioni con università italiane ed estere, per la valorizzazione del nostro settore turistico e del relativo miglioramento della vitalità del commercio e delle attività ricreative del nostro centro storico. Due parole a parte merita la sanità, perché la situazione sta diventando veramente critica per il nostro ospedale e per i servizi sanitari in generale del nostro territorio. È necessario attuare subito delle iniziative che possano salvaguardare, anzi riappropriarsi, dei servizi che sono stati persi o fortemente ridimensionati. Un esempio su tutti il reparto di medicina dell’ospedale. Sappiamo bene che per la sanità il Comune non è autonomo e che serve un confronto serrato con la Regione, ma sta di fatto che i risultati agli occhi dei cittadini sono quelli di un ulteriore impoverimento dei servizi; dunque, serve assolutamente aprire un tavolo di confronto continuo, anche duro se necessario, con il presidente Eugenio Giani e con l’assessore alla sanità Simone Bezzini, per far valere le nostre ragioni e su questo siamo certamente disposti a dare una mano. È chiaro che l’amministrazione ha ancora davanti a sé quattro anni, ma per completare questi progetti ambiziosi, nell’arco della legislatura, sarebbe stato opportuno avere almeno iniziato, perché altrimenti temo che si faccia tardi”.

Redazione
© Riproduzione riservata
29/09/2022 10:24:40


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